Grecia: uscire dagli schemi e interpretare la realtà

Non siamo in condizione di dare lezioni di comportamento a nessuno, ma la reazione di un visitatore del nostro sito alla constatazione che abbiamo pubblicato un testo di Fulvio Grimaldi sul KKE critico sui comunisti greci ci sembra fuori luogo e piuttosto convenzionale. Quelli che noi definiamo orfani del comunismo si aggrappano sempre ai miti europei senza andare a fondo sui contenuti. Basta che si tratti di sigle che portano il nome comunista, i partiti che ne fanno uso vengono subito arruolati nell'area bolscevica.

Ma è possibile procedere in questo modo senza vedere di che cosa si stia parlando parlando? Facciamo un esempio: parliamo del Partito Comunista di Boemia e Moravia. La sua organizzazione giovanile tempo fa è stata messa fuori legge perchè nel suo statuto si fa riferimento al comunismo. Ebbene, all'ultimo congresso del partito i rappresentanti 'clandestini' dell'organizzazione non sono stati ammessi ai lavori per paura che la loro presenza minacciasse la legalità dell'assise. Invece di denunciare il comportamento del governo e sostenere apertamente il diritto dei giovani comunisti ceki ad esistere, ci si è piegati al ricatto legittimando di fatto la repressione. In questo caso ci troviamo di fronte, aldilà del nome, ad un partito comunista?

Altro esempio. Ultimamente c’è stato un incontro, conclusosi con una dichiarazione comune, tra comunisti portoghesi e rottami del PCE, partito liquefatto e in via di estinzione dopo infiniti contorcimenti. Domanda: che cosa c’entra il PCE con i comunisti?

Gli esempi si potrebbero moltiplicare, ma non per tentare una critica 'di sinistra' ai partiti comunisti. Questo mestiere lo lasciamo ai gruppi trotskoidi. Per noi il discorso sul comunismo ‘reale’, relativo ai PC odierni, passa attraverso l’analisi concreta della loro natura e del ruolo effettivo che svolgono. Il partito della falce e martello, come tale, non ci convince e basterebbe la storia del Pdci e di Diliberto a spiegare ampiamente il perché.

Ma che cosa c’entra il KKE in tutto questo? Dal punto di vista storico il partito comunista greco ha un passato importante, nella lotta antifascista, nella guerra civile contro monarchici e inglesi, nella resistenza contro la dittatura dei colonnelli, nell’aver resistito alle lusinghe dell’eurocomunismo e all’ostracismo di sinistra. Se Grimaldi non riconosce questo sbaglia e sbaglia di grosso. La questione è però altra e in fondo Grimaldi l’ha posta. Perchè negli ultimi due o tra anni settori giovanili importanti si sono mossi al di fuori del KKE e spesso sono stati da questo disapprovati? Perchè si è aperta questa crepa? Si può ridurre il tutto ad anarchismo e a provocazione? Questo ci sembra sbagliato e per questo abbiamo pubblicato Grimaldi. Certo, su come affrontare la situazione non si può improvvisare e dal punto di vista strategico la posizione espressa recentemente dalla segretaria del KKE Papariga ci sembra molto interessante. Fuori dall’UE e per una economia svincolata dalla dinamica capitalistica. Il punto è capire quando e come si può determinare questa scelta. Quindi la discussione è aperta, semprechè non si ripeta l’esperienza di un altro partito comunista che va per la maggiore, il Partito Comunista Portoghese, che all’epoca della colpo militare contro la rivoluzione dei garofani scelse di andare per la sua strada con gli effetti che conosciamo.

Erregi

24 maggio 2010


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