Quei venti di guerra in Medio Oriente

Giulietto Chiesa
3 luglio 2007
Fonte: E polis


Il Medio Oriente sta entrando a vele spiegate in una nuova guerra su grande scala. Bisogna essere ciechi per non vedere i sintomi: l'Autorità Palestinese non esiste più. Gaza è diventata un poligono di tiro dell'esercito israeliano. In Libano cominciano a saltare in aria le colonne Unifil delle forze dell' ONU, mentre strani gruppi terroristici attaccano l'esercito libanese. La puzza di bruciato cresce. La guerra si estende in Iraq la Turchia pensa a un prossimo intervento nel Kurdistan iracheno gli USA e Israele tengono i motori accesi per un prossimo intervento militare contro l'Iran.

Il governo israeliano decide di restituire, finalmente, circa 600 milioni di dollari che teneva illegalmente sequestrati ai palestinesi dal gennaio 2006, data della straripante vittoria elettorale (regolare) di Hamas. Ma quei soldi non andranno ai palestinesi, bensì al signor Abbas, presidente del nuovo Bantustan della West Bank. I palestinesi, non solo quelli che muoiono trincerati a Gaza, ma anche la maggioranza degli altri, lo considerano già un traditore della loro causa. L'Europa ha già deciso di schierarsi con Abbas, per cui condividerà con lui il disprezzo e l'odio dei disperati. E sempre l'Europa, con notevole faccia di bronzo (quella di Javier Solana) invita alla concordia. Ma tra chi e chi Siamo stati noi europei, insieme agli Usa, a derubare i palestinesi del legittimo governo che si erano scelto, votando come gli avevamo chiesto. Ieri l'International Herald Tribune scriveva: la politica israeliana, insieme all'embargo occidentale dell'aiuto al governo di Hamas, fu messa in atto con l'obiettivo di indebolire il governo e farlo cadere . Siamo davvero molto democratici, noi europei. Solo che i palestinesi hanno eletto i loro candidati e non i nostri, per cui li abbiamo puniti.

A Israele nessuno rimprovera niente. Neanche l'occupazione delle terre palestinesi che continua dal 1967. Neanche gli insediamenti dei coloni. Neanche il muro. Se non ci sono due stati in Palestina è perchè Israele non lo vuole e gli Stati Uniti nemmeno. L'Europa dice di volerlo, ma non ha il coraggio di essere coerente. Non ha neanche il coraggio di dire a Israele che non potrà costruire il suo Bantustan con Abu Abbas, senza cessare l'occupazione. E se volessero ripetere le elezioni Fatah perderebbe di nuovo. Si annuncia la guerra e una nuova Intifada. Che tristezza, per loro e per noi. Che vergogna per noi.

Ritorna alla prima pagina