Da RAI News 24 una testimonianza sugli orrori di cui il governo italiano si sta rendendo complice in Iraq facendo da spalla ai criminali USA, trascinando nel disonore e nella guerra tutto il nostro paese.
Riprendiamo da "Peacelink" l'editoriale che riporta foto e testimonianze dal video e dalla conferenza stampa del 7 novembre
Siamo andati laggiù per "liberarli" dalle armi chimiche
di Saddam. Quelle non sono mai esistite, ora lo sappiamo. Ci hanno pensato
i "nostri liberatori", a quanto pare, non solo a importarle, ma a
scagliarle contro la popolazione civile...
Della guerra in Vietnam
molti registi, ci hanno fatto vedere i loro film. In ritardo, troppo in
ritardo. Dai campi di sterminio nazisti abbiamo ereditato documentari e
processi per crimini di guerra. In ritardo, sempre troppo in ritardo.
L'alibi del "non lo sapevo" ora non vale più...
Nadia Redoglia
Fonte: Documenti, filmati, foto, dichiarazioni in conferenza stampa 7.11.05 Roma. Servizio Rainews 24 "Fallujah-la strage nascosta". 7 novembre 2005
"Ho sentito io l'ordine di fare attenzione perché veniva usato il fosforo bianco su Fallujah. Nel gergo militare viene chiamato Willy Pete. Il fosforo brucia i corpi, addirittura li scioglie". E' questa la tremenda testimonianza che Jeff Englehart, veterano della guerra in Iraq, ha reso a Rai News 24. "Ho visto i corpi bruciati di donne e bambini - ha aggiunto l'ex militare statunitense - il fosforo esplode e forma una nuvola. Chi si trova nel raggio di 150 metri è spacciato".
L'inchiesta di Rai News 24, "Fallujah:
la strage nascosta" dimostra con dati alla mano, ovvero con testimonianze di
militari statunitensi che hanno combattuto in Iraq, di abitanti di
Fallujah, di documenti filmati e fotografici raccolti nella città irachena
durante e dopo i bombardamenti del novembre 2004, che l'Esercito
statunitense ha utilizzato agenti chimici: il cosiddetto "Fosforo Bianco",
una versione del Napalm, chiamata con il nome MK77. Le immagini dimostrano
il suo impiego contro la popolazione civile, in spregio al divieto sancito
dalle convenzioni O.N.U. del 1980 (non sottoscritte dagli USA) che
proibisce l'uso di queste sostanze incendiarie sui civili. Gli USA, dal
canto loro, nel '97 firmarono invece una convenzione che vietava l'uso di
armi chimiche. Le testimonianze che riportiamo sollevano atroci dubbi
sulla veridicità della convenzione. Salvo che incendiare corpi con
"agenti" chimici piuttosto che "armi" chimiche... faccia
differenza.
Un'altra umiliazione per l'umanità intera, protagonista
della fiction "missione di pace", è venuta a galla. Tutti i cadaveri,
prima o dopo riaffiorano, più o meno decomposti...
Nell'inchiesta di
Rai News 24, realizzata da Sigfrido Ranucci e curata da Maurizio
Torrealta, vengono mostrati documenti filmati del bombardamento al fosforo
sui quartieri della città, e quelli molto drammatici che riprendono gli
effetti su militari, su intere famiglie civili, sui tanti bambini di
Fallujah, alcuni dei quali sorpresi nel sonno (le foto sono veramente
terribili.Ma più terribile è che, se esistono, una foto dimostra solo la
tragedia di ciò che già è stato...)
"Avevo raccolto testimonianze sull'uso del fosforo e del Napalm da alcuni profughi di Fallujah che avrei dovuto incontrare prima di essere rapita" - ha raccontato la giornalista del Manifesto, Giuliana Sgrena, a Rai News 24 - "avrei voluto raccontare tutto questo, ma i miei rapitori non me l'hanno permesso!".
