Berlusconi e il PD

Ci sono due assenti nello scontro in atto tra Berlusconi e chi lo sta combattendo e questi due assenti si chiamano PD e  sedicente sinistra radicale. Per capire la natura di queste latitanze non bastano le dichiarazioni formali di antiberlusconismo, bisogna badare alla sostanza delle questioni in ballo. Il PD appare una forza esangue che usa il politichese nella speranza che, in assenza di alternative, qualcuno lo spinga al governo. La sedicente sinistra radicale si accontenta di fare la comparsa mettendosi a rimorchio di Di Pietro.

Diciamo che ambedue sono fuori fase e non hanno nč voglia, nč forza, nč capacitŕ di misurarsi effettivamente con la situazione. Di questo invece dobbiamo continuare a parlare.

Ci sono finalmente elementi nuovi che confermano la natura criminale e mafiosa di questo governo. Non solo la vicenda Dell’Utri e Mangano, ma anche le dichiarazione dei pentiti che fanno pensare che il famoso accordo Berlusconi-mafia non era affatto un patto politico, ma un affare economico da cui sono decollate le fortune del cavaliere. In passato molti si sono domandati come Berlusconi abbia fatto le sue fortune, quelle immobiliari, quelle televisive, quelle finanziarie ed editoriali. Ora la storia comincia a delinearsi nei suoi veri contorni di cui le vicende giudiziarie appaiono solo scappatelle.

Gli ‘antifascisti’ italiani sono ora serviti. A forza di sciacquarsi la bocca con 'Bella ciao' non hanno voluto prendere in considerazione che un potere criminale va nella direzione del fascismo e se ancora non si č superato il punto di non ritorno lo si deve non a chi non ha voluto prendere atto che Forza Italia e Lega sono forze eversive, ma ad un vera corrente antiberlusconiana che ha preso corpo nella societŕ italiana e di cui i politici di sinistra sono solo il fanalino di coda.

Il luglio ’60 č da archiviare e si punta tutto su Casini.

Erregi

29 novembre 2009


Ritorna alla prima pagina