Provocati e provocatori

Appello dello International Action Center per la cessazione della campagna di menzogne e ostilità e di provocazioni militari contro la Corea del Nord

[leggi tutto]   

Il governo Bush sta incontrando a quanto pare grosse difficoltà nel tentativo di far passare al Consiglio di Sicurezza dell'ONU misure punitive contro la Corea del Nord. La Russia e la Cina si oppongono e proprio in questi giorni tra Cina e Corea del Nord vengono firmati importanti accordi di cooperazione economica. Anche dalla Corea del Sud (dal suo presidente) vengono significativi appelli a non drammatizzare e stravolgere il vero significato di un fatto (il lancio sperimentale di missili) che rientra in realtà nelle normali prassi militari di moltissimi stati. La distensione tra Nord e Sud ha fatto importanti passi avanti negli ultimi anni, dopo la storica "dichiarazione congiunta" del 15 giugno 2000 e gli USA sono i soli a temerne le conseguenze di lungo termine e a contrastarla per poter mantenere la loro occupazione militare. Solo il Giappone sembra interessato a gridare strumentalmente al pericolo nordcoreano per giustificare la sua politica sempre più aggressiva di riarmo e l'allineamento sempre più vistoso con i falchi di Washington.

Le difficoltà crescenti che gli USA incontrano non diminuiscono naturalmente affatto la gravità delle minacce a cui la Corea del Nord è sottoposta tutti i giorni nelle dichiarazioni in perfetto stile nazista dei più alti responsabili politici statunitensi, tanto repubblicani che democratici, puntualmente accompagnate da massicci spiegamenti di forza militare e provocazioni che fanno ritenere possibile in ogni momento una nuova guerra di Corea.

In questo contesto registriamo ancora una volta l'allineamento pressochè totale della nostra stampa di destra e di sinistra alla propaganda americana. C'è ormai un "senso comune" drogato e insensibile a ogni richiamo alla ragione e alla realtà che scaccia il buon senso, per dirla con Manzoni, e pervade le reazioni politiche e mediatiche, che si tratti del "terrorismo" o di Israele, della Corea o dell'Iraq e dell'Iran. Se ne è fatto interprete eccellente in questi giorni Adriano Sofri con un disgustoso editoriale su "La Repubblica". Sofri non è nuovo a un ruolo di prima donna quando si tratta di demonizzare il nemico pubblico numero uno prescelto di volta in volta dagli USA, ma questa volta supera se stesso, arrivando a dipingere George Bush, sia pure per interposto traditore coreano, come l'uomo della provvidenza per riportare in Corea giustizia e verità - evidentemente a suon di bombardamenti.

Il provincialismo culturale di questi servi sciocchi dell'imperialismo fa vomitare. E' il segno di un regresso profondo in cui i transfughi della sinistra passati a cantori dell'imperialismo hanno contribuito a far cadere il nostro paese. Risalire la china non sarà facile, sarà possibile, se mai lo sarà, solo a caro prezzo.

Paolo Pioppi


Ritorna alla prima pagina