1972. Una manciata di anni fa. Storia che i nostri liceali ora studiano sui libri, ma molti di noi la ricordano perché vissuta, altri, molto più drammaticamente, la ricordano perché patita. Marchiata a fuoco sulla propria pelle. Un'immagine fa il giro del mondo: Kim Fuk, 9 anni, il corpicino nudo, straziato dal Napalm, corre, le braccia allargate nel tentativo disperato di fuggire alla morte. Una morte da napalm, un'infame risposta al perché di una guerra che nessuno ha vinto. Il napalm fu una "specialità" di quella guerra. Gli archivi americani hanno vomitato l'effetto di quei micidiali ordigni. I cameramen militari hanno ripreso tutto, con particolare attenzione all'effetto slow-motion per meglio documentare l'operatività delle bombe. Quelle bombe erano lucide, al momento dello sgancio l'attrito le avvolgeva circondandole di un'aurea blu, subdola, perché, raggiunto l'obiettivo, scatenavano a terra una tempesta di fuoco. I piloti sorvolavano a bassa quota boschi, villaggi, guardando avanti,mentre alle loro spalle tutto bruciava: dai piccoli Kim Fuk all'ultima delle capanne... Anche la colonna sonora era studiata ad hoc. Ricordava ai valorosi marines le loro terre californiane. Per loro, evidentemente, le uniche degne di continuare a esistere: il Vietnam e il suo popolo che andassero all'inferno: inferno, appunto.
Questi filmati uscirono dagli archivi dopo decenni e, temendo le reazioni dei pacifisti, ne vennero proiettati solo il 3%. Furono però sufficienti a scatenare la sensibilità di moltissimi americani. Grazie anche a loro, le Nazioni Unite nel 1980 sancirono il divieto dell'uso del gas napalm contro i civili.
Nell'agosto 2003 qualche testata estera cominciò a pubblicare notizie preoccupanti. The Indipendent - Andrei Buncombe: "...gli USA ammettono di aver usato il napalm in Iraq..." L'inchiesta era basata su dichiarazioni di piloti graduati della marina americana. Il Col. J.Alles, comandante dell'11° Marine Air Group, dichiarò, sempre a Buncombe "...abbiamo bombardato con il napalm i ponti sul canale Saddam e sul fiume Tigri, nel sud di Bagdad...purtroppo c'erano delle persone, li abbiamo visti nei video , erano dei soldati iracheni . Non è un bel modo di morire. Ma i generali amano il napalm. Ha un effetto psicologico molto forte..." Il Pentagono negò. Alcuni suoi esponenti si limitarono a dichiarare che erano operazioni chirurgiche, "a basso impatto ambientale", eseguite non con il napalm direttamente, ma con bombe derivate, le cosiddette bombe incendiarie Mark 77. Anche il "Sidney Morning Herald", il "San Diego Union Tribune" riportano pesanti testimonianze. John Pike del Global Security Group commenta "...puoi chiamarlo in un altro modo, ma è sempre napalm. E' stato riformulato, nel senso che ora utilizzano un differente distillato di petrolio come base, ma al fondo è sempre quello. Gli USA sono uno dei pochi paesi che abbiano fatto largo uso di napalm, non ho notizie di altri che lo facciano..."
Alice Mahon, ex parlamentare laburista, presentò in quell'anno numerose interpellanze al Ministero della Difesa inglese chiedendo se fosse vero che gli USA avessero utilizzato armi chimiche. Il Ministero negò fino al giugno 2005 quando rispose di essere sinceramente dispiaciuto, che non corrispondeva a verità. Che gli Usa avevano distrutto nel 2001 il loro arsenale di napalm usato in Vietnam, ma che dai rapporti dei marines in servizio in Iraq nel 2003, si leggeva che era stato usato l'MK77. Questa bomba incendiaria, pur non avendo la stessa composizione del napalm, ha lo stesso effetto distruttivo. Il Pentagono ha affermato che questi ordigni non vengono generalmente usati in aree dove sono presenti civili.
La Mahon ha deciso di non ricandidarsi perché si rifiuta di appoggiare chi si è reso protagonista di crimini di guerra. Quando le viene chiesto se l'MK77 sia diverso dal napalm, dà una risposta agghiacciante: "No. Non è per niente diverso. Ha esattamente lo stesso effetto del napalm, ha solo cambiato nome. Brucia ugualmente i corpi delle vittime. Addirittura li scioglie. E' una vergogna che gli Stati Uniti lo usino. E' una vergogna che il nostro Governo li copra"
Riportiamo dunque alcune testimonianze.
Jeff Eglehart (ex
marine)
«Ero in Missione a Fallujah. All'interno della ranger zone.Ero
a 150 metri da dove si svolgeva l'attacco. Abbiamo ricevuto l'ordine
diretto che qualsiasi individuo che camminava o si muoveva era un
obiettivo"
D. "E' vero che avevate ordine di sparare anche a ragazi di
dieci anni?"
