SOSTEGNO AL PROFESSORE CLAUDIO MOFFA
e al suo impegno in difesa della verità storica

Chiediamo giustizia per il prof. Claudio Moffa dell'università di Teramo, vittima, il giorno 19 maggio scorso, di un vile assalto squadrista da parte di un gruppo di ebrei, i quali sono ricorsi alla violenza per annullare una conferenza dello storico “revisionista” Faurisson. Dopo varie pressioni della lobby ebraica in Italia sul governo, in particolare sul ben disposto ad ascoltare certi argomenti Ministro Fabio Mussi, sulle autorità accademiche, che hanno ingiustificatamente chiuso l'università il giorno della conferenza, alcuni ebrei nemici della libertà d'espressione, per giungere al loro obiettivo, hanno organizzato una spedizione punitiva da Roma e in macchina si sono recati a Teramo per aggredire e intimidire i partecipanti ad una conferenza del professore Faurisson sull'Olocausto. Il professore Faurisson non nega il giudeicidio né la sofferenza ebraica: invece, sulla base della grande difficoltà tecnica di usare in grande quantità il famoso gas Zyklon B (il che avrebbe messo in pericolo la vita di un gran numero di tedeschi dei campi di concentramento) osa mettere in discussione l'esistenza delle camere a gas.

Fino a qualche tempo fa circolava sui libri di storia la fandonia del sapone fatto con il grasso degli ebrei; oggi questa menzogna è stata completamente smentita e messa in ridicolo e più nessun storico o giornalista fa riferimento ad essa.

Subito dopo la guerra circolavano libri truffa sull'olocausto come The Painted Bird di Jerzy Kosinsky o Frantumi: un'infanzia 1939-1948 di Binjamin Wilkomirsky. Due «testimonianze» che gli storici hanno dimostrato essere completamente false.

Sulle «camere a gas» di Dachau, nel 1945, il medico ebreo Franz Blaha, prima dichiarò che vi era stata una prova con il gas e aggiunse di aver visto nella camera 2 persone morte, 2 svenute e 3 in piedi. In una seconda dichiarazione testimoniò di aver scorto tra le 8 e le 10 persone, tre delle quali ancora vive. Al processo di Norimberga invece giurò che a Dachau ebbero luogo “molte esecuzioni con il gas, le fucilazioni o le iniezioni”. (Finkelstein, l'Industria dell'Olocausto, Rizzoli, 2000, p. 279)

Riguardo alla scandalosa estorsione di miliardi alle banche svizzere da parte della lobby ebraica americana, con l'accusa di complicità delle suddette banche con il regime nazista, scrive Norman Finkelstein «l'Industria dell'olocausto (cioè la lobby ebraica americana, ndt) ha accusato le banche svizzere di aver sistematicamente distrutto documenti importanti nel tentativo di coprire le proprie tracce. La commissione Volker ha concluso che l'accusa era priva di fondamento». Un'altra menzogna quindi mediante la quale i soldi estorti non sono andati ai “sopravvissuti dell'olocausto” ma proprio ai ricchi rappresentanti della lobby e a Israele.

Questi sono solo alcuni esempi di falsificazioni. Allora perché si blocca la ricerca storica sull'olocausto e si impone una verità ufficiale alla cui difesa concorrono lobby ebraica, parlamenti, governi occidentali e tribunali di “giustizia”? La ricerca storica è il compito degli storici e dei ricercatori. Solo dal dibattito libero e argomentato potrà emergere la verità definitiva.

La gente onesta, non importa se di sinistra o di destra, gli spiriti liberi, gli storici, i ricercatori, i giornalisti con un'etica professionale devono unirsi per riportare la Seconda Guerra Mondiale e l'olocausto nell'ambito della loro dimensione storica reale. L'obiettivo non è la negazione di alcunché ma la ricerca della verità. Va rigettata qualsiasi costruzione ideologica che è stata elaborata intorno ai fatti storici e il cui mantenimento è la vera ragione delle leggi e delle sentenze di tribunale contro chi tale costruzione combatte.

