Europa, quer pasticciaccio brutto....

Di fronte all'esplodere della crisi nell'UE dopo il voto francese e olandese si pongono una serie di interrogativi sulle ragioni di questa crisi e sulle prospettive. Mi sembra che i poli della discussione finora erano questi: da una parte il discorso sulla "fortezza Europa" pronta a sostituire il decadente impero americano e dall'altro chi anticipava la positività della nascita di un autonomo sviluppo del continente europeo sganciato dalla sudditanza americana.

La crisi dell'UE ha messo in evidenza che ambedue queste ipotesi non rispondono alla realtà. La fortezza Europa, dopo i colpi dei referendum franco-olandesi, si è dimostrata, più che una fortezza, una ridotta piena di crepe e di infiltrazioni. E non solo per la posizione dell'Inghilterra e il lavorio degli americani, ma per la scarsa considerazione che i popoli europei hanno della nuova istituzione. Sopratutto, però, per il fatto che l'operazione UE ,costituzione e allargamento, è stata varata con troppe contraddizioni e con una pratica da bottegai.

Ci sono due condizioni perchè l'Europa possa consolidarsi e avere un avvenire: che i popoli siano convinti ad unirsi e che la nuova istituzione abbia una chiara fisionomia e un'autonomia strategica sul piano internazionale.

Nessuna di queste condizioni è stata alla base della operazione Costituzione. Per cui la sconfitta è stata inevitabile sotto l'azione angloamericana e la sfiducia delle masse.

Ma allora, c'è da domandarsi, quale era il senso delle decisioni e i limiti dell'operazione? Due mi sembrano le questioni che emergono. Primo, sotto l'azione franco tedesca si è tentato, dopo l'euro, un Blitz Krieg che inglobasse i 25 paesi membri dell'UE in una operazione egemonica che essendo basata su troppi compromessi tra 'europei' non aveva una forza sostanziale di decollo. Secondo, la furbizia di tipo 'italiano' non ha dato ai paesi europei la sensazione di una svolta a livello della politica economica e della politica internazionale.

Che senso ha parlare di Europa se l'operazione va a vantaggio di qualche gruppo franco tedesco e non delinea una integrazione nello sviluppo? La delocalizzazione ad Est e la direttiva Bolkenstein sono il corollario della logica bottegaia.

Anche la politica internazionale qualifica una prospettiva europea. I bottegai di Bruxelles non si sono posti in maniera sostanziale la questione. Che senso ha parlare di Europa se sono gli americani a decidere le guerre e a imporre le alleanze? E' vero, Francia e Germania non hanno partecipato alla guerra contro l'Iraq, ma in un quadro di rinnovata alleanza atlantica.

Sembra di rivivere la vicenda italiana dopo il 25 luglio. Dopo Mussolini la guerra continua,mentre i tedeschi si preparano all'8 settembre.

Dopo l'8 settembre la scena è cambiata e sono entrate in scena le formazioni garibaldine. Le quali, nel nuovo contesto, dovrebbero lottare perchè l'Europa esca dall'alleanza imperialista guidata dagli USA e che l'unione continentale avvenga in modo che tenga conto dei problemi di ogni singolo paese e dei bisogni popolari, contro ogni colpo di mano delle oligarchie economiche finanziarie che gestiscono Bruxelles.

R.G.

18 giugno


Ritorna alla prima pagina