I comunisti di mezzo a convegno

Anticipando i tempi degli stati generali della sinistra di governo che dovrebbero riunirsi dopo la tormentata manifestazione del 20 ottobre, a Bellaria il 20-23 settembre si riunisce a convegno l'altra sinistra, quella che usiamo definire dei 'comunisti di mezzo'.

In questa fase nessuno vuole perdere il treno. La sinistra di governo, pur con vari dissensi interni, tenta di recuperare consensi mostrando i muscoli a Prodi che viene evocato come un convitato di pietra a cui si deve dire no, ma senza combatterlo.

Dopo averlo lasciato alla guida dell'esecutivo da cui sono scaturite le peggiori scelte di politica internazionale e di politica interna e sociale - da Vicenza alla criminalizzazione dei lavavetri - al punto che un personaggio come Alberto Asor-Rosa è stato indotto a dimettersi, per protesta, da intellettuale di sinistra, la sinistra di governo vorrebbe farci credere ora che le scelte di Prodi fuoriescono dal quadro delle decisioni collettive, dal programma elettorale concordato nell'Unione. Se questo fosse vero, logica politica imporrebbe a coloro che hanno subito il torto di presentare il conto. Ma questo non è avvenuto, tant'è che a Vicenza si è deciso di raddoppiare la base americana, a Cameri di costruire cacciabombardieri strategici, si è deciso di aumentare le spese militari e di restare in Afghanistan, mentre pensioni, precariato, scuola, ordine pubblico hanno registrato una formidabile impostazione di destra senza che queste scelte gravissime inducessero a una risposta adeguata.

Unica scelta critica è quella del grido di dolore che viene inviato a Prodi con la manifestazione del 20 ottobre. Un gioco delle parti, una truffa a cui da tempo sollecitiamo una adeguata risposta in termini di boicottaggio elettorale e di isolamento politico. Ci rendiamo conto che non è facile, vista la visibilità mediatica della sinistra governista e la costruzione virtuale del suo ruolo 'antagonista', ma su questo bisogna insistere, insistere, insistere.

I pericoli vengono però anche da altre parti. La bestia socialdemocratica ha il ventre fertile e partorisce in continuazione i suoi emuli. Ed essi si sono dati convegno a Bellaria il 20 settembre per discutere di che cosa? Di un'altra sinistra è ovvio! Che di un'altra sinistra ci sia bisogno è palese, visto che a quanto pare la nascente confederazione governista farà parte del partito socialista europeo, però non dobbiamo farci ingannare da chi propone alternative fasulle.

I 'rivoluzionari' che si sono dati convegno a Bellaria sono reduci da pratiche decennali di entrismo politico dentro la sinistra istituzionale e ora, non essendo più possibile condividere la politica governista della sinistra 'radicale' vogliono fuoriuscire con proposte aggregative che ripropongono il vecchio gioco della stabilizzazione di un'area di riserva, magari con tentativi di rappresentazione elettoralistica per poi convivere con i parametri imposti dai partiti 'adulti'.

La prova di questo? A nostro parere sta nell'assenza di indicazioni chiare sulle questioni politiche e sociali a cui dovrebbe far riferimento un movimento politico di opposizione. Dai convenenti a Bellaria non abbiamo mai avuto il piacere di sentire, ad esempio, espressioni come sinistra imperialista, nazisionismo, sostegno ad Hamas e non abiamo mai visto affrontare in termini non rituali lo scontro politico e sociale.

E' possibile un'alternativa a tutto questo, oppure dobbiamo beccarci un'altra esperienza alla Democrazia Proletaria? Diciamo che qualcosa di nuovo si sente nell'aria, per dirla con il poeta. Episodi editoriali come l'uscita del volume di Badiale e Bontempelli sulla sinistra rivelata e quello sui forchettoni rossi di Massari e altri, anticipano un dibattito che andrebbe approfondito  e da cui partire per un'alternativa vera, sempre annunciata dal '68 in poi e mai realizzata. L'ottimismo non è di casa, ma non abbiamo altra possibilità che insistere.

Erregi

17 settembre 2007


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