La crisi di Berlusconi e i travagli di Bertinotti

Immediatamente dopo la cocente sconfitta elettorale del centro destra occorreva forse un atto di eroismo rivoluzionario per esigere che Berlusconi si dimettesse e che si procedesse ad elezioni politiche anticipate? Prodi e Fassino hanno assunto un comportamento da par loro, e quasi intimoriti dalla inaspettata dimensione della vittoria elettorale conseguita, si sono spinti fino a rassicurare Berlusconi: stattene ancora a Palazzo Chigi tranquillamente fino al 2006, così continuerai tu, al posto nostro, a massacrare ciò che resta dello stato sociale, poi subentreremo noi a servizio compiuto. Su questa posizione di moderatismo estremamente vile e furbesco (si può immaginare con quale vicendevole gaudio si saranno fregate le mani gli strateghi dell'Unione per l'astuto stratagemma tattico) su questa posizione, dicevamo, si è subito allineato Bertinotti il quale, nella relazione al Comitato politico nazionale ha detto che “per correttezza istituzionale (!), in rispetto (!!) del voto” non bisognava chiedere le dimissioni del governo.

La stessa riluttanza di Prodi e Fassino a far cadere il governo ha dunque contagiato anche il segretario di Rifondazione: “c'è un rischio di implosione (?) del Paese” ha affermato, quindi è meglio non creare la crisi, perché “gli interessi di classe e la domanda di cambiamento si incardinano sulla contemporanea salvezza del paese”. Incredibile! Questo predicatore messianico di “un altro mondo possibile” che esalta a parole ogni probabile movimento e movimento dei movimenti vuole “salvare il paese”, e quando si presenta un'autentica, concreta occasione di chiamare la gente a scendere in piazza per l'immediata cacciata della banda fascistoide berlusconiana che da tanti, troppi anni sta macchiando con la sua presenza e con i suoi misfatti una Repubblica, borghese sì, ma pur sempre nata da una Resistenza armata antifascista, fermiamoci! -egli dice- rispettiamo la correttezza istituzionale. E con quale argomento? Siccome c'è il rischio dell'implosione (e qui egli non ha torto, perché davvero l'attuale crisi politica potrebbe finalmente scatenare movimenti “antagonisti” dal basso che lui, a parole, auspica ad ogni pie' sospinto) fermiamo quest'implosione, dice, perché gli interessi di classe si incardinano sulla salvezza (!) del Paese! Ma questa volta tutte le opposizioni interne hanno duramente contestato la posizione capitolazionista del segretario il quale, nel discorso del giorno dopo, si è rimangiato l'implosione e la salvezza del Paese e, trattando da fessi tutta l'assemblea che lo ascoltava, prima ha proclamato: “chiediamo la caduta del governo, nuove elezioni e l'apertura di un nuovo corso” poi però ha rinviato sine die l'obiettivo, precisando che “bisogna lavorare per la sua caduta (del governo), lavorare nello sviluppo dei movimenti, nella società, per praticare questo obiettivo”. Campa cavallo… Il documento finale approvato a maggioranza è addirittura esilarante perché non può celare il doppio salto mortale senza rete del segretario saltimbanco: “Per rispetto al carattere amministrativo delle elezioni non abbiamo chiesto le dimissioni del governo ed elezioni anticipate. Ma (ce ne siamo accorti solo oggi – avrebbero dovuto aggiungere) sono le condizioni reali del paese che richiedono l'immediata cacciata del governo Berlusconi e nuove elezioni politiche”. Come a dire: scusateci, non siamo noi, se dipendesse da noi ce ne staremmo buoni, ma sapete com'è… sono “le condizioni del paese”. Ed è gente di questa levatura politica che vorrebbe rifondare il comunismo.

Dopo Ingrao, adesso c'è anche Pietro Folena che ha deciso coraggiosamente di imbarcarsi in Rifondazione. Caro Fausto, scrive affettuosamente il giovane co-affossatore del Pci, la sofferenza del distacco dal partito in cui ho militato per tanti anni è fortemente attutita dall'attrazione che su di me esercita la svolta che Tu hai impresso alla politica… E Fausto così risponde a Pietro: caro Pietro, vorrei innanzitutto esprimerti una vicinanza umana, una partecipazione vera a una decisione sofferta, a un travaglio interiore che è il frutto di un interrogarsi….Ma vi rendete conto quanto glene può fregare delle vostre “sofferenze” spirituali e dei vostri travagli interiori (che scodellate indecorosamente su un quotidiano sedicente comunista) alla gente che stenta a sbarcare il lunario, ai precari, ai disoccupati, a tutti quelli che soffrono per le barbare condizioni imposte dal regime capitalistico? Caro Fausto, caro Pietro (il vecchio e il giovane) che cosa avete fatto di così straordinario, di così innovativo se non distruggere l'idea stessa di comunismo, demonizzarlo, abiurarlo, offrendo, in cambio del comunismo storico, insulse prospettive di pacifismo, nonviolenza e critica (del tutto falsa e ipocrita, quest'ultima) del potere? Abbiate più pudore, smettetela di parlarvi addosso, di lodarvi l'un l'altro con vanitosa compiacenza, smettetela di mostrarvi così fiacchi, infrolliti. Smettetela, per favore, perché ci vergogniamo noi per voi.

Amedeo Curatoli


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