R. "quando siamo arrivati in Iraq c'era uno standard di
combattenti : dai 18 ai 65 anni , ma quando siamo giunti a Fallujah il
target e' sparito perché effettivamente in città c'erano ragazzi di 10
anni che usavano il mitra"
D." A suo figlio cosa racconterebbe della
battaglia di Fallujah?"
R. ".Che è stato un genocidio, è stato
bombardato tutto il bombardabile. Non è stata una guerra, ma un omicidio
di massa" e ancora "...il fosforo bianco..., quando esplode si disperde
come una nuvola, se colpisce un essere umano lo consuma fino all'osso, ma
non necessariamente brucia i vestiti, perché agisce sulle molecole
acquose. Brucia l'ossigeno e inalandolo, si muore..."
D. "Lei ha visto
l'effetto di queste armi?"
R. " Si,ho visto dei corpi bruciati. La
differenza tra le altre armi e il fosforo bianco si vede. Brucia
sciogliendo la carne e deformando il corpo, lo scioglie. Durante i
bombardamenti sono stati colpiti sia i civili che combattenti. Sono stati
uccisi donne e bambini. Anche gli animali. L'effetto di questa nuvola
colpisce fino a 150 metri di diametro e chi è in quel raggio è
spacciato"
D. "Alcuni filmati testimoniano violazioni all'interno delle
moschee, di croci dipinte sui muri e sul Corano. Lei sa qualcosa in
merito?"
R. "Ho sentito di molti vandalismi da parte di
soldati...
D. "E' vero che avete aspettato il risultato delle elezioni
, la conferma della vittoria di Bush, per bombardare Fallujah?
R. "..E'
andata esattamente così. Abbiamo avuto direttamente l'ordine dal Pentagono
di non attaccare fino al risultato delle elezioni. Questo ha fatto
innervosire molto i militari
D. "Lei ha partecipato all'attacco nel
novembre 2004, quello più terribile. Sono state usate armi chimiche a
Falluja?"
R. "Da parte degli Stati Uniti? Assolutamente si. Sicuramente
il fosforo bianco,probabilmente il napalm, chiamato MK77.
D. "Ne è
sicuro?"
R. "Si"
D. "Come fa ad esserne certo?"
R. " Ho sentito
per radio l'ordine di fare attenzione perché veniva usato il fosforo
bianco. Nel linguaggio militare viene chiamato Willy Pete "
Fallujah è ormai una città spettrale, una macchia nera . Un
rapporto, a lungo tenuto segreto, redatto dall'UNAMI,ufficio ONU iracheno,
usa l'aggettivo "scioccante". Le case colpite sono circa 37mila. Gli
americani marchiano con una X rossa le case "ripulite" o "disinfestate",
come scrivono sui loro rapporti. Sui morti non ci sono ancora cifre
ufficiali. il generale dei Marines, J.Sattler il 18 novembre disse "
...posso onestamente dire che non sono a conoscenza di alcun civile
ucciso... "Le immagini girate i giorni seguenti all'attacco pare lo
smentiscano: le vittime furono centinaia. Si sparava a tutto ciò che si
muoveva, compresi i drappi bianchi, simbolo di resa. Negli ospedali si
raccolgono drammatiche testimonianze. Il dott. M. Hadded accompagnato da
una sua equipe è riuscito a entrare in Fallujah, autorizzato dagli
americani. Il suo compito fu quello di riconoscere e seppellire i morti.
Corpi di civili uccisi, massacrati, consumati fino alle ossa, lembi di
pelle staccati dalla carne... Non si vedevano segni di proiettili. Alcuni
volti erano letteralmente fusi, così come alcune parti del corpo. Solo i
vestiti si presentavano incredibilmente intatti. Fu così che furono
riconosciuti i morti civili. I combattenti indossavano giubbotti da
combattimento...
Anche gli animali morti non presentavano apparenti
ferite da arma da fuoco.
Mohamad Tareq Al-Derajl, laureato in biologia,
è direttore del centro studi per i diritti umani, un'organizzazione nata a
Fallujah nel 2004. Mohamad è stato invitato al Parlamento Europeo da
alcuni deputati della sinistra, per raccontare ciò che accadde nella sua
città:
"...In un quartiere ci sono stati corpi di persone uccise
sicuramente da armi particolari. Non c'erano proiettili, si sono bruciati
solo i corpi... non i vestiti...è strano! Le ferite erano particolari.
