La questione dei comunisti in Italia
risposta ad un compagno

La lettera che abbiamo ricevuto dal compagno A. M. relativamente a ciò che Fosco Giannini ha scritto e detto negli ultimi tempi merita una risposta, non tanto polemica quanto chiara.

In sostanza il compagno ci fa tre domande. Partiamo dalla prima, quella appunto su Fosco Giannini e l’Ernesto. Se abbiamo capito bene, nella lettera si esprime preoccupazione per il commento che abbiamo fatto alle considerazioni di Giannini sullo stato dei comunisti in Italia. Come dire: voi di Aginform mettete in questione anche queste posizioni. Ebbene sì, noi da anni andiamo dicendo ciò che Fosco Giannini ha dovuto ammettere e cioè, dove sono i comunisti in Rifondazione? Nell’ultimo CPN ne sono stati contati 6 su circa 120. La differenza sta nel fatto che, al contrario di Giannini, noi non abbiamo partecipato all’orgia rifondarola che ha prodotto non solo l’anticomunismo bertinottiano, ma anche il trasformismo di Grassi e Valentini e di tanti altri esponenti di 'Essere comunisti'. Quando si parla di fine del comunismo in Rifondazione bisogna parlare anche della responsabilità di chi si è prestato al gioco tutto politichese che ha consentito all’anticomunismo 'di sinistra' di progredire. Perchè non è stata fatta un’analisi lucida sull’operazione Rifondazione comunista e non si è pensato ad un'alternativa comunista? Poteva un'iniziativa tutta culturale contrastare i carri armati del trasformismo? I fatti ci dicono di no e quindi se Fosco Giannini vuol parlare di comunismo dovrebbe iniziare una riflessione e un dibattito autocritico su questo.

Quanto al Pdci, dire che Diliberto è un moderato e ci sono invece altri compagni nel partito che la pensano diversamente ci sembra fuorviante. Noi ci poniamo una semplice domanda: chi era il ministro della giustizia quando il governo D’Alema bombardava la Jugoslavia? Si trattava di moderatismo o di crimine di guerra? E si può parlare di comunismo per un partito che ha in Diliberto il proprio segretario?

Infine, Comunisti uniti. Francamente dobbiamo ammettere di non saperne molto sull’argomento, ma ricordiamo gli appelli alla falce e il martello fatti in campagna elettorale. Dove è finito questo discorso che francamente ci è sembrato solo identitario e senza prospettive politiche? Se Ferrero ha potuto navigare verso la Federazione della sinistra alternativa esprimendo una maggioranza schiacciante nel CPN vuol dire che qualcosa non ha funzionato in questa 'unità' dei comunisti.

Quindi, compagno A.M., apriamo una discussione vera sui comunisti in Italia.

Erregi

26 ottobre 2009


Ritorna alla prima pagina