20 minuti con Obama sull'11 settembre

Charlie Sheen

Fonte: Infowars.com
Traduzione a cura di Pino Cabras per Megachip
Charles Sheen è un famoso attore cinematrografico statunitense


Recentemente ho avuto il piacere di sedermi accanto al nostro 44° Presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Hussein Obama, mentre era in giro a promuovere la sua iniziativa di riforma dell’assistenza sanitaria. Ho chiesto 30 minuti data la portata e il dettaglio della mia indagine; mi hanno detto che avrei potuto averne 20.

Venti minuti, 1200 secondi, non proprio un granché di tempo per far domande al Presidente su uno dei più importanti eventi nella storia della nostra nazione. Quella che segue è la trascrizione della nostra notevole discussione.

Charlie Sheen - Buongiorno signor Presidente, la ringrazio tanto per sottrarre del tempo dalla sua impegnativa agenda.

Presidente Barack Obama - Prego, il contenuto della sua richiesta mi sembrava qualcosa su cui avrei dovuto ritagliare qualche minuto.

CS - Vorrei sottolineare che ho votato per lei, per come le sue promesse di speranza e di cambiamento, trasparenza e responsabilità, così come la messa del governo nelle mani del popolo americano, ha toccato in me una corda emotiva che non avevo sentito da un bel po’ di tempo, forse mai.

PBO - E io lo apprezzo Charlie. Grande appassionato dello spettacolo, peraltro.

CS - Signore, non riesco a immaginare quando potrebbe trovare il tempo per vedere davvero il mio spettacolo data la misura di ciò che ha ereditato.

PBO - L’ho visto in DVD sull’Air Force One. Una piacevole pausa dal gruppo dei corrispondenti in viaggio. (Dà un’occhiata al suo orologio). Non per essere brusco o per farle fretta, ma le rimangono 19 minuti.

CS - Lo prendo come un invito a tagliare corto.

PBO - Sono tutto orecchi. O almeno così mi è stato detto.

CS – Signor Presidente, a breve avremo il nostro primo anniversario dell’11/9 con lei come Comandante in Capo.

PBO - Sì. Una giornata davvero solenne per la nostra Nazione. Una giornata di riflessione e già pure una giornata di coscienza storica.

CS – Proprio così, davvero così.... Ora, nel cercare la sua posizione per quanto riguarda gli eventi dell’11/9 e la successiva indagine che ne seguì, sono nel giusto se ho capito che lei appoggia in pieno e approva le risultanze della relazione della Commissione altrimenti nota come la ‘versione ufficiale’?

PBO – Dovrei avere qualche ragione per non farlo? Dato che la maggior parte di noi è ragionevolmente in possesso di elementi simili.

CS - Desidererei veramente che fosse così, signore. È consapevole, signor Presidente, delle recenti sbalorditive rivelazioni secondo cui il sessanta per cento dei membri della Commissione sull’11/9 ha dichiarato pubblicamente che il governo ha concordato di non dire la verità sull’11/9 e che il Pentagono era impegnato in un inganno deliberato circa la sua risposta all’attacco?

PBO - Sono consapevole di alcuni “contrasti interni” nel corso del loro accuratissimo e instancabile processo investigativo.

CS - Signor Presidente, è difficile derubricare questo tipo di attrito al rango di “contrasti interni” o fare il temerario salto fino ad “accuratissimo”, quando le prove su cui insisto affinché le esamini in relazione a 6 dei 10 membri sono dati di fatto.

(A questo punto uno degli assistenti senior di Obama si avvicina al Presidente e gli sussurra in un orecchio. Obama dà una rapida occhiata al suo orologio e annuisce non appena l’assistente riprende il suo posto sulla porta direttamente dietro di me.)

PBO – Non per mancanza di riguardo, signor Sheen, ma devo chiederglielo, cos’è che lei sembra voler implicare con la direzione iniziale di questa discussione?

