Lo sbarramento di Ferrero & C.

La notizia è ormai certa, l'accordo tra i due poli per istituire lo sbarramento del 4% alle prossime elezioni europee è cosa fatta e questo ha gettato sconcerto tra le file della sinistra 'radicale' che vede allontanarsi sempre più il suo ritorno istituzionale. Ci speravano Ferrero & C. di poter andare alle elezioni europee con la vecchia legge che avrebbe consentito, a partire da uno 0,80%, di eleggere parlamentari europei e quindi sperare in una rimonta elettoralistica utile per il futuro.

Un 4% di politicanti della minima quota elettorale
di Gianfranco La Grassa

Forse, nel frastuono della polemica mediatica tra maggioranza e opposizione non si erano accorti che sotto sotto si andava delineando una strategia concertativa che si è manifestata in diversi punti, dalle dimissioni dalla commissione di vigilanza RAI all'astensione sul federalismo fiscale e ora, appunto, con l'accordo sullo sbarramento al 4%. In questo caso si è trattato di una vera e propria spartizione dei resti delle formazioni elettorali uscite sconfitte dalle elezioni politiche dell'aprile scorso.

L'esclusione probabile, manu militari, della sinistra 'radicale' dal parlamento europeo non ci rattrista e non ci porta a solidarizzare con Ferrero che manifesta sotto la sede del PD. I motivi per cui non ci sentiamo solidali sono molti. Quelli specifici riguardano il giudizio sulle formazioni 'partitiche' che si sentono minacciate dallo sbarramento. La loro unica funzione è quella di lucrare una rendita di posizione, ormai ridotta ai minimi termini, ad uso e consumo di personaggi che in questi decenni hanno dimostrato solamente di essere un ceto politico aggrappato ai seggi e alla collocazione istituzionale. La svolta di 'sinistra' che ha portato alla vittoria su Bertinotti in lughlio a Chianciano, peraltro, non ha modificato un gran che la linea del PRC. Basti citare alcuni episodi piuttosto scandalosi. La censura su Liberazione del vignettista Apicella che ironizzava sulle dichiarazioni di Napolitano su Gaza, l'accodarsi alle celebrazioni sulla giornata sionista della memoria, la solidarietà espressa a personaggi come Ichino. Nonostante questi atti di servilismo politico, miranti a dimostrare il perbenismo 'radicale' la mannaia dello sbarramentosi è abbattuta lo stesso. Ingrati !

Il discorso sullo sbarramento non è però un compiacersi per le disavventure della sinistra 'radicale'. La vera questiore è ben altra e attiene alla posizione che dobbiamo esprimere rispetto alle elezioni europee. Se vogliamo evitare un nuovo Aventino politico e rifugiarci in un astensionismo passivo, dobbiamo ripetere, in forma allargata e incisiva, l'esperienza del manifesto astensionista dell'aprile corso. Non in odio alla casta, ma per affrontare il discorso sull'Unione Europea e il suo ruolo. Domandiamoci a che cosa serva rafforzare la credibilità di Bruxelles partecipando ad elezioni che ne legittimano il ruolo imperialista e di rappresentanza dei grandi interessi economici e finanziari della borghesia europea. Prepariamoci dunque a una grande campagna astensionista che raccolga il duplice risultato di allargare l'opposizione all'UE e di affossare definitivamente la sinistra 'radicale'.

Erregi

29 gennaio 2009


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