Dalli al cinese !

Conoscili per combatterli meglio. Così è il caso di dire a proposito di certe campagne di stampa lanciate sui giornali e attraverso i mass-media e che hanno il sapore delle 'veline' che vengono da lontano, cioè dai centri incaricati di tenere il fronte della guerra psicologica.

In questi giorni è di nuovo il turno della Cina. Siccome il capitalismo casareccio si trova nei guai per la concorrenza cinese, si è andata sviluppando una campagna forsennata su diversi versanti. Il principale è quello delle imprese che invocano protezione contro i prodotti cinesi, dal momento che ci si è accorti che il continente Cina non poteva, col WTO, essere facilmente colonizzato. Perlomeno bisognava essere alla pari, per esempio esportando macchine tessili e ovviamente essere costretti ad importare prodotti tessili.

Ai lavoratori si fa credere che saranno messi sul lastrico non dalla concorrenza di tipo capitalistico, ma dai cinesi. E questo è buono in previsione del peggioramento delle relazioni internazionali. Per coloro che non hanno il problema del posto di lavoro, si fa leva sui "diritti umani".

Ecco dunque che si fanno inchieste sullo sfruttamento dei minori, sui diritti sindacali negati, sul crollo delle miniere e così via. Si potrebbe pensare che queste campagne vengano condotte dalle solite forze reazionarie e guerrafondaie. Ebbene no. In prima fila troviamo sempre la stampa della sinistra imperialista che fa eco a tutto ciò. Un esempio? Ivan Bonfanti su Liberazione del 15 giugno il quale ci spiega, in prima pagina, che esiste un accordo tra Cina e Microsoft per filtrare messaggi informatici che contengano le parole democrazia, diritti umani, indipendenza di Taiwan, etc etc, cioè tutto l'armamentario che accompagna le guerre di Bush. E' il caso di dire, chi li paga?

R.G.

16 giugno


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