CS - Io non intendo implicare nulla, signor Presidente. Sono qui per presentare i fatti e vedere cosa lei intende farne.

PBO – Mi faccia indovinare; i suoi ‘fatti’, a presunto supporto di queste affermazioni, sono nelle cartelle che ha portato con sé?

CS – Indovina bene, signor Presidente.

(consegno la prima cartella di documenti al Presidente)

CS - Ancora una volta signore, queste non sono opinioni o ipotesi mie, questi sono tutti argomenti di pubblico dominio, riportati attraverso i media mainstream, faticosamente controllati nei fatti e verificati.

(il Presidente dà un’occhiata all’interno della cartella che gli ho fornito)

CS - Noterà su una pagina del fascicolo datata 6 agosto, presa dal «Washington Post», fra le dichiarazioni di John Farmer, consulente senior per la Commissione sull’11/9, una sua frase che afferma: «Sono rimasto scioccato per come la verità fosse così diversa dal modo in cui è stata descritta».

PBO - (mentre scorre il rapporto, quasi impercettibile) .... um hmm....

CS – Aggiunge inoltre: «I nastri [della Difesa Aerea del NORAD] rivelano una storia radicalmente diversa da quella raccontata a noi e al pubblico per due anni...».

(il Presidente continua a visualizzare i documenti)

CS - Nelle pagine due e tre, signore, ci sono le dichiarazioni, ancora, dei co-presidenti della Commissione Thomas Kean e Lee Hamilton, dei commissari Bob Kerrey, Timothy Roemer e John Lehman, così come le dichiarazioni del commissario Max Cleland, un ex -senatore della Georgia, che si è dimesso con la seguente dichiarazione:
«È uno scandalo nazionale. Questa indagine è ormai compromessa. Un giorno o l’altro dovremo conoscere l’intera storia, perché la questione 11/9 è importantissima per l’America. Ma la Casa Bianca vuole insabbiare tutto.»
Ha anche descritto la smania del presidente Bush di ritardare il processo, per non danneggiare il tentativo di farsi rieleggere nel 2004. Sospettavano l’inganno, fino al punto di considerare di rinviare la questione al Dipartimento di Giustizia per le indagini penali. Signor Presidente, questa informazione da sola pone inequivocabilmente le fondamenta per una nuova inchiesta!

PBO – Di errori ne sono stati chiaramente compiuti, ma noi, come popolo e come paese abbiamo bisogno di andare avanti. È ovviamente nel nostro migliore interesse in qualità di società democratica concentrare i nostri sforzi e le nostre risorse sul futuro di questa grande nazione e sulla nostra capacità di proteggere il popolo americano e i nostri alleati da questo tipo di terrorismo negli anni a venire.

CS - Come possiamo concentrarci sul futuro, quando la Commissione stessa mette a verbale che non sa ancora la verità?

PBO - Anche se quello che lei afferma potesse in qualche modo cominciare ad affrontare una discussione aperta o un dibattito equilibrato, io non posso parlare a nome di, né in merito alle decisioni che alcuni membri della commissione hanno preso nel corso di un periodo estremamente difficile. Forse lei dovrebbe interpellare loro, anziché me. Aspetti, non mi dica, ero più facile da rintracciare di quanto non lo fossero loro?

CS - Non proprio, ma cerchiamo di essere franchi. Lei è il Presidente degli Stati Uniti, il leader del mondo libero, alla fine le decisioni sono sue. L’11/9 è stato il pretesto per lo smantellamento sistematico della nostra Costituzione e del Bill of Rights. La sua amministrazione sta leggendo dallo stesso canovaccio che l’amministrazione Bush ha imposto all’America per mezzo di segreti e inganni ben dimostrati.

PBO - Signor Sheen, mi sta venendo difficile starmene qui seduto ad ascoltarla mentre traccia delle analogie distorte tra il metodo di governo Bush/Cheney e il mio.

