Una buona notizia:
si costituisce la rete ebraica antisionista

Tra le cose buone che abbiamo fatto come Aginform vi è stata quella di pubblicare i quaderni sulla questione sionista e tra questi c'è quello che raccoglie testi di ebrei antisionisti, alcuni dei quali, come Mordechai Vanunu, perseguitati duramente dal governo israeliano.

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
afferma che l'appartenenza all'OLP non significa l'accettazione della "soluzione dei due stati"

Ricordiamo ai lettori del nostro sito che Liberazione all'epoca della direzione Sansonetti ci rifiutò la pubblicità a pagamento dei quaderni. Non sappiamo se il PRC di Ferrero abbia cambiato linea, ma seguendo gli articoli di politica estera non ci sembra molto.

Ormai però, dopo Gaza, il vento sta cambiando e anche coloro che hanno teorizzato la linea dei due popoli - due stati e l'effetto virtuoso che avrebbe avuto in Medio Oriente un accordo tra palestinesi e israeliani, vacillano. O si impongono il silenzio, peraltro imbarazzato, come avvenne con la resistenza irachena, oppure cercano di correggere il tiro. Così è avvenuto nel corso di un convegno degli 'amici' dei palestinesi che per anni hanno negato l'evidenza e hanno strumentalizzato l'appoggio di molti alla loro causa, dove si è cominciato a parlare di stato unico nella Palestina storica e di sionismo, su cui è stato annunciato addirittura un convegno.

Sarebbe il caso di chiedersi dove erano costoro all'epoca della chiusura dell'università di Teramo per impedire una conferenza ''revisionista", come si usa dire, di Faurisson, ma questa è polemica superflua.

Ciò che conta è che in Italia, nella sinistra, è profondamente penetrata una concezione solidaristica coi palestinesi che non porta a capire la natura del conflitto in corso e delle forze in campo, aiutando di fatto i sionisti a continuare la commedia del processo di pace. Su questo abbiamo condotto una campagna sistematica, assieme ad altri, tra cui il compianto Mauro Manno, la cui validità ci viene confermata anche dalla notizia della costituzione della rete ebraica antisionista. Nel documento fondativo, che qui riproduciamo, sono riportati concetti che noi usiamo da anni e che la sinistra filosionista respinge.

In primo luogo si parla di occupazione coloniale sionista della Palestina, cioè di un dato che per sua natura esclude la teoria dei due popoli e due stati. Non solo perchè la natura dell'occupazione coloniale esclude tali ipotesi e contempla invece con ferocia e lucidità la liquidazione dei palestinesi come entità nazionale, ma anche perchè l'esistenza di Israele è la legittimazione dell'occupazione coloniale. Dunque non ci sono nella Palestina storica due popoli e due stati, ma occupanti e popolazione oppressa. Abbiamo dovuto aspettare che questa verità ci fosse rivelata da ebrei antisionisti?

La seconda questione riguarda la natura del colonialismo sionista. Israele non è una realtà come i boeri sudafricani o gli inglesi di Ian Smith nell' ex Rhodesia. Un residuo coloniale che tenta di resistere alla decolonizzazione ormai inarrestabile. L'occupazione sionista della Palestina invece è frutto di un progetto nazionalista, un misto di spirito coloniale e di logica nazista che coinvolge gli ebrei a livello mondiale e che è un puntello fondamentale del circuito imperialista occidentale. Non si tratta di romantici dell'era coloniale, ma di una forza attiva del moderno imperialismo che pesa come un macigno sugli ebrei sionisti di tutto il mondo. Per questo stare coi palestinesi è possibile solo se si denuncia l'occupazione coloniale e si partecipa al fronte antisionista.

Erregi

1 marzo 2009


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