Quali tipi di armi abbiano usato non lo sappiamo esattamente." Alla
domanda "in quale stato avete trovato i morti?" Mohamad ha risposto
:"...in differenti modi, molti sono stati uccisi nel sonno, altri mentre
cucinavano,altri ancora mentre pregavano...Quando siamo entrati a Fallujah
ci hanno detto che i soldati americani avevano dato fuoco a corpi di
iracheni morti per coprire le prove..."
Contrariamente a quanto detto
dal dipartimento di Stato americano, il fosforo non è stato usato in campo
aperto per illuminare le truppe nemiche: per quello sono stati usati i
traccianti. La pioggia di fuoco scaraventata dagli elicotteri americani
sulla città di Fallujah dimostra che l'agente chimico in questione è stato
usato in maniera massiccia e indiscriminata.
Ciò che viene definito omicidio di massa dal marine Jeff Eglehart non
l'abbiamo potuto vedere. Le informazioni che escono da Fallujah, quelle
autentiche, possono costare care a chi le diffonde. I signori della guerra
hanno concesso l'ingresso nella città solo ai giornalisti embedded. Se
questi si attentano a scattare foto "compromettenti" vengono
immediatamente espulsi, come è successo al giornalista dell'NBC che ha
ripreso un marine mentre sparava a un combattente ferito e disarmato nella
moschea.. Oppure, come racconta Paola Gasparoli (Un ponte per..), il
giornalista americano M. Manning che, dopo aver girato alcune riprese a
Fallujah, uscì dall'Iraq, andò in Giordania, e da qui negli Stati Uniti.
Depositò il materiale in una camera d'albergo. Rientrando si trovò la
porta forzata e scoprì che gli era stato trafugato tutto il filmato su
Fallujah. Due giornalisti di Al Arabya sono stati arrestati dalla polizia
irachena lo scorso marzo. Il loro materiale è stato sequestrato. Il
collaboratore di "Diario" Enzo Baldoni ha perso la vita, proprio a
Fallujah. Cominciamo a intravedere il probabile perché. Giuliana Sgrena
del Manifesto stava realizzando un'inchiesta sui profughi della città e
conosciamo tutti la sua storia. Riportiamo alcune sue frasi
"...avevo
ascoltato racconti da parte degli abitanti sull'utilizzo di armi
particolari,tipo napalm,a Baghdad durante la battaglia dell'aeroporto,
nell'aprile del 2003, e poi avevo raccolto, poco prima di andare a
intervistare i profughi della città, testimonianze da altri abitanti di
Fallujah sull'uso di armi al fosforo bianco. In particolare dalle donne
che avevano cercato di rientrare nelle loro case e avevano trovato delle
polveri particolari disperse su tutta la casa. Gli stessi americani
avevano detto loro di pulire la casa con detergenti,perché quelle polveri
erano molto pericolose. Infatti loro avevano avuto degli effetti sul loro
corpo, sanguinamenti, cose molto strane.Io avrei voluto intervistare
queste persone, ma purtroppo i miei rapitori, che si dicevano appartenere
alla resistenza di Fallujah, mi hanno impedito di raccontare quello che
avevo saputo..."
E' estremamente difficile in questi casi, per chi scrive, astenersi da commenti personali. Noi abbiamo il dovere di informare nel rispetto, sacro, di chi ha il diritto di conoscere la verità. Siano questi a valutarla e dunque assumere posizione secondo la propria coscienza. Proprio per questo ci siamo limitati a riportare, senza commenti, alcuni brani e alcune foto dell'inchiesta eccezionale realizzata dall'inviato Sigfrido Ranucci. Grazie al direttore Morrione di Rainews24 e ai suoi collaboratori riusciamo almeno a seguire la guerra in diretta, quella vera. Quella che ci nascosero decenni fa e che ci viene a quanto pare, ancora nascosta. La guerra sanguinaria e misteriosa, la guerra spacciata per missione di pace, la guerra contro i terroristi che Bush definisce "qualcuno che uccide gente innocente" ( lo ricorda anche Cindy Sheehan in un' intervista resa a T. Engelhardt, riportata su "la domenica della non violenza" n.43), la guerra che gli americani hanno condotto a Fallujah, rimettendo a nuovo le loro maledette bombe al napalm! Quella guerra che fino ad ora, millantata per "reality show", si sta invece rivelando la peggior pagina della storia tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo.
Nadia Redoglia