CS - Signor Presidente, le analogie non sono distorte solo perché lei dice che lo sono. Aderiamo ai fatti. Lei ha promesso di abolire il Patriot Act e poi ha votato per ri-autorizzarlo. Si è impegnato a porre fine alle intercettazioni senza garanzia contro il popolo americano e ora le difende con energia. Lei condannava la prassi degli arresti extragiudiziali e ora la continua. Ha promesso tante volte durante la campagna elettorale che avrebbe posto fine alla pratica della detenzione indefinita e, invece, la ha ampliata al rango di detenzione permanente di “detenuti” senza processo. Questo supera di gran lunga gli scandali della precedente amministrazione. Mi dia del matto, signor Presidente, ma non è questo il suo rendiconto?

PBO - Signor Sheen, il mio staff e io abbiamo autorizzato questa intervista sulla base della sua richiesta di discutere l’11/9 e fornire alcune informazioni aggiuntive che lei è convinto io non avrei precedentemente esaminato. Mi dia del matto, ma sembra che lei abbia ciecamente vagato fuori tema.

CS -Gli esempi che ho appena illustrato sono un risultato diretto dell’11/9. PBO - E io le sto dicendo che dobbiamo andare avanti, dobbiamo attraversare questi anni a venire così pericolosi e politicamente problematici.

CS - Signor Presidente, non possiamo andare avanti con il labirinto senza fondo di domande senza risposta che circonda quel giorno e le sue conseguenze.

PBO - Ho letto la relazione ufficiale. Ogni parola, ogni pagina. Forse lei dovrebbe fare lo stesso.

CS – L’ho fatto signor Presidente, e così hanno fatto migliaia di familiari delle vittime, e indovini un po’, fanno le mie stesse domande e forse molte di più. Io non ho perso uno dei miei cari in quel giorno terribile, signor Presidente, e nemmeno lei. Ma da allora io, insieme a milioni di altri americani, abbiamo perso qualcosa che ritenevamo vera e cara per la maggior parte della nostra vita in questo nostro grande paese; abbiamo perso la nostra speranza.

PBO - E io vorrei far conto sul fatto che sono qui per ricostituire quella speranza. Per ripristinare la fiducia nei vostri leader, nel sistema attraverso cui gli elettori scelgono una transizione pacifica del potere.

(Uno strano momento di silenzio tra di noi. Tempo prezioso che se ne va nel ticchettio).

CS - Signor Presidente, è consapevole del numero di giorni che ci volle per iniziare l’indagine sull’assassinio di JFK?

PBO - Se la memoria non m’inganna credo che siano state due settimane.

CS - Fuochino. Diciassette giorni di tempo per essere esatti. Lei sa, signore, quanto tempo ci è voluto per iniziare l’indagine su Pearl Harbor?

PBO - Direi ancora una volta circa .... due settimane.

CS – Di nuovo fuochino, signore, undici giorni per essere esatti. È a conoscenza signor Presidente, del tempo che ci è voluto per avviare l’inchiesta sull’11/9?

PBO – Lo so che deve essere apparso come un tempo molto lungo per tutte le famiglie colpite dal lutto.

CS – È stato un tempo molto lungo signor Presidente: quattrocentoquaranta giorni. Circa 14 mesi. Non le dà fastidio signor Presidente, che ci siano volute appena CINQUE ORE per il segretario alla Difesa Donald Rumsfeld dopo l’attacco iniziale per raccomandare e approvare un’offensiva su larga scala contro l’Iraq?

PBO - Io non sono a conoscenza di una tale presunta richiesta.

CS - Ho le prove Signor Presidente, insieme a decine di documenti e fatti ai quali vorrei che lei desse un’occhiata. Qui.

(Gli allungo un altro documento, di spessore molto più grande rispetto al primo)

PBO - Vedo che lei è venuto preparato, Charlie.

CS – Non c’è altro modo di esporre, signor Presidente. In caso di dubbi prepariamoci di più, dico sempre. PBO - Ora parla come la First Lady.

