Bersani sfida l'opposizione,
la risposta deve essere all'altezza della sfida

Un Bersani che ci ha abituato alla sua faccia sorniona e accattivante, stavolta ci ha mostrato il volto di quello che rappresenta realmente. Attaccando Beppe Grillo egli ha sibilato: non si azzardi a parlar male di Napolitano. E' una minaccia? Bersani ha forse paura che finalmente si metta in discussione il ruolo di Napolitano e quello del PD nella gestione del governo delle banche e delle guerre 'umanitarie'? Insomma ha paura che cada l'ultimo velo che impedisca poi al suo partito di stare dentro l'alveo dove è abituato a pescare voti? Per questo Bersani ricorre alle minacce?

Egli teme, giustamente, che una polemica aperta che mettesse in luce che cos'è veramente il PD - polemica che a sinistra è sempre tenuta nei limiti di un'ironia un pò salottiera - produrrebbe una revisione di quella logica da centro sinistra che ha sempre tenuto finora insieme il diavolo e l'acqua santa. La fine di questa logica produrrebbe vari effetti negli equilibri politici in Italia.

La fine, auspicabile, di quel mostro che è il Partito Democratico, produrrebbe un vuoto nella simmetria destra-sinistra che sconvolgerebbe gli assetti passati e, soprattutto, quelli in preparazione che ruotano attorno alla sigla ABC. Chi prenderebbe il posto della B di Bersani?

Alle porte ci sono parecchie tribù di barbari, come nella Roma della decadenza. C'è L'IDV di Di Pietro, c'è Vendola che ondeggia tra collaborazione e opposizione in attesa che le cose si chiariscano e possa saltare sul carro del vincitore. C'è Beppe Grillo che è una via di mezzo tra la Lega delle origini e Pannella. Poi c'è lo schieramento attorno al Fatto quotidiano, a Landini, ecc. Insomma un fronte variegato e in attesa di una sintesi improbabile. Il che fa dire a Letta nipote che da quella parte si è sempre tentato di spaccare il PD e di trovare un'alternativa che però non è mai nata. In verità Letta si riferiva ai firmatari di quell'appello di intellettuali che, stufi di fare i suggeritori del principe (il PD ovviamente), vorrebbero mettersi in proprio. Riusciranno i nostri eroi?

A nostro avviso l'alternativa non si può creare se non a due condizioni: la prima è che il PD venga rigettato dall'altra parte della barricata, con Alfano e Casini. E la seconda è che il fronte della sinistra, non quello francese che nasce per far vincere Hollande, ma quello che deve portare avanti un programma serio contro la criminalità politica e la finanza, contro le guerre, e per una diversa condizione sociale e ambientale, faccia sul serio e non si agiti per acchiappare voti in libera uscita.

Noi ribadiamo, nel frattempo, che di fronte alle minacce di Bersani la risposta è il non voto che dimostri da che parte stanno gli italiani che subiscono la crisi, tolga l'acqua al PD e blocchi le velleità elettoralistiche. E' a partire da questo che si può cominciare a parlare di alternativa. Intanto prepariamo a Bersani la sconfitta che si merita. Avanti verso il 51% del NOVOTO.

Erregi

30 aprile 2012


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