Spegnere le luci per il soldato israeliano Gilad Shalit
per oscurare i crimini israeliani

ISM-Italia

24 giugno 2010


Oggi, per iniziativa dei rispettivi sindaci e delle locali comunità ebraiche, complici gli uni e le altre dei crimini israeliani, verranno spente, per ricordare la cattura nel 2006 del soldato israeliano Gilad Shalit da parte di un commando palestinese, a Roma le luci del Colosseo, a Milano quelle del  Castello Sforzesco, a Torino quelle della Mole Antonelliana, .

C’è da supporre che cerimonie simili siano state decise anche in altre città.

L’ipersionismo militante della destra, del centro e della sinistra (?), uniti nel sostenere uno stato coloniale, razzista e fascista [1], non ha limiti. Uno Stato, la cui follia omicida e suicida è una minaccia contro tutta l’umanità, dovrebbe preoccupare ogni coscienza civile e democratica

Quando fossero indotti ad accorgersi della pulizia etnica della Palestina, del genocidio in corso a Gaza, delle distruzioni del Libano fino a quella del 2006, dei crimini commessi dall’esercito israeliano durante l’operazione Cast Lead (Piombo fuso), dell’assassinio di nove attivisti turchi della Freedom Gaza Flotilla, nella notte tra il 30 e il 31 maggio 2010, che cosa faranno questi signori?

Che cosa faranno quando fossero indotti ad accorgersi dei circa 7.500 prigionieri palestinesi [2], chiusi da anni nelle carceri israeliane, molti in detenzione amministrativa, cioè senza accuse specifiche, fra cui donne e bambini?

Spegneranno le luci per sempre o arriveranno a demolire il Colosseo, a bruciare il Castello Sforzesco o a bombardare la Mole Antonelliana?

Non pretendiamo ovviamente nulla di tutto questo. Pretendiamo solo un minimo di serietà.

Degli ipersionisti di casa nostra denunciamo il cinismo, l’ipocrisia e la menzogna sistematica.

A Torino del sindaco Chiamparino e dell’ineffabile Beppe Castronovo, a Milano della signora Moratti, a Roma di ex (?) fascisti doc come la signora Polverini, il signor Alemanno et similia.

“Verrà il tempo in cui i responsabili dei crimini contro l’umanità che hanno accompagnato il conflitto israelo-palestinese e altri conflitti in questo passaggio d’epoca, saranno chiamati a rispondere davanti ai tribunali degli uomini o della storia, accompagnati dai loro complici e da quanti in Occidente hanno scelto il silenzio, la viltà e l’opportunismo.”

[1]. Baruch Kimmerlimg, Politicidio – Sharon e i Palestinesi, Fazi 2003, pag. 11

[2]. I prigionieri palestinesi attualmente nelle prigioni israeliane sono circa 7.500. 37 sono donne, 330 i bambini, 15 i deputati del Consiglio Legislativo Palestinese (CLP).  5.000 sono i prigionieri palestinesi condannati tra i quali 790 stanno scontando ergastoli plurimi, come Marwan Barghouti, uno dei leader di Fatah.


 
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