USCIRE DALLE NEBBIE POLITICHESI
 e riflettere sul futuro prossimo venturo

I dati che stanno emergendo sull'evoluzione della situazione internazionale spostano l'attenzione dalla situazione conflittuale determinata dalle guerre americane e NATO nei teatri consolidati, ma ancora in grado di espandersi per le minacce all'Iran e i progetti militari israeliani, verso uno scenario ancora più complesso e drammatico che mette in luce le tappe della conflittualità che sta dietro l'angolo.

Qual'è la sostanza della nuova fase che si prepara? Le notizie che ci pervengono parlano dell'apertura di una aperta conflittualità che coinvolge i maggiori paesi e che riguarda quella che possiamo chiamare la guerra delle monete.  

Da che cosa dipende questa evoluzione? Le risposte che si possono dare sono queste:

1) la strategia bushiana che tendeva ad imporre l’egemonia americana a livello planetario è fallita;

2) il fallimento riguarda sia l’aspetto militare che politico. Quello militare è evidente, quello politico, meno enfatizzato dai media, è dovuto all’aprirsi nelle relazioni internazionali di un rapporto multipolare cui il presidente Obama obtorto collo ha dovuto sottostare;

3) la crisi economica americana ha aggravato la situazione e, nonostante il ruolo del governo americano nella finanza e nell’economia, non ci sono segni di ripresa e ciò che si è prodotto dopo gli interventi di Obama appare una sorta di canto del cigno;

4) non potendo più usare i metodi classici dell’impero americano che scaricava sugli altri i problemi, tra l'altro utilizzando il dollaro come moneta internazionale, gli USA sono costretti al confronto multipolare a partire dalla Cina.

Dunque gli americani devono rimboccarsi le maniche se vogliono evitare un altro esito disastroso dopo la guerra infinita di Bush e gli effetti della bolla speculativa. Per fare questo devono però confrontarsi con Paesi che hanno assunto un ruolo determinante nella produzione di beni e nei mercati valutari. Di qui la guerra delle monete che minaccia di diventare qualcosa che non si combatterà nelle grotte dell’Afghanistan, bensì su teatri molto più devastanti.

La propaganda occidentale sta preparando i nuovi eventi con una logica Goebbelsiana che coinvolge destra e sinistra. Mentre gli alternativi giocano ancora con l’arco e la freccia.

Erregi

6 ottobre 2010


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