Il gioco delle parti e come denunciarlo

Si dovrebbe dire, come si usa in questi casi, che la situazione è drammatica, ma poco seria. Ci riferiamo a quella situazione da avanspettacolo che sta animando il dibattito su Vicenza e sulle altre iniziative di 'pace' del governo italiano non solo tra i partiti del centro sinistra, ma anche da parte dei 'movimentisti' che periodicamente tengono la scena a scadenza rituale e prestabilita.

Per capirci andiamo subito alle questioni di fondo. C'è un governo di centro sinistra che dopo i passaggi del ritiro dall'Iraq e della interposizione in Libano ha reimboccato la tradizionale strada della stretta collaborazione con gli americani nella strategia di guerra. Non si tratta di cose da poco o di rapporti inquadrabili nel rapporto tra alleati NATO su questioni difensive. No, le scelte fatte dal governo di centro sinistra fanno parte di una ripresa  strategica degli americani in collaborazione con l'Europa su progetti di guerra a breve scadenza.

In Afghanistan si sta preparando la campagna di primavera con il rafforzamento di tutte le strutture d'attacco a cui anche l'Italia sta dando il suo contributo. L’imperativo è vincere!

Sul territorio italiano gli americani, con la collaborazione del governo Prodi, stanno predisponendo le operazioni necessarie ai nuovi progetti di guerra, in particolare con l’attacco all’Iran e l'ipotesi di un fronte mediorientale su vasta scala che coinvolga anche Iraq, Libano, Palestina e Siria. Israele è pronta, anche con le armi atomiche, a questa nuova sfida.

Come definire ora il governo di centro sinistra? Le scelte sono fatte e bisogna trarne le conseguenze. Le cialtronerie della sinistra 'radicale' sulle improbabili conferenze sulla strategia d'uscita dall'Afghanistan, lo schiaffo su Vicenza, lo sviluppo delle attività 'produttive' a Cameri per la produzione su larga scala dei cacciabombardieri F35, dimostrano non solo la subalternità di questa sinistra, ma anche la sua pericolosità in termini di imbroglio pacifista.

Anche un bambino è in grado di capire che il governo di centrosinistra si è reso disponibile per nuove avventure militari. E' credibile che vecchi arnesi della politica che dirigono i partiti 'alternativi' abbocchino all'amo del ministro della difesa Parisi? Certamente no. E allora l'argomento della sinistra governista è quello di dire, per far passare la sua subalternità, 'se cade Prodi si ritorna a Berlusconi. Ci conviene?' Bisogna respingere questo ricatto e avere presente che anche con le difficoltà innegabili la via della lotta è l’unico percorso da seguire. Non c’è altra scelta perché sui progetti di guerra non è possibile nessuna mediazione.

In attesa del 17 a Vicenza, che farà capire se siamo dentro una nuova mistificazione 'pacifista' o se invece il movimento contro la guerra è in grado di seguire una via coerente di lotta e di autonomia dai governasti.

Erregi
11 febbraio 2007


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