COMUNICATO STAMPA

Il CDA dell’UCOII , prese in considerazioni le reazioni suscitate dalla pubblicazione dell’inserzione a pagamento su alcuni quotidiani nazionali il 19/08/2006, precisa quanto segue:

Nessuna affermazione che è stata fatta riguarda le religioni e il rapporto tra Comunità Islamica e Comunità Ebraica in Italia è basato e realizzato sul rispetto reciproco.

Nessun sentimento antisemita: basti pensare che una consistente parte dell’UCOII è semita.

L’unico riferimento al nazismo è in relazione alle tragedie che esso ha causato.

Ben lungi da banalizzare l'immane tragedia causata dalla barbarie nazista ai popoli dell'Europa intera e, tra essi, ad una parte consistente del popolo ebraico, i termini usati nel documento UCOII volevano stimolare l'opinione pubblica italiana a una riflessione sulla reiterata aggressione che lo Stato d'Israele stava compiendo contro un paese vicino, il Libano, senza smettere contemporaneamente di colpire quotidianamente con mezzi militari e altre continue odiose coercizioni e vessazioni, la popolazione civile di Gaza e della Cisgiordania occupata.

E’ utile ripetere in questa sede qual' è la nostra posizione nei confronti dell'ebraismo e degli ebrei.

Nessuna forma di razzismo ci è consentita in quanto riteniamo tutti gli uomini creature di Dio, e l'unico criterio di eccellenza è quello del timor di Dio e del buon comportamento.

Nessuna forma di antisemitismo ci è possibile, ché se ne coltivassimo in noi il seme, sarebbein contraddizione con l'amore che abbiamo per tutti i Profeti che, discendenti di Isacco o di Ismaele, erano appunto semiti.

Nessuna forma di discriminazione religiosa ci è consentita in quanto dottrinalmente siamo tenuti al rispetto e alla protezione della gente del Libro e tutta la storia islamica testimonia il sostanziale rispetto di questo precetto.

Nessun rifiuto aprioristicoè lecito verso una cultura, da chicchessia espressa, se non per i suoi contenuti.

Per quel che riguarda l'aspetto politico, la concezione etnico-religiosa dello stato d'Israele, la sua formazione a partire da azioni di pulizia etnica violenta e sistematica nei confronti delle popolazioni palestinesi che vivevano su quel territorio, il suo rifiuto di ottemperare alle risoluzioni delle Nazioni Unite che in seguito alla guerra del 1967 imponevano ad esso il ritiro da Gaza, Cisgiordania, Gerusalemme Est e Golan, la politica degli insediamenti nei territori occupati e infine la costruzione del Muro di separazione, hanno determinato una situazione di ingiustizia permanente e di persecuzione nei confronti del popolo palestinese, che non può lasciare indifferente nessun uomo amante della pace.

Giudichiamo quindi come ingenerosa ogni accusa di razzismo e di antisemitismo.

Plaudiamo alle iniziative del nostro Governo, che vediamo muoversi con senso di responsabilità e fermezza.

Ci auguriamo che nessuna polemica strumentale possa creare un fossato tra la nostra comunità e il mondo della politica che con tanta prontezza ha reagito al nostro comunicato e che anzi, questa occasione sia foriera di un rinnovato dialogo.

21 agosto 2006

Il Consiglio di Amministrazione dell’U.C.O.I.I.


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