CS - Questo è un bel complimento.

PBO - Come desidera. La prego di continuare.

CS - Signor Presidente, vorrei attirare la sua attenzione sulla pila di documenti nella cartella che le ho appena consegnato. Il primo in cima è intitolato “Operazione Northwoods”, un piano declassificato del Pentagono inteso a mettere in scena degli attentati terroristici sul suolo americano, da attribuire a Cuba come un pretesto per la guerra.

PBO - E vorrei attirare la sua, di attenzione, sul fatto che al principale redattore di questo improbabile progetto fu rapidamente negato un secondo mandato di presidente degli Stati Maggiori Riuniti e fu spedito armi e bagagli in una guarnigione europea della NATO. Grazie a Dio, le sue ambizioni dell’altro mondo non videro mai la luce del giorno.

CS - Non sarei tanto certo di questo, signor Presidente.

PBO - Potrei facilmente dire lo stesso per lei, Charlie.

(Il Presidente guarda l’orologio) CS - Il prossimo documento recita: “provocazioni artificiose declassificate”. Ora, signor Presidente, francamente mi sarebbe piaciuto che queste cose me le fossi inventate. Sono certo che conosce l’incidente della USS Maine, l’affondamento del Lusitania, che tutti noi adesso sappiamo che ci hanno portato alla Prima Guerra Mondiale, e naturalmente il più famoso, l’incidente del Golfo del Tonchino.

PBO - Naturalmente sono a conoscenza di questi eventi storici e mi rendo conto che c’è una quantità di controversie che li circonda. Ma, per essere abbastanza franco con lei, tutto questo è storia antica.

CS - Signor Presidente, è stato spesso detto: «Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla.» E io glielo concedo, questi eventi sono il passato.

PBO - Un mondo assai diverso, ragazzo, che si caricava di uno stato di questioni universali radicalmente disparate.

CS – Nessuna obiezione, la sto solo invitando a riconoscere una qualche credibilità allo schema o al tema. Caso in questione: il documento successivo nella cartella. Fu pubblicato dal think-tank Progetto per un Nuovo Secolo Americano ed è intitolato “Rebuilding America difese”, ed è stato scritto da Dick Cheney e Jeb Bush. Per citare dal documento… - (il Presidente interrompe)

PBO - «Inoltre, il processo di trasformazione, anche se porta cambiamenti rivoluzionari, sarà probabilmente lungo, a meno che non ci sia un qualche evento catastrofico e catalizzatore - come una nuova Pearl Harbor.»

CS - Touché, signore. Il suo pensiero su questa frase, signor Presidente?

PBO – Definirei questo un evidente caso di valutazioni errate alimentato da un malaugurato retroterra di presunzioni. Per alcuni, la negazione disinformata delle coincidenze.

CS - Interessante visuale. Tuttavia, Il Vicepresidente Cheney non si fermò lì. All’inizio del 2008, sia il giornalista vincitore del premio Pulitzer Seymour Hersh sia la MSNBC hanno riferito che Cheney aveva proposto al Pentagono uno scandaloso piano volto a far sì che la Marina degli Stati Uniti creasse false motovedette iraniane, pilotate da Navy Seals, che avrebbero messo in scena un attacco ai cacciatorpediniere USA nello stretto di Hormuz. Questo evento sarebbe stato attribuito all’Iran e usato come pretesto per la guerra. Qualcuna di queste informazioni la preoccupa, signor Presidente? Dovremmo solo ignorarle, finché queste realtà possano essere respinte fra tanti anni dai nostri figli, anche queste come storia antica?

PBO - Naturalmente queste informazioni mi preoccupano, eppure non si avvicinano ad essere altrettanto preoccupanti quanto lei qui seduto oggi a insinuare sospettosamente che si sia in qualche modo consentito che accadesse l’11/9 o che addirittura sia stato orchestrato dall’interno.

