"Per un mondo senza sionismo (e senza imperialismo americano)"


Le parole del presidente dell'Iran, paese che non riconosce Israele, suscitano lo scandalo e le interessate manipolazioni degli ipocriti. Lasciamo allora parlare Ben Gurion, uno dei padri del colonialismo sionista, citato da Kim Petersen, di cui riproduciamo il commento.

"Perché gli Arabi dovrebbero fare la pace? Se io fossi un leader arabo non scenderei a patti con Israele. Questo è naturale: noi abbiamo preso i loro territori. Sicuro, Dio ce li ha promessi, ma che cosa è successo a loro? Il nostro Dio non è il loro. Noi veniamo da Israele, è vero, ma duemila anni fa, che significato ha per loro questo? C'è stato anti-semitismo, il Nazismo, Hitler, Auschwitz, ma è questa la loro colpa? Essi vedono una sola cosa: noi venimmo qui e rubammo i loro territori. Perchè dovrebbero accettare ciò?"

                 Fonte: Kim Petersen, www.dissidentvoice.org tradotto da www.comedonchisciotte.org


Anti-israeliani?

di Kim Petersen

“ Avete mai visto una Popolazione rinunciare di sua spontanea volontà alle sue terre? Nello stesso modo gli Arabi di Palestina non rinunceranno alla loro sovranità senza violenza”


                Vladimir Jabotinsky, sionista degli inizi del secolo scorso

I mass-media occidentali sono esterefatti dalle dichiarazioni del Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad agli studenti che lo ascoltavano a una conferenza a Teheran intitolata “Il Mondo senza Sionismo”.

Ahmadinejad rifiuta l'idea che l’Iran possa riconoscere Israele o normalizzare le relazioni con lo stato ebraico.
E perché mai dovrebbe farlo?
Il territorio geografico sul quale è insediato Israele è una terra che è stata sottratta ai palestinesi che ci vivevano nel modo più violento, oggigiorno riconosciuto come pulizia etnica.
Ahmadinejad non smorza i toni quando dice: “Chiunque riconosca Israele brucerà nel fuoco della furia della nazione islamica, nello stesso tempo ogni leader islamico che riconosca il regime sionista accetta la resa e la sconfitta del mondo islamico”.

Il New York Times e l’Associated Press hanno entrambe definito le dichiarazioni di Ahmadinejad come anti-israeliane. (1) In altre parole il leader iraniano è accusato di opporsi a un'entità che non ha mai riconosciuto – un’accusa assurda.

Il Vicepremier isrealiano Shimon Peres ha detto che le dichiarazioni di Ahmadinejad “ rappresentano un crimine contro l’umanità” e ha chiesto l’espulsione dell’Iran dalle Nazioni Unite - la cosa è piuttosto ipocrita.

Nel giugno del 1967 l’allora Ministro degli Esteri israeliano Abba Eban manifestò il disprezzo d’Israele per le Nazioni Unite: “Anche se l’Assemblea Generale dovesse votare con 121 voti contro 1 in favore del ritorno d’Israele entro i confini di prima dell’armistizio ( i confini precedenti al giugno del 1967) Israele rifiuterebbe di aderire alla decisione”.

Non c’è niente di strano in queste dichiarazioni. Israele, dopotutto, per sua stessa ammissione, dal 1967 al 1988 ha ricevuto dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU 88 risoluzioni di condanna. Nello stesso periodo l’assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato 429 risoluzioni contro Israele. Israele vanta dunque un primato nella violazione del diritto internazionale. (2)

Il riconoscimento della spartizione dela Palestina nel 1947 fu un atto di tradimento. Fu un miscuglio di imperialismo, razzismo, pulizia etnica e opportunismo. Nondimeno, nel 1950, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite concesse a Israele lo status di membro dell'organizzazione, ma solo a certe condizioni. La risoluzione 273 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite decretava che Israele dovesse rispettare la risoluzione 181, che definiva i confini israeliani e palestinesi e la 194 che contemplava il diritto al ritorno per i profughi palestinesi. Israele finora rifiutato. Le risoluzioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ad ogni modo, non sono vincolanti per il diritto internazionale.

Ahmadinejad ha una soluzione violenta. Egli cita l’ultimo Ayatollah Ruhollah Khomeini: “Isreale deve essere cancellata dalle carte geografiche”. Ma le sue parole sono pienamente in sintonia con le aspettative del Primo Ministro israeliano, David Ben Gurion: "Perché gli Arabi dovrebbero fare la pace? Se io fossi un leader arabo non scenderei a patti con Israele. Questo è naturale: noi abbiamo preso i loro territori. Sicuro, Dio ce li ha promessi, ma che cosa è successo a loro? Il nostro Dio non è il loro. Noi veniamo da Israele, è vero, ma duemila anni fa, che significato ha per loro questo? C’è stato anti-semitismo, il Nazismo, Hitler, Auschwitz, ma è questa la loro colpa? Essi vedono una sola cosa: noi venimmo qui e rubammo i loro territori. Perchè dovrebbero accettare ciò?" (3)

Ben Gurion era quindi anti-israeliano?

Per quanto riguarda l’Iran come può essere anti-qualcosa che nemmeno riconosce? Per gli Arabi riconoscere Israele significa una resa della loro legittima sovranità. Questo sì che potrebbe essere interpretato come "anti", e precisamente anti-arabo.

Kim Petersen

Fonte: http://www.dissidentvoice.org/Oct05/Petersen1027.htm

27 ottobre 2005

Ripreso da www.comedonchisciotte.org


Note:

[1] Nazila Fathi, “Iran’s New President Says Israel ‘Must Be Wiped Off the Map,’” New York Times, 27 October 2005
[2] Reference Desk, “The U.N.'s Record Vis a Vis Israel,” Arutz Sheva.
[3] Quoted in Nathan Goldman, “The Jewish Paradox” in Tony Seed and Gary Zatzman (Eds.) Dossier on Palestine (Shunpiking, 2002), p 72. The dossier is a most informative compendium on Palestine.

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