11 settembre

Richard Cheney sotto accusa

Un libro che esce in questi giorni accusa esplicitamente il vice di Bush di avere organizzato e diretto gli attentati

Il sospetto che il governo Bush potesse aver pianificato gli attentati dell’11 settembre è sorto immediatamente (qualcuno in Italia non ha potuto fare a meno di pensare a piazza Fontana). Esso si è poi rafforzato di fronte alla rapidità con cui gli attentati sono stati utilizzati per lanciare la "guerra infinita" e una strategia sempre più esplicita di dominio mondiale nonchè di controllo ferreo del fronte interno.

Ma a 3 anni dall’attentato ha ancora senso limitarsi al sospetto?

A noi sembra che ormai non di sospetti si possa parlare ma di certezze.

Per questo basterebbe infatti leggere qualcuno dei libri pubblicati per esempio da Chossudovski (Canada), Von Bülow (Germania), Nafeez Mosaddek Ahmed (Inghilterra) - quest’ultimo appena uscito in italiano - oppure navigare per i numerosi siti internet che hanno fatto un prezioso lavoro di informazione su tutte le incongruenze, le contraddizioni, le menzogne provate delle versioni ufficiali, i tentativi di depistaggio, il lavoro di copertura delle commissioni ufficiali di inchiesta, ecc. (ci ricordiamo quanto fu prezioso in Italia il libro “La strage di stato?”). (1)

Un contributo nuovo, che potrebbe essere determinante, viene ora, a quanto sembra, dalla pubblicazione di “Crossing the Rubicon: the decline of the American Empire at the End of the Age of Oil”, dello statunitense Michael C. Ruppert, ex ufficiale di polizia giudiziaria di Los Angeles, famoso per aver denunciato il ruolo della CIA nei traffici di droga.

Ecco come l’autore ha presentato lo scorso 31 agosto la sua opera, parlando non in qualche scantinato, ma al prestigioso Commonwealth Club di San Francisco, dove sono invitati in genere oratori del rango di ministri o altissimi funzionari.

“Sia qui negli Stati Uniti che in tutto il mondo non sono il solo a ritenere che gli attacchi dell’11 settembre siano stati facilitati, orchestrati ed eseguiti dal governo degli Stati Uniti. Nelle affermazioni di questo tipo si riscontrano però spesso equivoci e salti alle conclusioni non suffragati da prove. Io mi sono formato come funzionario di polizia e investigatore e da molti anni ho condotto un efficace lavoro di giornalismo di inchiesta perchè mi sono attenuto a criteri di investigazione giudiziaria e raccolta delle prove.

Gli attacchi dell’11 settembre sono stati il risultato di una deliberata pianificazione e di operazioni orchestrate da dirigenti identificabili all’interno del governo degli Stati Uniti e dei settori dell’energia e della finanza, allo scopo di realizzare un attacco paragonabile a quello di Pearl Harbor, per dare all’impero americano il pretesto per guerre, invasioni e conseguenti confische delle riserve di petrolio e gas naturale nonchè delle vie di comunicazione fondamentali per trasportarli. L’11 settembre è stato un omicidio premeditato e nel mio libro, ma anche adesso qui, nominerò alcuni dei presunti autori del crimine. Nel libro poi darò prove schiaccianti dela loro colpevolezza, e sarei ben lieto e sicuro del fatto mio se potessi esibirle di fronte a una procura o a una giuria.

Storicamente, l’orchestrazione di attacchi a interessi americani da parte del governo degli Stati Uniti ha molti precedenti. L’ex Consigliere per la sicurezza nazionale Zbigniew Brzezinski nel libro “La grande scacchiera” del 1997 ha sottolineato più volte la necessità di fatti di questo tipo. Sono stato io a richiamare l’attenzione internazionale su quel libro alla fine del 2001. Al bisogno di un attaco di questo tipo fa riferimento anche il Project for a New American Century nel documento “Rebuilding America’s Defenses” del 2000. Documenti segreti declassificati, rilevati dall’autore James Bamford nel libro “Body of Secrets”, ci dicono che nel 1962 i capi di stato maggiore avevano approvato un piano denominato “Operazione Northwoods”, un piano segreto che prevedeva l’abbattimento di aerei americani e di inscenare attacchi a istallazioni militari americane, con l’intento di attribuire la responsabilità a Fidel Castro e preparare così la successiva invasione e occupazione di Cuba.