L'olocausto e la Seconda Guerra Mondiale non sono gli unici temi di cui è proibito dibattere. Accanto ad essi, qualsiasi critica allo stato di Israele è immediatamente accolta con l'accusa di “antisemitismo”; un solo accenno alla lobby ebraica in America o in Europa viene denunciata come la ripresentazione dei “Protocolli dei Saggi di Sion”. Altri argomenti che non concordano con la visione dominante sono banditi dal dibattito e dalla ricerca. Lo storico Norman Finkelstein ha dovuto subire l'ostracismo per aver denunciato lo sfruttamento economico dell'olocausto. La ricerca di Tom Segev sull'uso che una minoranza di ebrei ha fatto dell'Olocausto per realizzare l'obiettivo della costituzione dello stato ebraico in Palestina, obiettivo definito e perseguito già da prima dell'Olocausto stesso, è stata tacitata da una congiura del silenzio. Si è toccato il ridicolo quando lo storico Ariel Toaf ha dovuto ritirare il suo libro sulle Pasque di sangue. Lo stesso vale se si vuole analizzare il ruolo dei sionisti prima e durante la seconda guerra mondiale, periodo in cui essi collaborarono con le dittature e con i governi antisemiti nello sforzo di convincere gli ebrei a emigrare in Palestina.

Allo stesso modo si elimina dal dibattito la menzione di qualsiasi altra vittima non ebraica del totalitarismo nazista, i milioni di russi, di polacchi, di slavi in genere, i dissidenti e i partigiani di tutta Europa che sono stati fucilati o trasferiti nei campi di concentramento nazisti e lì sono periti.

Israele e la lobby ebraica coltivano ad arte una visione monca, deformata della storia per giustificare l'esistenza dello stato ebraico, la sua politica di guerra in Medio Oriente, la sua pulizia etnica dei palestinesi e la vergognosa politica di estorsione nei confronti della Germania e della Svizzera a beneficio, non dei sopravvissuti all'olocausto, ma degli avidi rappresentanti della lobby in America.

Le potenze occidentali vincitrici del II conflitto mondiale accettano questa impostura per dorare il loro blasone di nuovi imperatori del mondo, nonché per nascondere la criminale politica realizzata DOPO la fine della Guerra in particolare lo sterminio di circa 3 milioni di tedeschi, prigionieri di guerra o semplici civili nati e vissuti nelle regioni dell'Est, a Riga, in Russia, in Polonia, in Romania, nei Sudeti, ecc. Vittime di cui non parla nessuno, private della loro stessa umanità e non degne di ricordo. Oggi gli Stati Uniti, più che della loro potenza militare, si fanno forti di una pretesa “autorità morale” derivante dalla suddetta interpretazione della storia per imporre una politica di guerra in Medio Oriente e reprimere ogni tentativo da parte degli europei di avere una politica estera indipendente, annullando così gli sforzi passati di un Andreotti o un Craxi che avevano l'ardire di contrapporsi allo strapotere americano o all'arroganza israeliana. È assolutamente vergognoso che in questo trovino l'appoggio dei rappresentanti, come l'on. Fabio Mussi, di un governo pusillanime e conservatore in politica estera. È bene invece che coloro che hanno creduto in quella politica di maggiore indipendenza, i socialisti, i democristiani, i politici di sinistra o di destra si uniscano e tornino a lottare per dare al nostro paese un futuro di dignità.

Il giornalista inglese Hooper del Guardian rende giustizia al Prof. Moffa riproponendo sul suo prestigioso giornale la domanda del professore. “Perché è necessaria una vera e propria persecuzione ad personam, un accanimento giudiziario che ha del maniacale, se le argomentazioni di Faurisson & C. sono effettivamente «infondate»? ” Evidentemente si vuole difendere la “religione dell'olocausto”, questo strumento politico per l'imposizione dell'attuale politica neoconservatrice americana, del potere della lobby ebraica e della politica ingiusta dello stato di Israele.

Viva la libertà!!

Manno Mauro, studioso del Medio Oriente

3 giugno 2007


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