Il pericolo della guerra nucleare
e le responsabilità degli USA

Nino Pasti - 1986

Per rendere meglio comprensibile la mia esposizione occorre fare un' importante premessa: l'organizzazione più efficace ed attiva che il presidente Reagan è riuscito a creare durante il suo periodo alla Casa Bianca è stata una formidabile macchina propagandistica. Scrive un giornale americano: «Durante gli anni passati l'ex attore che è riuscito a costruirsi una fama di "grande comunicatore" ha trasformato la modesta e zoppicante attività informativa precedente nel più grande e sofisticato apparato del mondo». L'agenzia informativa degli Stati Uniti - Usia - ha ricevato un enorme impulso, il suo bilancio nel 1981 era di 458 milioni di dollari, nel 1986 è di 837 milioni e per il 1987 raggiungerà il miliardo. Le strutture della radio «Voce dell'America» sono state rinnovate e ammodernate con una spesa di 1300 milioni, potenziata Radio Marti che trasmette 14 ore e mezza al giorno verso Cuba e Radio Liberty orientata verso l'Unione Sovietica e Radio Europa Libera orientata verso i paesi dell'Europa dell'est. Ma il gioiello dell'Usia è il Worldnet - la rete mondiale che consente mediante una serie di satelliti di condurre conferenze stampa e dibattiti direttamente da Washington con tutti i paesi del mondo. L'importanza della Worldnet è stata dimostrata con la sua prima esperienza dopo l'invasione di Grenada nell'ottobre 1983. Con il più assoluto disprezzo per la verità e con la complicità dei mass-media occidentali, il Worldnet è riuscito a capovolgere, almeno ufficialmente, lo sdegno e la condanne dell'opinione pubblica mondiale per questo barbaro atto di terrorismo di stato. Ritengo superfluo precisare che la denominazione «Agenzia di Informazione» è un eufemismo» che significa «Agenzia di propaganda».

L'Usia impiega 7800 persone, ha 214 agenzie in 129 paesi 33 librerie, 103 centri bi-nazionali in 89 paesi, svolge programmi di preparazione per artisti e conferenzieri organizza 18-20 esibizioni l'anno, ha organizzato tre centri stampa a Washington, New York e Los Angeles che assistono migliaia di giornalisti in tutto il mondo. Carlo Wick, che è il direttore dell'Usia, ha affermato con fierezza che la sua agenzia è ''l'arsenale americano nella guerra delle idee". La misura dell'importanza di questa agenzia è data dal fatto che il suo direttore è il principale consigliere del Presidente, del Segretario di Stato e del Consiglio Nazionale di Sicurezza per ciò che riguarda l'atteggiamento che gli Stati Uniti devono assumere all'estero.

Questa breve premessa mi è parsa necessaria per chiarire un punto fondamentale: l'etere è invaso e bombardato dalla propaganda americana, propaganda incontrastata perché nel nostro mondo capitalista occidentale i mass-media accettano volentieri acriticamente e diffondono tale propaganda. Le possibilità per l'opinione pubblica occidentale di conoscere la realtà dei fatti è quindi estremamente modesta per non dire inesistente, anche se, istintivamente i popoli sono sempre più coscienti che il pericolo di una guerra mondiale viene dagli Stati Uniti e non dall'Unione Sovietica. Vi dirò anzi, in proposito, che l'amministrazione Reagan, sempre più consapevole di questo fatto sta sempre più orientando la trasmissione della Voce dell'America, destinata originariamente ai paesi dell'est e del terzo mondo, verso l' Europa occidentale per cercare di riguadagnare il terreno che sta perdendo.

In questo quadro il primo compito che dobbiamo proporci per costruire un movimento efficace, solido e capace di sviluppo, è quello di combattere la propaganda americana. La mia esperienza militare mi ha insegnato che ciò è possibile utilizzando documenti ufficiali americani che non possono quindi essere accusati di propaganda sovietica. Vi dirò anzi che ho scritto alcuni anni fa un libretto tradotto in molte lingue con citazioni esclusivamente americane e NATO e che lo ho recentemente aggiornato. Il nuovo libretto ha avuto un'ottima accoglienza nella Repubblica Democratica Tedesca che sta esaminando la possibilità di stamparlo in tedesco, francese e inglese. Anche l'Accademia delle Scienze dell'Unione Sovietica si è dimostrata interessata alla traduzione in russo. Non so se e quando avremo la possibilità di pubblicare il libretto in italiano, comunque sarà mio compito di fornire al movimento tutte le informazioni necessarie.

