Imparare da Barack Obama?

E' singolare che dal cuore dell'impero del male, gli USA, ci venga un suggerimento su come rapportarci alle situazioni di crisi. Mi riferisco al discorso che Barack Obama, aspirante democratico alla presidenza, ha pronunciato dopo la sua vittoria alle primarie dello Iowa. In sostanza, egli ha detto, anche se con lo stile e l'orgoglio retorico americani, che la sua candidatura è motivata da tre obiettivi: riportare a casa dall'Iraq i soldati americani, dare l'assistenza medica a tutti i suoi concittadini e usare l'intelligenza e l'impegno delle migliori energie del paese per uscire dall'era del petrolio.

Un discorso così semplice e diretto appare rivoluzionario se comparato ai contorcimenti della classe politica italiana impegnata in operazioni di ingegneria elettorale, a discutere sul fumo degli intenti programmatici e sprofondata nella immondizia napoletana.

Il disgusto che stanno provocando queste dinamiche politiche di casa nostra, che inducono il presidente Napolitano ad andare in vacanza a Capri invece che nella sua residenza di Napoli e mettono in evidenza che il capo dell'ecologismo italiano, di pura schiatta partenopea, è implicato nelle vicende della 'munnezza' della sua città, non blocca però il ridicolo e la deriva in cui l'attuale 'casta' dirigente sta portando l'Italia. E mentre questo avviene, la 'sinistra rivoluzionaria' è impegnata in una grottesca rappresentazione ad opera del balletto trotskoide sulla nascita di partiti comunisti virtuali e l'insieme degli alternativi si agita senza costrutto per creare 'nuovi' spazi politici scaturiti dalla crisi della sinistra. Sembra di assistere alla ripetizione di vicende già attraversate prima dello sviluppo del fascismo, quando vacuità dei partiti borghesi e velleità della sinistra crearono la miscela che portò alla dittatura. La storia non si ripete mai allo stesso modo, ma prepararsi con rapidità ad uscire dal pantano è l'unica cosa che si deve fare in questo momento.

Continuare a rotolarsi nella merda politica che dilaga, anche se con intenti 'critici', non aiuta.

Aver citato Obama non è un'apertura di credito verso i democratici americani. E' solo un modo per dire che se si rimane sul terreno delle 'cose rosse' di Pecoraro Scanio e dei rituali trotskoidi che superano la fantasia della muffa partitica degli emmellisti, non si fa altro che aumentare lo stato di crisi. Abbiamo sollecitato più volte a voltare pagina e andare al concreto di proposte che parlassero al cuore della gente, ma lo strabismo permane. Si critica a sinistra, ma si guarda alla 'base' politica di quel verminaio che ne costituisce l'humus. Così non se ne esce.

Erregi

7 gennaio 2008


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