Antifascismo filosionista

Essere antifascisti e filo-sionisti è una contraddizione in termini dal momento che l'antifascismo ha rappresentato un movimento di popoli che lottava contro la guerra e l'oppressione, mentre il sionismo è una forma moderna di nazismo che si basa sulla guerra e sulla oppressione del popolo palestinese. Eppure, oggi, i più decisi assertori di un certo tipo di antifascismo e dei valori resistenziali, dal capo dello Stato, a Fassino, fino a Mussi e Veltroni sono proprio quelli che non solo ignorano la tragedia provocata dal sionismo, ma ne esaltano l'ideologia e i comportamenti.

In questo contesto la difesa degli ebrei c’entra poco. Molto di più c’entra l’uso del sionismo israeliano e internazionale come cane da guardia degli interessi dell’imperialismo americano e NATO in Medio Oriente e in generale nel mondo islamico. Il legame stretto tra imperialismo occidentale e sionismo si è saldato su interessi strategici di largo respiro e su una collaborazione militare attiva fino a produrre il nucleare israeliano. Tutto ciò potrebbe anche essere normale in un’alleanza tra predoni, ma in questo caso l'alleanza assume un aspetto particolare in quanto usa la persecuzione antisemita subita dagli ebrei durante la seconda guerra mondiale e con l’emanazione delle leggi razziali per coprire il razzismo antiarabo e la persecuzione dei palestinesi.

Sarebbe stato più difficile per l’imperialismo occidentale far passare le aggressioni militari se in ballo non ci fosse stato il discorso sull’olocausto. E questa parola viene usata cinicamente per coprire ogni nefandezza dei fautori della 'civiltà occidentale' che stanno conducendo da decenni guerre e genocidi ovunque.

A rafforzare questa tendenza filo-sionista non bastano i mass media e la subalternità delle forze politiche di destra e di sinistra, ma si è andati oltre, imponendo leggi contro il cosiddetto revisionismo storico che colpiscono la libertà della ricerca storica e della manifestazione del pensiero. In questo modo si cerca di impedire non tanto il capovolgimento (da parte di alcuni) del giudizio sul nazismo - e su questo infatti le reazioni, quando ci sono, sono in genere assai più sfumate - quanto ogni seria ricerca e discussione sulla persecuzione degli ebrei che ne metta in luce la dinamica storica concreta e la sottragga alla pretesa metafisica di assoluta unicità che è funzionale solo a quella che è stata giustamente definita industria dell’olocausto, cioè alla strumentalizzazione degli eventi storici.

L’Università di Teramo da un po’ di tempo è diventata in Italia l’epicentro dei fulmini degli ‘antifascisti’ filo-sionisti. Nel maggio 2007 Fabio Mussi, attualmente di Sinistra e Libertà e all'epoca ministro della Pubblica Istruzione, fece chiudere l'università per impedire che il prof. Claudio Moffa nel suo Master desse la parola al prof. Faurisson che avrebbe portato i suoi argomenti contro la vulgata corrente sulla persecuzione degli ebrei. Oggi si è scatenata una campagna analoga, basata su grosssolane falsificazioni, sempre contro il prof. Moffa, perché ha osato parlare di questi argomenti nel corso di una sua lezione [che si può ascolatare qui: Parte I e Parte II]. I censori ‘antifascisti’ hanno anche chiesto il licenziamento del professore. Come è ovvio, la sinistra, compresa quella teramana e universitaria tace e acconsente.

Erregi

11 ottobre 2010


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