Lotta antimperialista
e Campo Antimperialista

Una precisazione necessaria

Assiene al compagno Giancarlo Paciello ho ritenuto opportuno, dopo più di un anno di intensa collaborazione, di lasciare l’esecutivo di Iraq Libero. Per l’occasione, non ho creduto  di dare pubblicità al fatto nè innescare le solite polemiche che seguono inevitabilmente le dimissioni da qualche cosa. Ovvero non l’ho fatto in maniera pubblica, ma solo all’interno del comitato. Ora però debbo necessariamente spiegare ai lettori del nostro foglio il perchè di questa scelta, dal momento che più volte abbiamo pubblicato qui e nel sito on-line i comunicati e le notizie di Iraq-Libero.

L’occasione delle dimissioni mie e di Paciello è stata la discussione sull’uso del viaggio in Italia di Al Kubaysi in concomitanza con la manifestazione per la pace del 18 marzo scorso. La parola uso rende bene l’idea che ha portato alla rottura. Difatti la questione che si è posta, all’interno della manifestazione del 18 marzo, era quella di far esprimere un rappresentante della resistenza irachena, cosa che veniva avversata dall’ala ‘pacifista’ che organizzava l’evento. Su questo si è aperta una battaglia all’interno del comitato organizzatore e anche col sostegno dei COBAS abbiamo retto il punto.

Mentre Paciello e io lavoravamo in questa prospettiva, che tra l’altro aveva coinvolto anche persone che si erano resi disponibili a organizzare per Al Kubaysi interviste televisive e incontri pubblici prima della manifestazione del 18 marzo, il portavoce di Iraq-Libero e il Campo Antimperialista hanno ‘sparato’ comunicati a raffica per dire che Al Kubaysi avrebbe parlato in un angolo di strada nel corso della manifestazione alla stregua di un qualsiasi gruppettaro che è solito intervenire in maniera estemporanea negli eventi che si illude di condizionare.

Abbiamo cercato di far ragionare i compagni sulla estrema impoliticità di comportamenti ‘soggettivistici’, ma come risposta abbiamo avuto la ripetizione del comunicato sul comizietto ‘alternativo’. Tra le altre cose, Paciello e io abbiamo anche fatto in modo, per la dignità dell’interlocutore, che almeno il ‘comizietto’ fosse fatto a piazza Navona.

L’incidente riportava alla luce tutte le questioni su cui ci siamo confrontati all’interno di IraqLibero in questi mesi e che riguardano la concezione e la funzione del  comitato. Da una parte c’era il Campo Antimperialista e i suoi rappresentanti nel comitato che tendevano a utilizzare la questione irachena come questione di linea politica di organizzazione e farne un uso pubblicitario di sigla, dall’altra chi, come il sottoscritto, riteneva opportuno che il comitato di appoggio alla resistenza non fosse strumentale a operazioni demenziali e gruppettare, magari di stampo internazionale legate a madrasse ideologiche, bensì fosse il punto di coagulo di tutti i compagni e le compagne che ritenevano importante fare una battaglia a favore della resistenza irachena e contro i silenzi e le deformazioni ‘terroristiche’ del suo ruolo nella lotta antimperialista.

Fino alla grande assemblea internazionale  del 2 ottobre a Roma siamo riusciti a mantenere il carattere unitario e oggettivo dell’iniziativa. Dopo, qualcuno ha ritenuto che la linea seguita non producesse risultati per operazioni di gruppo e ha tentato una forzatura illudendosi che Iraq-Libero coincidesse col Campo Antimperialista. Sopratutto illudendosi che la lotta antimperialista possa passare per gruppi che pensano, da qualche osteria, di poter condizionare gli avvenimenti mondiali.

In questo modo si riesce a fare solo dello scandalismo ad uso e consumo di giornali come Libero e di chi organizza le campagne anti-islamiche. Dalla tragedia irachena alla farsa e anche peggio.

Roberto Gabriele


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