LA CRISI E LA SINISTRA

Seppure i compagni e le compagne sono contenti della sconfitta elettorale di Berlusconi e l'attenzione è concentrata sulla crisi di governo, alcune riflessioni a sinistra vanno fatte. Non solo quelle relative al successo dell'area moderata del centro sinistra e all'arretramento del PRC, che pure condizionano le prospettive future. La riflessione vera a sinistra va fatta sul modo con cui le forze del centrosinistra stanno conducendo la partita.

Da questo punto di vista si evidenzia che lo scontro è sul modo di governare e non sull'alternativa rispetto ai contenuti su cui, a livello di opinione e di massa, ci si è misurati con Berlusconi. Non sono le infami leggi varate dal governo Berlusconi e l'intervento militare in Iraq, nè le questioni sociali rese acute da questo governo, al centro del dibattito, ma la crisi del sistema Italia e quindi le ricette per salvare questo sistema. Montezemolo è stato chiaro, o il governo affronta i nodi della ripresa o si va alle elezioni, passando la mano a Prodi.

Ma non è questo che volevamo? Ebbene no! Noi volevamo e vogliamo la sconfitta di Berlusconi, ma dentro un progetto di alternativa politica, sociale e istituzionale. Mancando questa condizione, siamo dentro la logica dell'alternanza che schiaccia le esigenze portanti che sono alla base di questa crisi. E' vero che la crisi ha due facce, quella del sistema produttivo e quella sociale, ma sappiamo che se riduciamo la seconda ad una variabile dipedente subiremo tutte le conseguenze della 'ripresa'.

Molti compagni e compagne sono consapevoli di questo, ma o pensano al meno peggio, carta su cui punta l'Ulivo, o ritengono che sarà qualche movimento del sabato sera, quello dei cortei 'critici', a condizionare gli eventi.

Ebbene, compagni, dobbiamo dissentire da queste logiche e porci seriamente la questione della forza politica che ci faccia uscire dall'alternanza. Lo specchietto del PRC, dei no global, dei disobbedienti si è rotto. Rimane l'esigenza di costruire una forza comunista che sia in grado veramente di condizionare gli eventi. Intanto, dopo tanti discorsi, siamo punto e daccapo e neppure l'iniziativa di Asor-Rosa è riuscita a far progredire di un millimetro la deriva moderata. Meditate compagni, meditate e assumetevi delle serie responsabilità per evitare di essere un movimento di lotta e di governo.

Roberto Gabriele

16 aprile 2005


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