Napolitano, la sinistra e l'Italia in guerra in Afghanistan

Pietro Ancona

4 luglio 2009
Fonte: medioevosociale-pietro.blogspot.com


I giornali parlano pochissimo e non danno informazioni adeguate sull'offensiva in corso in una regione dello Afghanistan contro i talebani o almeno coloro che con tale nome, sempre più caricato di significativi negativi e criminali vengono indicati come nemici mortali da distruggere. Si parla di una battaglia "infernale" che da giorni coinvolge migliaia e migliaia di soldati dell'armata più potente che esiste al mondo dotata di mezzi offensivi di inaudita potenza ma sempre come notizia secondaria che non deve emozionare o fare riflettere l'opinione pubblica.

In merito a questa offensiva che coinvolge l'Italia come forza belligerante le notizie vengono date, sempre con il contagocce e da cercare con molta pazienza sui giornali. Si dice che essa avviene alla vigilia delle elezioni presidenziali del venti agosto. Una guerra con bombardamenti aerei che hanno già provocato migliaia di morti viene scatenata e sviluppata da una terribile offensiva soltanto per supportare la elezione di un Presidente Quisling degli Usa e per dimostrare che chiunque si oppone a questa scelta è destinato ad essere ucciso dalla grande armata che occupa il Paese senza controllarlo dal momento che è odiata dalla popolazione.

L'Italia aggiungerà altri 500 soldati in vista delle elezioni presidenziali aumentando un impegno militare cospicuo per risorse umane e mezzi tecnici come, ad esempio, gli elicotteri Mangusta addetti al rastrellamento ed al mitragliamento dei "talebani".

Non so se l'impegno militare e politico degli italiani comprenda prestazioni investigative e di carcerazione dei combattenti o della popolazione civile che li appoggia. Di certo sappiamo che a Bagram esiste una prigione degli Usa dove vengono torturati quanti sono sospettati di appartenere o di appoggiare coloro che io mi limito a chiamare patrioti.

Tutto il marchingegno messo in piedi dagli americani per giustificare l'invasione dell'Afghanistan e la sua occupazione oramai quasi decennale è falso a cominciare dall'attacco dell'11 settembre, per il quale i sospetti che si sia trattato di una messa in scena sono sempre più diffusi, ad AlQaeda e BinLaden che fungono da bau bau (ogni volta che serve agli USA appare Bin Laden a minacciare con la sua cantilena monocorde). La presenza occidentale in Afghanistan ha ragioni meramente geostrategiche e riguarda gli interessi planetari degli USA. Ma si fa credere all'opinione pubblica mondiale che la ragione è la lotta al terrorismo e per debellarne la forza nel punto geografico dove si origina.

I nostri governanti e la opposizione è da un pezzo che hanno il pudore di non parlare più di peacekeeping ma non ammettono la natura combattente del nostro contingente dal momento che questa è vietata dalla Costituzione. Il Presidente della Repubblica che è anche Capo Supremo delle Forze Armate tace e lascia perpetrare una grave violazione della Carta Costituzionale di cui dovrebbe essere custode inflessibile. I massmedia riferiscono svogliatamente e senza impegno della gravissima azione di guerra in corso e si eccitano soltanto per l'Iran sconvolto da una sollevazione contro i risultati elettorali organizzata e sostenuta dalla Cia e dall'Occidente. Poche parole per l'Afghanistan a fronte delle molte, moltissime dedicate alla lotta per la libertà e la democrazia conculcate in Iran il cui governo non è gradito ad Israele ed all'Occidente.

Se il dibattito nel PD non fosse concentrato sulle persone e sul loro scontro di potere, ma sui programmi e le scelte, tutta la politica estera dell'Italia oramai di totale integrazione subalterna a quella degli USA potrebbe diventare una ragione per recuperare i valori della pace e della libertà dei popoli una volta assai presenti tra i cattolici ed i comunisti italiani. Ma lo scontro nel PD è soltanto personale e personalistico perchè il PD non si propone una politica diversa o contrapposta a quella di Berlusconi e della destra italiana.

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