Da Vendola a Landini
il percorso della nuova Linke

E' il caso di dire 'ben scavato vecchia talpa'? I fatti sembrano andare in questa direzione. Ci troviamo di fronte, cioè, a una seconda fase della lotta politica in Italia dopo la battaglia, non ancora esaurita, sul fronte giustizialista.

Ora all'orizzonte compare una nuova ipotesi di formazione politica che ingloba una vera tendenza riformista, che nulla ha a che vedere col riformismo di cui si parla negli ambienti centristi di destra e di sinistra. Il nuovo riformismo ci racconta, come direbbe Vendola, di un'esigenza di massa al cambiamento che non trova rappresentanza nella società italiana e che dopo aver vissuto all'ombra della vecchia nomenclatura politica esce allo scoperto. Come e in quale forma? Diciamo che il punto di discrimine è stata la manifestazione FIOM del 16 ottobre.

Attorno a quella scadenza si sono andate concentrando le forze non omologate nel fronte politico bipolare, ma questa volta al contrario del passato non si è trattato del solito corteo movimentista, bensì di una manifestazione ad egemonia confederale CGIL.

Questo fatto ha catalizzato l’interesse di altre forze in cerca di nuove formule politiche, di cui sono state espressione Nichi Vendola al congresso di Sinistra Ecologia e Libertà e Flores D’Arcais con un articolo sul quotidiano il Fatto [ La piazza FIOM: cosa viene dopo]. In sostanza, anche se con referenti organizzativi diversi, c’è convergenza su un punto centrale: in Italia non si può più andare avanti con una situazione che nega rappresentanza a diritti fondamentali come una giustizia uguale per tutti, la difesa dei lavoratori e delle classi meno abbienti, una politica di pace e di nuova collaborazione internazionale.

Cosa nascerà da questa convergenza? E’ presto dirlo, ma una cosa è certa: la vecchia rappresentanza della sinistra detenuta dal PD e dalle sue appendici ‘radicali’sta andando in frantumi e, mentre le forze liberali cercano il riscatto da Berlusconi, un altro processo è in atto per definire una dialettica politica diversa.

Le anime belle che si aspettano che miracolosamente il coniglio esca dal cilindro dovranno, però, fare i conti con incognite non di poco conto. Chi manifesterà veramente autonomia dal quadro bipolare che ruota attorno agli interessi dell’Europa capitalistica e dal militarismo NATO e che prezzo  i protagonisti dovranno pagare per uscire da siffatto schema?

Una cosa però è certa, nonostante quello che appare un grande sfascio, due cose positive sono emerse: la grande battaglia contro la criminalità politica dilagante e la fine dell’egemonia vergognosa del PD e delle sue appendici in cerca di un posticino al sole dove meditare sulle possibili rifondazioni.

Per ora godiamoci lo spettacolo, in attesa che le cose si chiariscano meglio e che si comprenda su quali dati oggettivi si potrà fare leva per cambiare veramente qualcosa.

Erregi

24 ottobre 2010


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