I documenti Northwoods declassificati possono essere consultati e scaricati dal sito FTW (www.fromthewilderness.com). Una volta visti però non possono più essere ignorati.

Non si può dire perciò che una cosa del genere non sia mai stata concepita o attuata da dirigenti politici americani. Dall’affondamento del Maine al Golfo del Tonchino, e in effetti anche alla stessa Pearl Harbor, la storia fornisce abbondante documentazione della complicità di vario grado del governo americano in attacchi di questo tipo. ...

Fatta questa premessa, e dopo un'analisi dettagliata della assoluta inattendibilità delle inchieste ufficiali e dell'inaffidabilità dei commissari incaricati, segue l'annuncio più importante:

Nel mio libro tratterò diversi punti cruciali:

1. Farò il nome di Richard Cheney come principale sospetto degli omicidi di massa dell’11 settembre e mostrerò non solo che è uno dei pianificatori degli attacchi, ma anche che quel giorno disponeva di un sistema di comando, controllo e comunicazione completamente indipendente, che aveva la preminenza rispetto a qualsiasi ordine impartito dal Comando Militare Nazionale Centrale (NMCC) o dalla Situation Room della Casa Bianca. A tal fine egli poteva contare su un sistema di comunicazioni ridondante e superiore, mantenuto dal servizio segreto USA dentro o vicino al Centro presidenziale per le operazioni di emergenza - il bunker dove ci viene detto che lui e il consigliere per la sicurezza nazionale Condoleeza Rice furono portati in tutta fretta dopo che il volo 175 ebbe colpito la torre sud del World Trade Center. Dimostrerò che il servizio segreto disponeva di schermi radar che davano ai suoi uomini e al vicepresidente, da cui essi non si separarono mai, informazioni in tempo reale uguali o migliori di quelle disponibili al Pentagono.

2. Dimostrerò che in quelli che vengono chiamati “National Special Security Events” il servizio segreto USA è l’istituzione suprema di controllo operativo, con autorità totale sui militari e su tutti i corpi civili.

3. Mostrerò in via definitiva che nel maggio 2001, per ordine presidenziale, Richard Cheney fu posto in posizione di comando diretto e controllo di tutte le simulazioni ed esercitazioni militari e del coinvolgimento nella loro programmazione di diversi uffici e in particolare del FEMA (Federal Emergency Management Agency). La cosa riguarda anche tutte le esercitazioni del NORAD (North American Aerospace Defense Command) programmate con sovrapposizioni e ostacoli reciproci per quel giorno.

4. Dimostrerò anche che l’esercitazione Tripod II, organizzata il 10 settembre a Manhattan, era direttamente connessa al ruolo di Cheney di cui al punto precedente.

5. Proverò in via definitiva che un certo numero di pubblici ufficiali a livello nazionale e della città di New York, tra cui il sindaco Rudolph Giuliani, si sono resi conto per 20 minuti che il volo 175 si stava dirigendo verso Manhattan Bassa e non hano fatto niente - assolutamente niente - per ordinare l’evacuazione o allertare gli occupanti del World Trade Center. Un ufficiale militare fu costretto ad abbandonare il posto nel bel mezzo degli attacchi per chiamare privatamente il fratello che lavorava al WTC e dirgli di uscire...

6. Mostrerò anche che i governi israeliano e britannico hanno agito in combutta con i più alti livelli del governo americano per collaborare nella preparazione e molto verosimilmente anche nella esecuzione degli attacchi”.

Decisamente un libro da leggere. Chissà che, insieme a quello che il governo americano sta facendo giorno dopo giorno, non metta in crisi qualche granitica certezza sulle spirali guerra-terrorismo.

Nota

(1) Si veda per esempio,tra i tanti, il sito http://oilempire.us/


Il testo integrale del discorso citato di Michael Ruppert è reperibile in inglese presso il sito From the Wilderness. Qui è possibile anche ordinare copie del libro.

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