CS - Signor Presidente io non sto a insinuare sospettosamente nulla. Io sto semplicemente esponendo i documenti e faccio le domande che nessuno al potere nemmeno considera né ammette. E come ho detto prima, ho votato per lei, ho creduto nel suo messaggio di speranza e di cambiamento. Signor Presidente io sono venuto da lei specificamente sperando in un cambiamento. Un cambiamento nella percezione del fatto che il nostro governo non abbia ancora reso se stesso aperto e responsabile verso il popolo. Queste sono le sue parole Signor Presidente, non le mie. Le vite di migliaia di persone sono state brutalmente spezzate e coloro che sono rimasti a soffrire il loro dolore infinito sono con me oggi, signor Presidente. Loro sono con me nello spirito e nella carne, e il messaggio che portiamo non sarà più messo a tacere dai mantra alimentati dai media che insistono su come dovrebbero sentirsi. Decidendo per loro, per otto lunghi anni, ciò che può essere pensato, cosa può essere detto, ciò che può essere richiesto.

PBO - E io apprezzo la sua passione, apprezzo la sua convinzione. A dispetto delle sue preoccupazioni, a dispetto di ciò che i suoi dati possano o non possano rivelare, quel che lei e le famiglie devono capire e accettare è che stiamo facendo tutto il possibile per proteggervi.

CS - Signor Presidente, mi rendo conto che abbiamo pochissimo tempo, perciò mi permetta di scorrere un elenco di punti che possa illuminare alcune ragioni per le quali noi non ci aggrappiamo al caldo abbraccio della protezione federale.

PBO - Siamo arrivati a questo punto. Spari pure.

CS – La prego di tenere presente, signor Presidente, che tutto ciò che sto per dire è documentato come un dato di fatto ed è parte di una documentazione di pubblico dominio. Le informazioni che sta tenendo in mano registrano e verificano ogni punto.

PBO - Ha cinque minuti. A lei la parola. Ha campo libero. Mi renda edotto.

CS – Grazie, signor Presidente. Okay, prima cosa; Sulla lista dei principali ricercati dell’FBI Osama Bin Laden non è accusato dei crimini dell’11 settembre. Quando ho chiamato l’FBI a chiedere loro il perché di questo, mi hanno risposto: «Non ci sono prove sufficienti per collegare Bin Laden alla scena del crimine». In seguito ho scoperto che non era mai stato nemmeno mai incriminato dal Dipartimento della Giustizia

CS - Numero 2; La traduttrice dell’FBI Sibel Edmonds, è stata licenziata e le è stato imposto il silenzio dal Dipartimento della Giustizia dopo aver rivelato che il governo sapeva già di piani per attaccare le città americane utilizzando aerei come bombe agli inizi dell’aprile 2001. Nel luglio del 2009, la signora Edmonds ha violato l’ordine federale che le imponeva il silenzio e ha pubblicamente rivelato che Osama Bin Laden, al-Qa’ida e i talebani lavoravano per e con la CIA fino al giorno dell’11 settembre.

CS - Numero 3; Quella che segue è una citazione del sindaco Giuliani, durante un’intervista sull’11/9 con Peter Jennings per ABC News. «Sono andato giù sul campo e abbiamo fissato il quartier generale al n. 75 di Barkley Street, che si trovava proprio lì, con il commissario della polizia, il commissario dei vigili del fuoco, il capo della gestione delle emergenze, ed eravamo operativi fuori di lì, quando ci fu detto che il World Trade Center stava per crollare. E crollò prima che si potesse davvero uscire dal palazzo, così siamo rimasti intrappolati in un edificio per 10-15 minuti, e finalmente abbiamo trovato un’uscita e siamo andati fuori, abbiamo camminato verso nord, e portato un sacco di gente con noi.»

CHI GLIELO AVEVA DETTO? Fino ad oggi, la risposta a questa domanda resta ignorata, completamente tralasciata e recisamente NEGATA dal sindaco Giuliani in diverse occasioni pubbliche.

