Caro Bruno Steri,
ho letto lintervista apparsa on line sul sito de lErnesto e, dopo tanti anni che ci conosciamo, ho scoperto di poter essere da te, a pieno titolo, considerato parte del piccolo gruppo di imbecilli che nelle manifestazioni antimperialiste va gridando slogans del tipo: 10, 100, 1.000 Nassiria!
Forse, anzi, sono il più imbecille di tutti dal momento che, già allindomani del massacro operato dai terroristi iraqeni, in uniniziativa pubblica dichiarai di essere tra coloro che erano lieti di apprendere dai media notizie dei successi della resistenza in Iraq, e, francamente, me ne infischiavo se le vittime militari avessero passaporto statunitense, britannico o italiano, perché tutti erano strumento (professionale, consapevole e ben remunerato) dellinvasione, delloccupazione e delloppressione di quel popolo, il quale aveva tutto il diritto (e, perfino, il dovere, per molti aspetti) di ribellarsi, resistere e combattere le truppe nemiche. Quando dicevo queste imbecillità non ero suggestionato dalla folla altrettanto imbecille di una manifestazione: debbo ritenere, allora, che la mia idiozia sia stata e sia ancora maggiore, se non altro perché lucida e assolutamente consapevole.
Caro Bruno Steri,
poiché faccio parte dello sparuto gruppo di idioti (ma sei sicuro che sia così sparuto?!?) che pensa che la guerra contro truppe di invasione del proprio paese (o contro un oppressore interno) non si possa fare mettendo fiori nei cannoni e nei fucili, vorrei che mi spiegassi come si fa, nello stesso tempo, a sostenere la resistenza di un popolo e a considerare imbecilli quelli che ne auspicano i successi militari. So bene che la coerenza è stata da tempo bandita dalla politica corrente in omaggio a opportunità e convenienza, ma, poiché non mi intendo di ipocrisie, il dubbio mi resta. Anche perché non riesco a scordarmi quei civili iraqeni annichiliti da quei bravi ragazzi in divisa che in Iraq stanno rinnovando i fasti di etiopica e libica memoria degli italiani, brava gente.
Permettimi anche unaltra domanda: se come dice un altro tuo compagno di area bisogna essere i primi a sentire il cordoglio per le vittime di Nassiria, non si deve, per caso, sentire lo stesso cordoglio per le vittime tedesche uccise dai partigiani e dai combattenti dei GAP? Non è che, di questo passo, finiremo per accettare che Carla Capponi o Giovanni Pesce o i combattenti delle formazioni partigiane erano tutti terroristi e assassini?
Temo che a furia di essere responsabili, di avere senso dellopportunità, di avere buon senso tattico qualcuno sia finito nella stessa scivolosa deriva che ha portato altri a bombardare la Serbia o ad essere molto teneri verso i ragazzi di Salò. Qualcuno è in grado di spiegare a noi poveri idioti che differenza cè tra i farabutti che dovunque, in ogni epoca e in ogni luogo anche oggi in Iraq, ad esempio sparano sui civili e li ammazzano? La differenza può essere il passaporto che hanno in tasca? E non venirmi a dire che si tratta di poveri cristi: è ovvio che i veri e maggiori responsabili sono i mandanti, ma la storia trabocca di poveri cristi che hanno fatto da strumenti o, addirittura, da sicari.
Caro Bruno Steri,
permettimi di avere una grande nostalgia dei tempi in cui valutavamo tutto questo in base ad altre categorie (di classe, non patriottarde né dettate dalla furbizia tattica): erano i tempi in cui eravamo tutti imbecilli e gridavamo le stesse cose idiote di oggi e che, allora, però non erano condizionate da suggestioni di governo e riguardavano altri posti e altre guerre (il Vietnam, ad esempio, dove però non cerano italiani, per nostra fortuna!). Ed erano anche i tempi in cui noi insieme con un numero incredibile di imbecilli come noi, in tutto il mondo bruciavamo la bandiera americana. Oggi tu sei diventato saggio e questi stessi gesti da te vengono considerati idioti e da altri sono ritenuti reato. Non posso fare a meno di pensare nella mia persistente e ossificata idiozia che questo nuovo modo di intendere quei gesti da parte della politica, dei media e della magistratura sia anche il frutto della vostra intervenuta saggezza.
Del resto in democrazia tutti hanno il diritto di diventare saggi e di scegliersi, di conseguenza, nuovi amici e nuovi compagni di strada. Mi chiedo come si sta in compagnia di Casini e di Cicchitto. Per parte mia, io preferisco gli imbecilli di ieri e di oggi che, in tutto il mondo, continuano a gridare slogans idioti o a fare cose imbecilli e disdicevoli o criminose (come bruciare i simboli dellimperialismo e del sionismo). Quegli stessi che a proposito di internazionalismo non si adattano alla convenienza del momento o ai desideri di avversari, amici e alleati adattandosi opportunamente a soluzioni che guarda un po sono proposte dal nemico e condivise e sostenute da tutti: è il caso dei due popoli-due stati come soluzione condivisa e soddisfacente della questione palestinese.
Sappiamo che anche Berlusconi la pensa così: chissà cosa ne pensano Hamas (che ha vinto le elezioni) e i palestinesi (che lhanno votato).
Ma questa è unaltra storia di idiozia (nostra) e di saggezza (vostra) e ne parleremo unaltra volta.
Un saluto.
Sergio Manes