Il pericolo della guerra nucleare

Reagan e Weinberger hanno ripetutamente affermato che in una guerra nucleare non vi possono essere vincitori e che una guerra nucleare non si deve fare. Anche Gorbaciov ha affermato la stessa cosa. Queste dichiarazioni dei massimi dirigenti delle due grandi potenze nucleari hanno incoraggiato l'opinione pubblica alimentando un certo ottimismo. Tuttavia, mentre Gorbaciov ha proposto ripetutamente di distruggere tutte le armi nucleari entro l'anno2000, Reagan si sta rapidamente rimangiando tutte le proposte di Revkjavik mentre gli esponenti principali della sua amministrazione affermano sempre più apertamente di voler conservare un quantitativo consistente di tali armi. Le ragioni sostenute ufficialrnente per questa posizione americana nucleare sono scarsamente razionali e tentano di nascondere, male, le ragioni reali che sono scritte invece in forma chiara ed esplicita nei documenti ufficiali del Dipartimento della Difesa. Vediamole assieme.

Negli anni 60 la dottrina ufficiale americana elaborata da McNamara all'epoca Segretario alla Difesa era la dottrina della Mutua Distruzione Assicurata - Mad nella sigla inglese - che stabiliva che il numero di testate strategiche nucleari che ciascuna delle due potenze doveva avere, doveva essere tale da consentire di assorbire un colpo nucleare di sorpresa nemico - primo colpo in gergo militare - e attuare una ritorsione - secondo colpo in gergo militare - catastrofica per la parte che aveva lanciato il primo colpo. McNamara aveva quantificato questa ritorsione catastrofica nella distruzione delle 200 maggiori città nemiche. Considerando che per distruggere una città nemica possono occorrere 2 testate nucleari per assicurare la distruzione delle 200 città nemiche con il secondo colpo bastavano 400 testate nucleari capaci di sopravvivere al primo colpo nemico. Quantitativo relativamente piccolo che ha consentito fra l'altro per la prima, e a mia conoscenza unica, volta nella storia, di ridurre la produzione di materiale nucleare per armi a tutte e due le potenze. La dottrina Mad, chiamata anche Contro-Città in quanto erano le città nemiche gli obiettivi della ritorsione, era une dottrina realmente di deterrenza in quanto rendeva impossibile la guerra, eliminando la corsa agli armamenti nucleari.Questa dottrina faceva parte della filosofa Kennediana, che riteneva che in una situazione di competizione pacifica le nazioni emergenti dal regime coloniale avrebbero seguita l'organizzazione socio-economica americana e non quella sovietica, consentendo così agli Stati Uniti di diventare per via pacifica la prima incontestata potenza mondiale. I fatti si sono svolti invece in maniera esattamente contraria a quella ipotizzata dal presidente Kennedy e dagli Stati Uniti. Anche a causa della guerra in Vietnam si sono trovati sempre più isolati in un mondo ostile. I dirigenti americani si sono così resi sempre più chiaramente conto che fino a quando l'Unione Sovietica avesse continuato ad esistere come modello e come garanzia dell'indipendenza degli altri Stati il loro obiettivo di egemonia mondiale era irrealizzabile. Occorreva quindi cambiare radicalmente, rovesciare la strategia di McNamara: non rendere la guerra nucleare impossibile, ma invece renderla possibile e vincibile. Occorreva cioè produrre armi capaci, per precisione e potenza, di distruggere con un primo colpo le armi nucleari e convenzionali sovietiche lasciando cosi l'URSS disarmata alla mercè dell'America. È quanto ha fatto James R. Schlesinger, Segretario alla Difesa nel 1974. Egli scriveva nel suo Rapporto al Congresso: «L'obiettivo delle armi nucleari deve includere non soltanto le città e i silos dei missili ma anche i campi d'aviazione, molti altri tipi di installazioni militari e una varietà di altri importanti elementi». Questa dottrina si chiama «dottrina contro-forze» in quanto gli obiettivi delle armi nucleari americane sono le forze nemiche. Questo cambio di obiettivi ha anche incentivato la corsa agli armamenti nucleari, infatti, mentre con la dottrina Mad, come abbiamo visto, le armi necessarie alla ritorsione erano relativamente poche, le armi necessarie per distruggere con un primo colpo le forze armate sovietiche sono molte di più essendo numerosi gli obiettivi militari di entrambe le potenze. Inoltre l'aumentare delle armi nucleari americane richiedeva inevitabilmente un aumento di quelle sovietiche che a loro volta determinavano un ulteriore aumento di quelle americane in une spirale senza fine.

