Grandi e piccole manovre elettorali

Abbiamo aperto, sull'ultimo numero di Aginform, la discussione sulle prossime elezioni politiche e questa discussione non si presenta priva di spunti polemici e di possibili differenziazioni. Stavolta dobbiamo però occuparci non delle grandi manovre elettorali, bensì di quelle che coinvolgono quella che si definisce sinistra radicale.

Il centro di questa discussione è la proposta di mettere in piedi una lista arcobaleno tra le forze politiche che stanno a sinistra dell'Ulivo per definire una piattaforma che unisca i cespugli e tutte le componenti alternative che intendono far parte dell'Unione di Prodi. Su questa proposta si è scatenata una violenta polemica tra i potenziali soggetti del progetto unitario. In primis lo scontro è stato tra PRC e PDCI. Perchè?

La ragione è molto evidente. L'eventualità di una lista arcobaleno mette in crisi il ruolo di Bertinotti che, tra l'altro, si è candidato alle primarie per raccogliere i consensi della sinistra dell'Ulivo, per poter rappresentare poi la sinistra dell'Unione. Considerare Bertinotti come una componente della sinistra radicale e non l'espressione di questa sinistra è considerato un delitto di lesa maestà dal PRC, in tutte le sue componenti se è vero, come è vero, che anche Grassi e Ferrando si sono pronunciati contro le liste arcobaleno. E questo delitto è tanto più grave se si considera che l'ispiratore principale delle liste arcobaleno è il PDCI, il quale spera di raccogliere in questo modo i consensi di frange alternative della sinistra e di entrare in concorrenza, con qualche freccia in più, con Bertinotti. Per questo il PRC è andato giù duro contro Diliberto, accusandolo di molte nefandezze all'epoca del governo D'Alema.

Il dibattito tra PRC e PDCI è stato definito dai protagonisti un dialogo tra sordi, in realtà è un dialogo tra furbi che vogliono considerare la scadenza elettorale per fini di partito poco nobili, cioè i voti.

In questo guazzabuglio sono entrati anche settori di 'alternativi' che fanno di mestiere i rappresentanti dei 'movimenti'. Costoro, non potendo entrare dalla porta, cercano di entrare dalla finestra con le liste arcobaleno. Possiamo immaginarci che caratterizzazione potrebbero avere delle liste pilotate dal PDCI, al quale, a muso duro, qualcuno ha ricordato i precedenti della guerra alla Jugoslavia e le leggi sulla precarietà.

Se proviamo a sorvolare sulle questioni emerse dal dibattito e sui protagonisti di questo dibattito, possiamo, con altro spirito, fare considerazioni meno condizionate elettoralmente sulla sinistra alternativa, sulle sue debolezze, sull'egemonia che mantengono forze intellettuali a cui non è possibile, liste o non liste arcobaleno, affidare un programma serio di alternativa al moderatismo dell'Ulivo e sul significato oggettivo di questa realtà del radicalismo alternativo che, in forme e modi diversi, riemerge continuamente.

Questa, a mio parere, è l'unica discussione che merita di essere fatta. Il resto sono manovrette da mestieranti delle manipolazioni elettoralistiche. E questo ci accingeremo a fare col prossimo numero di Aginform stampato.

R.G.

22 agosto 2005


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