Alla luce degli eventi degli ultimi giorni, in cui sono state rese pubbliche conversazioni ad alto livello tra l’insorgenza delle FARC ed il Governo colombiano, nonché il conseguente accordo-quadro generale tra le parti belligeranti per dare inizio ad un processo di pace, l’Associazione nazionale Nuova Colombia dichiara:
1. Coerentemente con la battaglia portata avanti dalla nostra Associazione da oltre un decennio in favore di una soluzione politica al conflitto sociale e armato colombiano, appoggiamo il processo di pace annunciato dal Comandante dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP, Timoleón Jiménez, in un video diffuso il 4 settembre scorso all’Avana, Cuba, dal Comandante guerrigliero Mauricio Jaramillo.
2. Le parti belligeranti, che da febbraio sostengono conversazioni nella capitale cubana con il prezioso accompagnamento di Cuba e della Norvegia come paesi garanti, e del Venezuela come facilitatore logistico, hanno raggiunto un importante accordo-quadro che ha come primo e centrale punto la questione agraria, nodo storico, sociale e politico senza sciogliere il quale sarà impossibile costruire una vera pace con giustizia sociale.
3. Come sosteniamo da anni, la più grande offensiva contro-insorgente dell’imperialismo nella storia contemporanea dell’America Latina non solo non è riuscita a sconfiggere la guerriglia colombiana, ma non è nemmeno stata in grado di frenarne lo sviluppo e l’iniziativa politico-militari. L’accettazione da parte della borghesia colombiana -capeggiata in questa congiuntura da Juan Manuel Santos- di dialogare con le FARC, non è una generosa concessione o una sincera dimostrazione di volontà di pace, ma una mossa obbligata nel quadro dell’avanzata delle FARC, di un rinnovato spirito unitario tra queste e l’ELN, di una poderosa crescita delle lotte e delle mobilitazioni popolari, di una difficoltà oggettiva dell’imperialismo statunitense quale centro di comando delle Forze Armate del regime colombiano e, ovviamente, del contesto mondiale caratterizzato dalla crisi sistemica, strutturale e multidimensionale del capitalismo.
4. Il Tavolo dei Dialoghi tra le FARC-EP ed il Governo colombiano, il cui lancio pubblico avrà luogo entro il 15 ottobre ad Oslo, Norvegia, esprimerà sul terreno diplomatico e dei negoziati la continuazione della lotta di classe ed antimperialista, di cui la lotta guerrigliera è una delle principali forme in Colombia. Continueranno a scontrarsi due visioni diametralmente opposte di paese, rapporti sociali e di produzione, democrazia e pace, e certamente il governo Santos proverà ad ottenere subdolamente ciò che non è riuscito a conseguire sui campi di battaglia. Parimenti, l’imperialismo e il suo figliol prodigo, l’uribismo, si adopereranno (come già stanno facendo) per screditare e sabotare il processo di pace, tentativi che vanno smascherati e condannati senza mezzi termini.
5. Mentre il regime di Bogotá farà di tutto per impedire o minimizzare la partecipazione popolare organizzata al processo di pace, al fine di svuotarlo il più possibile di contenuti e rivendicazioni sociali, politiche ed economiche da parte delle decine di milioni di colombiani esclusi, sfruttati e perseguitati, la mobilitazione popolare, tanto in Colombia come nel mondo, deve rivendicare con ancor più intensità e generosità la necessità della soluzione politica del conflitto e della giustizia sociale, quale condicio sine qua non per costruire una pace duratura.
6. Chiamiamo tutti i settori democratici, antimperialisti, anticapitalisti e resistenti d’Italia a pronunciarsi in favore del processo di dialoghi e della soluzione politica al conflitto, e ribadiamo il nostro impegno nel sostenere la resistenza del popolo colombiano in lotta per la seconda e definitiva indipendenza.
Torino, 6 settembre 2012
Associazione nazionale Nuova Colombia