Rafforzare la Resistenza

di Rainer Rupp
Junge Welt
22 marzo 2007
traduzione di Aldo Bernardini


'Una battaglia di importanza storica infuria attualmente nel Medio Oriente. Il suo esito sarà determinante per il futuro non solo della regione ma dell'intera umanità'. Così nella risoluzione finale di una conferenza con rappresentanti di gruppi delle Resistenze del Medio Oriente, che ha avuto luogo in fine settimana nella nota città termale di Chianciano Terme in Toscana. La risoluzione invita tutte le forze progressiste del mondo a solidarizzare con i movimenti di resistenza contro l'oppressione e l'occupazione in Palestina, Libano, Afghanistan e Iraq. Una lunga lista di adesioni internazionali sottolinea l' interesse mondiale per la conferenza sotto lo slogan 'Resistenza per una pace giusta in Medio Oriente'. Per la prima volta dall'inizio della guerra di aggressione USA è riuscito agli organizzatori, sotto la guida dell'antimperialista austriaco Willi Langthaler, di ottenere il visto di ingresso in Italia per dirigenti della Resistenza irakena. Un anno fa questo era stato ricusato dal governo Berlusconi. Dal momento che ora non vi sono state difficoltà, può ritenersi che il governo Prodi sia propenso a lasciarsi in questo modo una via d'uscita per eventuali propri contatti con i gruppi di Resistenza irakena.

Il professore Aldo Bernardini, docente di Diritto internazionale nella Università di Teramo in Italia, ha posto in rilievo il significato crescente della resistenza nel Medio Oriente. Ha in particolare fatto riferimento al Libano, dove il sionismo in quanto rappresentante degli USA nella regione ha conosciuto nell'ultimo anno una dura sconfitta. Come successi dell'imperialismo USA Bernardini ha segnalato la crescente subordinazione europea agli obiettivi americani e la profonda spaccatura delle sinistre europee e del movimento della pace. Ampie parti di questi sono arrivate nel frattempo a porre sullo stesso piano l'aggressione e la Resistenza. Con slogans quali 'No alla guerra, no al terrorismo' avrebbero recepito la definizione degli occupanti che si sforzano di far condannare come terrorismo qualunque resistenza contro la guerra e l'oppressione.

Abdul Jabbar Al Kubaisy, dirigente dell'Alleanza Patriottica Irakena di Baghdad, ha richiesto la fine del blocco politico imposto alla Resistenza irakena dalla 'sinistra europea'. Non sarebbe certo possibile presentare a questa un pacchetto regalo di una resistenza 'pura', tagliato su misura per prendere in considerazione tutte le 'preoccupazioni della società civile'. Con i criteri di queste sinistre, ha proseguito Al Kubaisy, non si sarebbe mai avuto un movimento di solidarietà con il popolo vietnamita contro l'aggressione USA. La Resistenza irakena ha sufficienti combattenti, materiale e danaro, quel che manca però, e gravemente, è l'appoggio politico.

Momento alto della conferenza ha rappresentato la riunificazione di due dei gruppi più significativi del Partito comunista irakeno. Il gruppo 'Unità del popolo' si era separato negli anni '80 e la 'Alleanza patriottica irakena' ha lasciato il residuo Partito comunista irakeno dopo che questo aveva deciso per la collaborazione con gli occupanti USA. Ad esempio, Labed Abawee, membro del Partito comunista irakeno, è vice ministro degli esteri nel governo fantoccio irakeno. I gruppi comunisti irakeni, che ora si sono riunificati, sono invece impegnati attivamente nella Resistenza.

Willi Langthaler ha richiesto a tutti i partiti comunisti europei di porre termine ai rapporti con i collaborazionisti del Partito comunista irakeno residuo e di riconoscere come unici legittimi rappresentanti del Partito comunista irakeno i gruppi riunificati impegnati nella resistenza contro l' aggressione imperialista".

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