3 QUESTIONI 3 DA DISCUTERE SUBITO !

Diceva il compagno Mao che quando il cane cade nell'acqua bisogna continuare a bastonarlo. Così ritengo che dovremmo comportarci nei confronti della situazione determinatasi coll'esito del referendun francese, con la rottura operata da Rutelli sull'ipotesi di lista unica e, infine, con la infelice posizione in cui il PRC si trova.

Andiamo per ordine. Il referendun francese sulla cosiddetta costituzione europea. Le motivazioni che hanno portato alla vittoria dei No vengono da varie direzioni, ma principalmente, come è stato riconosciuto da più parti, il rifiuto di accettarla è un rifiuto verso una istituzione che viene percepita come un centro autoritario imposto dai poteri forti, dalle grandi istituzioni economiche e finanziarie europee. La costituzione europea è stata imposta dalla rappresentanza politica di questi poteri, e le mediazioni sono avvenute unicamente su questo terreno, fino alla direttiva Bolkenstein, che ne è stata l'espressione più pericolosa e paradossale. Non a caso molti dei commenti francesi si riferivano all'esempio dell'idraulico polacco.

In sintesi, niente spinta popolare all'unione e niente fissazione di principi in cui ci si potesse riconoscere. Su questo è naufragata la costituzione e da questo bisogna ricominciare.Qualcuno ha già scritto, vive la France! Ripeto anche io, vive la France! Ma dopo?

Questo è un compito che non può essere lasciato ai leghisti e ai berlusconiani, nè ai pontieri di Bruxelles che si sono già messi all'opera per ricucire lo strappo. Nè, dobbiamo dar credito alla demagogia bertinottiana che già si era ritagliata uno spazio di opposizione nella UE e quindi lo riproporrà rivendicando la paternità del no. Domanda molto semplice: ma Prodi c'entra in qualche modo con la costituzione europea bocciata dai francesi?

Anche sulla crisi dell'Unione, quella italiana, si pone urgentemente il problema del "che fare?".

Ormai il trucco della lotta a Berlusconi è stato svelato. Gli azionisti di riferimento dell'Unione si sono espressi sul programma moderato che la caratterizzano e sulle lotte di potere che ne sono il corollario. Aspettare anche qui che la sfiducia salga e si determini un astensionismo passivo o il voto al meno peggio, oppure fare una proposta, non elettoralistica per carità, di intervento?

Per ultimo parliamo del PRC. Anche qui si tratta di bastonare il cane caduto nell'acqua. Dopo la trovata delle primarie in Puglia, Bertinotti sta perdendo di credibilità perchè le grandi manovre tattiche sono naufragate con Rutelli e con le posizioni DS sulla guerra e la democrazia esportata a cannonate. Chi ha contaminato chi? Qualcuno potrebbe obiettare che c'è però l'opposizione interna a Rifondazione. A questo proposito basta leggere l'articolo di Claudio Grassi su Liberazione del 28 maggio per capire che lo scontro in atto è cosa troppo seria per affidarlo agli oppositori interni di Bertinotti.

Dunque? Apriamo la discussione sul che fare, uscendo dai ghetti e dai riti postsessantotteschi.

Roberto Gabriele

31 maggio 2005


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