Come ho cercato di chiarire il cambio degli obiettivi introdotto da Schlesinger è stato il primo passo verso la preparazione di una guerra nucleare vincibile. A questo primo passo ne sono seguiti altri, sempre più importanti, sempre nella stessa direzione. Donald H. Runsfeld nel suo rapporto al Congresso per l'anno fiscale 1978 scrive: «Un importante obiettivo della missione di ritorsione assicurata, deve essere quello di ritardare significativamente la capacità dell'URSS di rimettersi da uno scambio nucleare e riguadagnare lo status di una nazione industriale del ventesimo secolo più rapidamente degli Stati Uniti». Per la sua importanza questa dichiarazione merita un esame approfondito: per ritardare il recupero dell'URSS dopo uno scambio nucleare per un tempo superiore a quello necessario per il recupero degli Stati Uniti, occorre che l'URSS subisca danni maggiori di quelli subiti dagli USA. Ciò è possibile soltanto se sono gli Stati Uniti a lanciare il primo colpo nucleare che determina i massimi danni all'Unione Sovietica e che, con la distruzione di gran parte delle armi strategiche sovietiche limita i danni della ritorsione agli americani. La dichiarazione del Segretario alla Difesa Runsfeld significa cioè che già nel 1978 gli Stati Uniti pianificavano un attacco nucleare di sorpresa contro l'Unione Sovietica.

L'allora Segretario alla Difesa Harold Brown nel suo Rapporto al Congresso per il 1979 scrive: «In altre parole, il nostro totale fabbisogno in testate nucleari strategiche... è anche funzione della necessità di mantenere capacità nucleari residue per il dopo guerra». Non soltanto l'amministrazione americana produce le armi nucleari necessarie per fare e vincere la guerra, ma ne produce di più per continuare ad essere la potenza nucleare più forte del mondo dopo aver vinta la guerra.

I1 25 luglio 1980 il presidente Carter ha firmato la Direttiva Presidenziale 59, nota sotto il nome di «guerra nucleare limitata e prolungata» che prevede che la guerra nucleare sia limitata soltanto all'Unione Sovietica e, naturalmente anche all'Europa. Su questo punto tornerò in seguito.

Finalmente l'attuale Segretario alla Difesa Caspar W. Weinberger nel suo Rapporto al Congresso per l'anno fiscale 1986 scrive: «Se il deterrente dovesse fallire, la strategia U.S. cerca la più rapida fine del conflitto in termini favorevoli agli Stati Uniti, ai loro alleati e ai loro obiettivi di sicurezza nazionale. "Favorevoli" significa che se saremo costretti a fare la guerra noi dobbiamo vincerla». Come potete vedere Weinberger non dice affatto che in caso di guerra nucleare non vi sarebbero vincitori e che una tale guerra non si deve fare, ma dice esattamente il contrario: in caso di guerra nucleare gli americani vinceranno la guerra e la guerra terminerà con il raggiungimento «degli obiettivi di sicurezza nazionale» degli Stati Uniti il che significa chiaramente la distruzione dell'Unione Sovietica come stato socialista e la soppressione di tutti i partiti comunisti sia dove sono al govemo, sia dove non lo sono.

Care compagne, cari compagni, le citazioni che vi ho più sopra riferito non sono propaganda sovietica, sono contenute in documenti ufficiali americani che io ho portato inutilmente in Senato per un approfondito dibattito che tutti i partiti hanno rifiutato, documenti che non sono segreti e che si possono comperare con pochi dollari alla libreria del Congresso americano. Da questi documenti esce una grave, preoccupante lezione: mentre Reagan e Weinberger fanno girare a pieno regime la loro poderosa macchina propagandistica per addormentare l'opinione pubblica mondiale, essi preparano la guerra nucleare. L'ultima fase di questa preparazione è costituita dalle «Guerre stellari».

