Italia e Israele, chi «facilita» chi?
di Manlio Dinucci
Il Manifesto, 18 luglio 2006
Il «facilitatore». Così si definisce Prodi.
Ecco una
breve cronologia per ricordare che ruolo abbia
svolto il nostro paese nel «facilitare» l'azione
israeliana, dalla firma di accordi con la Nato al
patto di cooperazione militare approvato dal
parlamento italiano
Libano Quella «fascia» che Israele vuole
Stefano Chiarini
Il Manifesto, 19 Luglio 2006
L'intervento israeliano nel sud del Libano, giustificato ora con la presenza della resistenza sciita libanese degli Hezbollah , in realtà è antecedente non solo alla nascita di questa organizzazione ma anche allo stesso stato di Israele
Qana dieci anni fa, storia di una strage
E le Nazioni Unite divennero un "target"
Stefano Chiarini
Il Manifesto, 20 luglio 2006
Il bombardamento israeliano sulla base dell'Unifil (le truppe dell'Onu nel sud del Libano) di Marun el Ras, dove si erano rifugiati alcune decine di abitanti del vicino paese per sfuggire alle cannonate israeliane, così come le centinaia di morti e le gravissime distruzioni di questi giorni, ci riportano alla mente un'altra («legittima ma esagerata» direbbe D'Alema) offensiva israeliana che ebbe luogo nella stessa regione dieci anni fa nel 1996, ed in particolare il massacro avvenuto nella base dell'Onu di Qana il 18 aprile del 1996
L'attacco degli Hezbollah? È l'unico atto di solidarietà per Gaza
Tanya Reinhart
Il Manifesto, 16 luglio
È l'offensiva di Israele a Gaza che ha
scatenato la nuova guerra in Libano
L'azione [di Hezbollah] può essere
vista come il primo atto militare di solidarietà
con i palestinesi nel mondo arabo.
L'esercito [israeliano] preparava un attacco da
mesi e premeva per passare all'azione, con lo
scopo di distruggere l'infrastruttura di Hamas e
il suo governo. Perciò ha avviato l'escalation l'8
giugno, quando ha assassinato Abu Samhadana,
membro del governo di Hamas, e ha intensificato i
cannoneggiamenti sui civili nella Striscia di
Gaza
Sul terrorismo israeliano
documentazione a cura di Serge Thion
Graphos, Genova 2004
recensione di Enrico Galoppini
aljazira.it
"Le azioni di rappresaglia, che non potremmo
eseguire se fossimo legati da un patto di sicurezza, sono la nostra linfa vitale. Con esse
possiamo mantenere un alto livello di tensione fra la nostra popolazione e nell'esercito. [Israele] si
deve inventare pericoli e, per farlo, deve adottare il metodo della provocazione e ritorsione"
[Dal diario di Moshe Sharett, già primo ministro di israele
pubblicato da Livia Rokach].