CS - Numero 4; Nell’aprile 2004 «USA Today» riferiva: «Nei due anni che hanno preceduto gli attacchi dell’11 settembre, il North American Aerospace Defense Command ha condotto delle esercitazioni che simulavano quel che la Casa Bianca dice che fosse inimmaginabile a quel tempo: aerei di linea dirottati usati come armi da far schiantare contro bersagli per causare perdite di massa.» Uno degli obiettivi era il World Trade Center.

CS - Numero 5; Il 12 settembre 2007 il programma della CNN “Anderson Cooper 360” ha riferito che il misterioso “aeroplano bianco” ripreso e filmato da molteplici media, il quale volava all’interno dello spazio aereo vietato sopra la Casa Bianca, poco prima delle 10 della mattina dell’11 settembre, era in realtà un E-4B dell’Aeronautica Militare, un Boeing 747 appositamente modificato con un guscio per le comunicazioni collocato dietro la cabina di pilotaggio, altrimenti conosciuto come “L’aereo Fine del Mondo”.

Anche se pienamente consapevole del caso, la Commissione sull’11/9 non ha ritenuto che l’apparire di un aereo militare fosse di alcun interesse e non lo ha incluso nella relazione finale della commissione.

CS - Numero 6, Tre F-16 assegnati alla base di Andrews dell’aeronautica militare, a dieci miglia da Washington DC, stanno conducendo esercitazioni in North Carolina, a 207 miglia di distanza, al momento in cui il primo aeroplano si schianta sul WTC. Anche a una velocità di gran lunga inferiore a quella massima di oltre 2400 km/h, avrebbero potuto ancora difendere il cielo di Washington, ben prima delle ore 9:00, oltre 37 minuti prima che il Volo 77 si schiantasse contro il Pentagono, e tuttavia, non sono ritornati che dopo le ore 9:55.

La base dell’aeronautica di Andrews non disponeva di caccia armati in allerta e pronti a decollare la mattina dell’11 settembre.

CS - Numero 7; L’Edificio 7 del WTC. Guardi il video del suo crollo.

CS - Numero 8; Il Volo 93 è il quarto aereo che si schianta l’11/9 alle 10:03. Il Vicepresidente Cheney dà l’ordine di abbattimento solo alle ore 10:10-10:20 e questo non è comunicato al NORAD fino a 28 minuti dopo che il Volo 93 si è schiantato.

Una cosa che alimenta ulteriori sospetti su questo fronte è il fatto che tre mesi prima degli attacchi dell’11/9, Dick Cheney ha usurpato il controllo del NORAD, e quindi lui, e nessun altro sul pianeta Terra, aveva il potere di decidere le incursioni sugli aerei di linea dirottati, l’11/9. Non ha esercitato tale facoltà. Tre mesi dopo l’11/9, si è spogliato del comando del NORAD e lo ha restituito al rango di un’operazione militare.

CS - Numero 9; Diversi pezzi nei principali organi di informazione hanno raccontato che l’FBI ha condotto un’inchiesta su almeno CINQUE dei dirottatori dell’11/9 esercitatisi presso scuole di volo militari USA. Queste indagini ora sono secretate e occorre che siano declassificate.

CS - Numero 10; Nel 2004 i vigili del fuoco newyorchesi Mike Bellone e Nicholas DeMasi hanno rivelato pubblicamente che avevano trovato le scatole nere al World Trade Center, ma è stato loro detto di tenere la bocca chiusa da parte di agenti dell’FBI. Nicholas DeMasi ha detto di aver accompagnato gli agenti federali su un fuoristrada nell’ottobre 2001 e li ha aiutati a individuare i dispositivi, una storia sostenuta dal soccorritore volontario Mike Bellone.

Come ha riferito a quel tempo il «Philadelphia Daily News», «la loro storia solleva la questione se ci sia stato un qualche tipo di insabbiamento a Ground Zero.»