Le guerre stellari

Il 23 marzo 1983 il presidente Reagan ha lanciato il programma della "Iniziativa di Difesa Strategica'' - SDI nella sigla americana - subito battezzata dall'opinione pubblica mondiale come "Guerra stellare". Secondo la prima versione reaganiana si tratta di uno scudo spaziale capace di fermare tutte le armi nucleari strategiche che l'Unione Sovietica potrebbe lanciare con un primo colpo e quindi liberare il popolo americano dall'incubo di una deterrenza nucleare basata sul terrore di una reciproca distruzione. Quando Stati Uniti e Unione Sovietica fossero stati in grado di costruire entrambe uno scudo spaziale impermeabile, i missili strategici sarebbero diventati inutili e quindi superati.

Immediatamente la macchina propagandistica americana si è messa in moto a pieno regime per cercare di superare le perplessità militari, tecniche ed economiche che un progetto così avveniristico aveva determiriato in tutti i popoli del mondo. Le difficoltà economiche, anche se ancora non è possibile fare una stima neppure di larga massima non essendo ancora stata definita l'architettura e il sistema o i sistemi che verranno adottati nella versione finale, si sono subito rivelate enormi: molte migliaia di miliardi, difficilmente compatibili con la grave situazione economico-finanziaria degli Stati Uniti.E' stato tuttavia il problema tecnico e le conseguenti implicazioni militari a portare un colpo decisivo alle giustificazioni propagandistiche delle guerre stellari. Tutti gli scienziati di tutti i paesi del mondo, compresi quelli americani, si sono trovati d'accordo sul fatto che nessuno scudo stellare potrebbe fermare tutte le testate nucleari strategiche missilistiche che l'Unione Sovietica sarebbe in grado di lanciare con un primo colpo. Lo scudo stellare potrebbe essere efficace soltanto nel caso che il numero delle testate nucleari lanciate contemporaneamente fosse molto ridotto. Di fronte a questo unanime verdetto scientifico l'ammistrazione americana ha dovuto cambiare radicalmente la sostanza della sua propaganda. Ha affermato Weinberger il 26 settembre scarso: "Il punto è che la nostra difesa strategica non ha bisogno di essere al 100% impermeabile per fornire uno straordinario ammontare di deterrente. Perfino uno scudo parzialmente efficace convincerebbe Mosca che un primo colpo sarebbe inutile e pericoloso". Anche Reagan a Reykjavik e dopo è ripiegato su uno scudo "ridotto". A parte il fatto che l'Unione Sovietica non ha mai avuto e non ha nessuna intenzione di lanciare un primo colpo nucleare contro gli Stati Uniti, che Gorbaciov ha ripetutamente proposto di distruggere tutte le armi nucleari per l'anno 2000 mentre Reagan vuole conservarne una larga parte e che, come chiarirò in seguito l'Unione Sovietica ha ed ha sempre avuto meno armi nucleari strategiche degli Stati Uniti, questa nuova posizione dell'amministrazione americana rovescia completamente l'impostazione iniziale delle guerre stellari. Non più uno scudo impermeabile, capace di fermare tutte le armi sovietiche e difendere tutta la popolazione americana, ma una modesta parziale difesa che riprende il tanto criticato principio della deterrenza Mad di tipo McNarnara anni sessanta. Questo clamoroso capovolgimento delle giustificazioni fornite dalla propaganda americana per le guerre stellari mette chiaramente in evidenza che lo scudo stellare è soltanto il necessario completamento di un primo colpo americano capace di distruggere preventivamente la grande maggioranza delle armi strategiche sovietiche, riducendo quelle rimanenti per un secondo colpo sovietico ad una quantità compatibile con le capacità tecnologiche dello scudo stellare. Questa linea è del resto perfettamente coerente con quella che, come abbiamo visto, l'amministrazione americana segue dal 1974. Naturalmente l'Unione Sovietica non potrà assistere passivamente a questo pericoloso potenziamento delle capacità aggressive americane e dovrà adottare le necessarie contromisure con il risultato finale di aumentare la corsa al riarmo anche nello spazio e non soltanto in superficie, di aumentare l'instabilità ed il pericolo di una guerra nucleare. Fra l'altro le armi stellari dovrebbero avere la capacità di distruggere i missili sovietici immediatamente dopo il lancio, ciò significa che avranno una notevole capacità distruttiva perché i missili ovviamente non sono fatti di cartone, le armi stellari quindi potranno essere impiegate come armi di primo colpo per un attacco al suolo. Finalmente, poichè l'azione delle armi stellari dovrà essere immediata per colpire i missili immediatamente dopo il lancio e, conseguentemente dovrà essere immediata la reazione difensiva che verrà attuata dall'Unione Sovietica, le armi stellari non consentiranno in alcun modo un intervento umano per giudicare se esista in realtà una minaccia reale o se si tratti invece di un malfunzionamento di qualcuno dei complicatissimi congegni nell'apparato delle guerre stellari. Un malfunzionamento tecnico, come se ne sono verificati tanti in passato, non potrà più essere corretto con un successivo più attento esame e potrà determinare la fine dell'umanità per errore!

