Lo schema non funziona

Sorpresi dagli avvenimenti georgiani, molti antimperialisti ‘rivoluzionari’ hanno riesumato il solito schema delle contraddizioni interimperialistiche senza curarsi di fare quell’analisi concreta della situazione concreta che avrebbe dato un senso corretto alle cose. Invece l’odio antirusso, che è pari a quello anticinese e che viene da lontano, oltre ad essere un buon affare per gli imperialisti occidentali, rende impossibile una valutazione obiettiva degli avvenimenti e della loro portata internazionale.

Intanto la prima questione. Che cosa rappresentano questi avvenimenti? Sono una manifestazione di scontro interimperialista tra Russia e occidente o qualcos’altro?

Se non fosse solo imbecillità, la chiave interpretativa dello scontro in Ossezia del sud avanzata dagli antimperialisti ‘rivoluzionari’ cozzerebbe innanzitutto contro i dati di fatto. Questi dati ci dicono che nel progetto di governo unipolare degli americani e dei loro alleati Nato c’è l’accerchiamento militare della Russia e anche lo smembramento della federazione. Questo secondo obiettivo è stato abbondantemente sconfitto, mentre il lavoro sul primo obiettivo è in corso. L’ingresso nella Nato dei paesi baltici, della Polonia, della Repubblica Ceca e degli altri paesi dell’est Europa è stato il primo passo che è seguito allo smembramento della Jugoslavia. Poi sono venuti i progetti polacchi e cechi sui radar e i missili. Ed è ovvio che tra gli obiettivi da raggiungere c’è anche la Nato in Georgia e in Ucraina.

E’ a questo punto che i russi hanno deciso di dimostrare che questo processo non sarà indolore e che la partita è ancora aperta. Cosa c’entra l’imperialismo russo con tutto questo? Forse la Russia avrebbe dovuto accettare di essere chiusa in una morsa per rendere più facile un possibile attacco americano?

Noi non siamo schierati politicamente con la Russia, ma siamo coscienti della partita che sta giocando l’imperialismo USA e di qual'è l’obiettivo. Per questo non accettiamo lo schemino del conflitto interimperialista.

Ma c’è un’altra considerazione da fare in merito alla lettura degli avvenimenti georgiani e che ci riguarda direttamente come soggetti impegnati nella lotta antimperialista. A meno che non vogliamo considerare la lotta antimperialista un mucchio di chiacchiere, dobbiamo capire in che modo si va articolando lo scontro a livello mondiale. E mentre prendiamo atto che la resistenza, che noi sosteniamo apertamente, alle guerre occidentali si rafforza nei paesi aggrediti, ci rendiamo conto che la rottura dell’equlibrio unipolare è una delle condizioni del successo del movimento e in questo la forza della Russia e della Cina rappresenta un elemento essenziale. Finora cinesi e russi, realtà non certamente rivoluzionarie, hanno cogestito con gli occidentali alcune scelte imposte dai rapporti di forza e che giustamente non possiamo condividere.

L’analisi degli avvenimenti ci porta a dire però che ora si stanno scoprendo le carte e da queste viene fuori che la cogestione è finita e che americani ed europei non possono più contare su acquiescenze sbagliate. I missili russi in Siria sono un buon segno.

Erregi

8 settembre 2008


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