CS - Numero 11- Centinaia di testimoni oculari compresi i primi soccorritori, capitani dei vigili del fuoco, giornalisti, e la polizia, hanno tutti descritto esplosioni multiple in entrambe le torri prima e durante il crollo.

CS - Numero 12; Un video strabiliante scoperto negli archivi mostra la corrispondente di BBC News, Jane Standley, mentre riferisce in merito al crollo dell’Edificio 7 del WTC oltre venti minuti prima che cadesse alle 5:20 del pomeriggio dell’11/9. I nastri di precedenti trasmissioni della BBC mostrano i conduttori del notiziario mentre discutono del crollo del WTC 7, con 26 minuti pieni in anticipo. La BBC in un primo momento ha sostenuto che i suoi nastri dell’11/9 erano stati “persi”, prima di ammettere d'aver fatto l’«errore» di riportare il crollo del WTC 7 prima che accadesse senza spiegare adeguatamente il modo in cui avrebbero potuto ottenere una conoscenza anticipata dell’evento.

Inoltre, più di un’ora prima del crollo del WTC 7, alle 4:10 del pomeriggio, Aaron Brown della CNN ha riferito che l’edificio «è crollato, o sta crollando».

CS - Numero 13; L’affermazione del procuratore Generale Ted Olson secondo cui sua moglie Barbara Olson lo ha chiamato per due volte dal volo 77, descrivendogli dei dirottatori con dei taglierini, è stato un elemento centrale della versione ufficiale dell’11/9.

Tuttavia, la credibilità della storia è stata completamente compromessa dopo che Olson continuava a cambiare la sua versione sul fatto che sua moglie avesse usato il suo telefono cellulare oppure il telefono dell’aereo. La tecnologia per consentire le chiamate da cellulare da voli di linea ad alta quota non è stata creata che nel 2004. La American Airlines ha confermato che il volo 77 era un Boeing 757 e che questo aereo non aveva i telefoni di bordo.

Secondo l’FBI, Barbara Olson ha tentato di chiamare il marito una sola volta e la chiamata non riuscì a connettersi, quindi Olson deve aver per forza mentito quando ha affermato di aver parlato con la moglie dal volo 77.

CS - Numero 14, la dimensione di un Boeing 757 è di circa 38 metri in larghezza eppure le immagini della zona d’impatto al Pentagono presumibilmente causata dallo schianto dimostrano soltanto un buco di non più di 5 metri di diametro. I motori del 757 avrebbero aperto un buco più grande di questo, figuriamoci l’intero aereo. Le immagini prima del parziale crollo della zona d’impatto mostrano poco danno derivante dal reale impatto e un’area di rari detriti del tutto incoerente con lo schianto di un aereo di linea di grandi dimensioni, soprattutto se confrontata con altre immagini che mostrano schianti di aerei negli edifici.

CS - Numero 15; Qual significato si cela dietro la seguente citazione attribuita a Dick Cheney, che è venuta alla luce durante le audizioni della Commissionesull’11/9? Il brano è tratto dalla testimonianza resa dall’allora Segretario dei Trasporti Norman Mineta.

«Durante il periodo in cui l’aereo si stava dirigendo verso il Pentagono, c’era un giovane che giungeva e diceva al Vicepresidente: “l’aereo e a 50 miglia”, “l’aereo è a 30 miglia”; e quando arrivò a “l’aereo è a 10 miglia”, il giovane disse al Vicepresidente: “gli ordini sono ancora validi?” E il Vicepresidente si girò di scatto e disse, “Certo che gli ordini sono ancora validi. Hai forse sentito qualcosa che affermi il contrario?”».

Mentre l’aereo non veniva abbattuto, in aggiunta al fatto che i caccia armati erano ben lontani dall’aereo e che il sistema di difesa del Pentagono non è stato attivato, possiamo star certi che gli ordini erano di lasciare che l’aereo trovasse il suo obiettivo?