Vorrei chiudere questa prima parte della mia esposizione con una considerazione di grande importanza. Scrive il precedente presidente americano Jimmy Carter nelle sue memorie: "Gli Stati Uniti sono stati molto spesso in prima fila nei progressi tecnologici (per gli armamenti). Noi siamo stati i primi con l'esplosivo atomico, con i missili a lungo raggio, con le testate nucleari multiple sullo stesso missile, con i missili lanciati dai sommergibili, con la miniaturizzazione dei circuiti che permettono una maggior distruzione con ermi più piccole". Gli Stati Uniti cioè, fidando in una supposta maggiore capacità tecnologica nei confronti dell'Unione Sovietica hanno sempre cercato, con l'introduzione di nuove armi nucleari più perfezionate e più potenti di conseguire superiorità nucleare tale nei confronti dell' Unione Sovietica da permettere loro di ricattare o distruggere l'Unione Sovietica stessa con una continua corsa quantitativa e qualitativa agli armamenti nucleari. Fortunatamente la tecnologia sovietica non è affatto più arretrata di quella americana e ciò ha consentito all'URSS di produrre in tempi ragionevolmente brevi gli stessi tipi di nuove armi americane in quantità inferiore, ma sufficiente ad impedire una pericolosa superiorità americana. Sono state cioè le armi sovietiche che hanno assicurato la pace nucleare nel mondo.

Nato e Patto di Varsavia

I dati che seguono sono raccolti in tabelle allegate al mio libro di cui vi ho parlato all'inizio di questa mia relazione. Alcune copie di tali tabelle sono a vostra disposizione.

Il Sipri, agenzia per il disarmo svedese, veramente neutrale perché finanziata esclusivamente dal governo, riporta che le spese militari della Nato sono sempre state più del doppio di quelle del Patto di Varsavia. Circa le spese militari dell'amministrazione Reagan, esse sono aumentate del 8 e mezzo % durante i sui primi 5 anni, un aumento globale del 40%. Per contro uno studio ufficiale della Cia ha precisato che le spese militari dell'Unione Sovietica sono aumentate soltanto del 2% dall'anno 1976 al 1983 invece del 4-5% come precedentemente valutato. La contrazione dell'aumento sarebbe stata dovuta ad una contrazione nell'acquisto di nuove armi. Questa valutazione ufficiale americana smentisce clamorosamente la tanto diffusa propaganda americana che durante questi ultimi periodi l'Unione Sovietica avrebbe aumentato i propri armamenti in maniera molto superiore a quella americana.

Una pubblicazione del 1986 del Comitato dei Capi di Stato Maggiore americani dimostra che il Patto di Varsavia ha circa 3 milioni di soldati in meno dei suoi nemici.

