Sionismo e antifascismo

Qualche tempo fa ci siamo visti recapitare uno scritto di Adriana Chiaia dal titolo "Nessuna solidarietà per i negazionisti e per chi li sostiene - Riflessioni sui recenti avvenimenti di Teramo e oltre". All'inizio abbiamo pensato che un rapporto sodale con Aldo Bernardini avesse spinto l'autrice a portare soccorso al professore in difficoltà [si veda al riguardo la polemica per la mancata condanna del comportamento del rettore dell'università di Teramo da parte di Bernardini, della quale abbiamo dato conto su questo sito]. Certo, ci aveva sorpreso il tono ambiguo della lettera che accompagnava lo scritto, con la sollecitazione a pubblicarlo sulla base di una presunta necessità di aprire una discussione tra comunisti dopo i fatti di Teramo. Per quanto riguarda in particolare Aginform, Adriana Chiaia ci accusava di una 'sbandata teorica' perchè faremmo una 'confusione ideologica tra l'uso politico dell'Olocausto (con la O maiuscola) da parte del sionismo su cui si basa la politica colonialista e razzista dello stato di Israele, e la negazione dell'Olocausto'.

A dire il vero avevamo chiarito subito che non consideravamo nostro compito entrare nel merito di singole questioni (per esempio sulla fondatezza o meno delle ricerche di Faurisson o di altri) e nemmeno assumere pubblicamente posizioni di censura verso Aldo Bernardini (e infatti abbiamo reso pubblica la nostra critica nei suoi confronti solo dopo le sue ripetute sollecitazioni a ospitare la sua posizione sul sito). Consideravamo invece nostro preciso dovere attaccare senza riserve - come abbiamo fatto - l'operato del rettore dell'Università di Teramo il quale, con la copertura del ministro Mussi, aveva decretato la chiusura dell'ateneo per impedire un dibattito e successivamente aveva sospeso il Master Enrico Mattei perché 'non coerente con gli obiettivi formativi' dell’istituzione! A un fatto gravissimo di tale portata si era accompagnata la mobilitazione e l’aggressione del circolo sionista (che non abbiamo timore di definire nazisionista) di Roma denominato 'Circolo 1948' (come l'anno che segna l'inizio dell'olocausto palestinese), e la vergognosa pubblicità (gratuita), su un’intera pagina del quotidianio del PRC Liberazione, basata su un appello contro l'iniziativa di Teramo della lobby cultural-accademica sionista. Inutile ricordare che Liberazione aveva rifiutato la pubblicità (a pagamento!) dei tre quaderni di Aginform dedicati alla questione sionista, dove sfidiamo chiunque a trovare qualsiasi riferimento a tesi cosiddette negazioniste. Secondo la Chiaia denunciare questo tipo di mobilitazione massmediatica e squadrista e il suo ampio e allarmante contesto sarebbe cader preda di "ossessione del complotto sionista".

A noi sembra che la lotta senza quartiere contro il sionismo sia - come abbiamo sostenuto nei tre quaderni da noi pubblicati - non una caratteristica accessoria, ma una necessità primaria a livello mondiale (non riguardante cioè solo i Palestinesi o solo il Medio Oriente) della lotta antimperialista. Se sostenere questo significa avere 'l'ossessione del complotto sionista', allora siamo proprio ossessionati.

Siamo ossessionati dal constatare la faciloneria con cui, con tutto il preteso impianto teorico marxista-leninista, si fa passare per antifascista il 'Circolo 1948' e per sinceri democratici i promotori dell'appello pubblicato da Liberazione. Siamo ossessionati dal moltiplicarsi degli episodi di repressione e censura anche nella sfera accademica, come dimostra il caso recente dell'ebreo Finkelstein privato della cattedra per la sua denuncia della "Industria dell'Olocausto". Siamo ossessionati dal constatare quotidianamente la complicità col sionismo nella sinistra italiana (vedi Liberazione o Bertinotti recentemente in Palestina o il silenzio di tomba su Vanunu nuovamente arrestato).

Siamo ossessionati infine dal constatare che lo scritto della Chiaia, da noi respinto, ha trovato ospitalità con rilievo sul sito Politica on line, un sito 'non di parte' in cui confluiscono apporti di ogni tipo, una collocazione piuttosto strana per un intervento che si proponga di avviare un dibattito tra comunisti. A che serve e a chi serve la pubblicazione in questo contesto? La risposta la si può forse trovare guardando al modo in cui i sionisti agiscono.

Altre risposte
allo scritto
di Adriana Chiaia

Claudio Moffa:
gli sproloqui "marxisti-leninisti" della maestrina dalla penna rossa


Mauro Manno: Risposta ad Adriana Chiaia Ovvero dell'elasticità

Il punto di forza della loro iniziativa è certamente l’alleanza con l’imperialismo USA, ma essi nella loro tattica vanno oltre e cercano di creare in tutti i settori un clima di comprensione per il loro operato criminale. Quindi si servono dell’olocausto per addossare ai palestinesi la responsabilità di un conflitto infinito e si servono della sinistra imperialista per coprirsi le spalle. In questo contesto anche una marxista leninista inossidabile come Adriana Chiaia può essere un buon alleato. Molti compagni e molte compagne diranno: 'se lo dice Adriana la campagna sollevata contro Moffa e la chiusura dell'università sono giustificate'. Lo scritto della Chiaia serve cosė solo a coprire il sionismo. Lenin sosteneva che senza combattere l’opportunismo non si può combattere l’imperialismo. Noi sosteniamo che combattere l’imperialismo americano è anche combattere il sionismo, una nuova forma di nazismo.

Erregi

30 luglio 2007


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