CS - CS - Numero 17; Funzionari di vertice del Pentagono annullarono il 10 settembre i loro voli di linea previsti per l’11 settembre. Il sindaco di San Francisco Willie Brown, a seguito di un avviso di sicurezza, cancellò un volo per New York in programma per la mattina dell’11/9.

CS - Numero 18; La tecnologia per consentire le chiamate con cellulare dai voli di linea ad alta quota è stata prodotta solo nel 2004, e anche a quel punto era solo in fase di sperimentazione. Chiamate provenienti da telefoni cellulari che formano parte integrante della versione ufficiale dei fatti erano tecnologicamente impossibili al tempo.

CS - Numero 19: Il 29 aprile 2004, il Presidente Bush e il Vicepresidente Cheney si sarebbero incontrati con la Commissione solo a determinate condizioni di clandestinità. Hanno insistito per testimoniare insieme e non sotto giuramento. Hanno anche chiesto che la loro testimonianza venisse trattata come una questione di «segreto di Stato.» Fino ad oggi niente di quanto hanno pronunciato quel giorno è di pubblico dominio.

CS - E infine, signor Presidente - Numero 20; Pochi giorni dopo l’attacco, molti giornali così come l’FBI riferirono che un passaporto di carta era stato trovato tra le rovine del WTC. Nell’agosto 2004, la CNN ha riferito che il visto del dirottatore dell’11/9 Ziad Jarrah era stato trovato fra i resti del volo 93, che è precipitato a Shanksville, in Pennsylvania.

Almeno un terzo dei corpi delle vittime al WTC si sono vaporizzati e molte delle vittime dell’incidente del Pentagono si sono bruciate tanto da risultare irriconoscibili. Ciononostante i visti e i passaporti di carta che identificano gli autori degli attentati e che puntellano la versione ufficiale degli eventi miracolosamente sopravvivono a esplosioni e incendi, i quali ci è stato detto hanno fuso edifici in acciaio.

(L’assistente senior riappare accanto al Presidente sussurrandogli in un orecchio. Poi si separa rapidamente).

PBO – Beh, Charlie, non posso dire questo non sia stato interessante. Come ho detto prima, oggi lei si è dimostrato concentrato e organizzato. A prescindere da quel che sento per il materiale che ha presentato, devo lodare la sua dedizione e il suo zelo. Tuttavia, il nostro tempo qui è terminato.

(il Presidente si alza dalla sedia, e io faccio lo stesso).

CS - Signor Presidente! Un secondo ancora!

(Il Presidente si avvia verso la porta - io lo seguo in fretta passo passo).

CS - Signor Presidente, la imploro, sulla base degli elementi di prova che ora possiede, di utilizzare il suo Potere Esecutivo. Dimostri a tutti noi, signore, che nei fatti se ne prende cura. Dia vita a un’indagine del Congresso davvero globale e aperta sull’11/9 e le sue conseguenze. Le famiglie meritano la verità, il popolo americano e il resto del mondo libero meritano la verità. Signor Presidente --

(Fa una pausa. Ci stringiamo la mano).

CS – Si assicuri di essere dalla parte giusta della storia.

(Il Presidente interrompe la stretta di mano).

PBO - Io sono dalla parte giusta della storia. Grazie Charlie, il mio staff e io staremo in contatto.

(Noto mentre se ne va con grazia fuori dalla stanza che la verità che gli ho fornito è tenuta saldamente al suo fianco, nelle mani della Provvidenza.)


Una bibliografia completa, con tutte le prove presentate qui sopra può essere visionata su http://www.prisonplanet.com/20_minutes_bibliography.html La presente intervista può essere scaricata in formato PDF in inglese qui.


Nota dell’autore

Quello che avete appena letto in realtà non è successo ... per il momento.

Questa è una lettera aperta al Presidente volta a chiedere una nuova inchiesta.

Charlie Sheen


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