Cinque segretari della difesa americani hanno citato nei loro rapporti al Congresso dal 1967 al 1981 le cifre delle testate nucleari strategiche americane e sovietiche. Quelle americane sono sempre state molto superiori a quelle sovietiche, smentendo così le propagande di Reagan e Weinberger di una pericolosa superiorità sovietica. Inoltre sia Brown, segretario della difesa del presidente Carter, sia lo stesso Weiberger hanno affermato che i piani relativi al riarmo nucleare americano prevedono la produzione di un grande quantitativo di armi nucleari, che aumenterà la superiorità americana, come afferma esplicitamente Brown, e che produrrà un aumento di forze nucleari strategiche maggiore dell'aumento programmato da tutti i precedenti presidenti americani. Venendo all'Europa, la Nato sostiene che per la sua difesa sono necessarie armi nucleari per la grande superiorità di forze convenzionali del Patto di Varsavia che non consentirebbe alla Nato di arrestare un'aggressione convenzionale impiegando solo forze convenzionali. La dottrina ufficiale della Nato chiamata "risposta flessibile'' prevede quindi che sia l'alleanza atlantica ad impiegare per prima armi nucleari in Europa anche se il Patto di Varsavia non le impiega. Non occorre essere esperti militari o nucleari per comprendere che un impiego di armi nucleari distrugge, non difende, l'Europa. Sembra veramente incredibile che una dottrina di "difesa" che ha come primo risultato la distruzione dell'Europa sia stata supinamente accettata da tutti i governi Nato europei, e che nessun partito si sia mai preoccupato di chiarire all'opinione pubblica europea il costo di questa cosiddetta difesa! Ma, si dice, senza armi nucleari non si può difendere l'Europa data la grande superiorità convenzionale del Patto di Varsavia. Anche questa è una bugia propagandistica come si può ricavare dalle pubblicazioni dell'Istituto Internazionale di Studi Strategici di Londra - IISS - che gode di grande prestigio negli arnbienti Nato perché uno dei più attivi sostenitori della propaganda bellicista degli Stati Uniti e non può quindi essere accusato di simpatie filo-sovietiche. Per esempio in una pubblicazione del 1964-65 l'IISS precisa che il totale delle forze dell'esercito sovietico è di 2.200.000 soldati organizzati in 140 divisioni. Negli anni successivi mentre la valutazione totale del numero dei soldati diminuisce, aumenta il numero delle divisioni, fino ad arrivare nel 1984-85 quando il numero dei soldati è sceso a 1.840.000 con una diminuzicne di 360.000 soldati rispetto al 1964-65 mentre il numero delle divisioni è salito a 193 con un aumento di 53 divisioni. Inoltre sono notevolmente aumentati i soldati in ciascuna divisione. Secondo l'IISS l'Unione Sovietica è stata capace di un miracolo che, a mia conoscenza si è verificato soltanto un'altra volta nella storia dell'umanità ed è ricordato nella Bibbia. Un esame più approfondito delle pubblicazioni dell'IISS dimostra che in Europa vi sono circa 5-600.000 soldati degli eserciti dei paesi Nato in più di quelli del Patto di Varsavia compresi quelli sovietici e dimostra anche che l'Unione Sovietica che ha i tre quarti dei suoi territori in Asia dove deve far fronte alla pressione di un miliardo di cinesi ai suoi confini, non può, in caso di conflitto aumentare le sue forze in Europa. D'altra parte l'evidente dimostrazione che la Nato è superiore anche come forze convenzionali al Patto di Varsavia è data dalla nuova "dottrina Rogers'' dal nome del Comandante Supremo A1leato in Europa, che prevede non soltanto un attacco alle forze di prima linea del Patto di Varsavia, ma anche contemporaneamente un attacco alle retrovie per consentire una rapida invasione dei paesi nemici. Finalmente le armi nucleari americane schierate in Europa dipendono direttamente ed esclusivamente dal Presidente degli Stati Uniti senza nessuna possibilità di controlli nazionali europei. Le procedure Nato prevedono che prima dell'impiego nucleare vi saranno consultazioni fra i governi Nato "soltanto se tempo e circostanze lo permettono". Non occorre essere esperti militari e nucleari per comprendere che una decisione così importante sulla quale deve essere mantenuto il massimo segreto per non mettere in allarme il nemico, non potrà mai essere discussa fra i governi dei 16 paesi Nato. Quando il presidente americano darà ordine di impiegare le sue armi nucleari in Europa, noi lo sapremo probabilmente soltanto dalle armi di ritorsione che cadranno sui nostri territori. La decisione più importante per il nostro futuro, che mette in gioco la nostra sopravvivenza, è totalmente sottratta ad ogni nostra possibilità di intervento.

In conclusione la Nato è un 'alleanza aggressiva costituita dagli Stati Uniti che se ne serviranno come trampolino di lancio per la guerra nucleare che dovrebbe distruggere l'Unione Sovietica e, naturalmente, anche l 'Europa. I partiti che sostengono che bisogna restare nella Nato perchè ci difende, come fa anche il partito comunista, avvalorano la peggiore propaganda bellicista americana imbrogliando l'opinione pubblica italiana!

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