Lettera a Miriam Mafai

Sig.ra Miriam Mafai
c/o “La Repubblica”


Come comunista non pentito, insieme ad altri, provo sempre un forte fastidio, ed anche un po’ di vergogna per chi scrive certe cose, quando il giudizio su una vicenda di portata enorme quale il cosiddetto socialismo reale si condensa in una condanna generale che prescinde completamente dalla realtà storica, dai contesti, dagli effetti sulle sorti dell’umanità.

Mi riferisco alla recensione, comparsa ieri, 9 gennaio, su “La Repubblica”, del primo volume del “Dizionario del Comunismo” (cito a memoria ora il titolo), che a quanto pare è una nuova opera di tentativo di cancellazione della storia e di damnatio memoriae, forse condotta con qualche minore volgarità di altre, ma con la stessa finalità distruttiva di quanto di nuovo era apparso nel mondo e apologetica, magari solo indirettamente, della squallida realtà del capitalismo e del liberalismo attuale.

Consiglio di leggere, solo per un esempio, la “Controstoria del liberalismo” di Domenico Losurdo, ed. Laterza, per rendersi conto delle nefandezze passate e presenti del sistema in cui viviamo. Le durezze del socialismo reale sono state in larghissima misura imposte dalla guerra generale scatenata contro di esso. Ma ad esso vanno attribuiti anche il miglioramento della vita dei proletari in quei paesi (molte volte mi è capitato di incontrarne fra gli attuali immigrati in Italia, che mi hanno affermato quanto meglio essi avevano vissuto in quei sistemi oggi condannati secondo una moda sciagurata e opportunismi evidenti!), la forte spinta per il rafforzamento dello stato sociale nei paesi capitalistici, le rivoluzioni o grandi modifiche in tutto il mondo (Cuba e di qui la spinta agli attuali fenomeni in America Latina), l’enorme progresso della Cina – ci piaccia o no l’attuale configurazione –, la decolonizzazione e tanti altri fenomeni impensabili senza il socialismo reale.

Come mi disse qualche anno fa un ex ambasciatore sovietico presso le Nazioni Unite, tutte le aggressioni e le guerre che compie in giro per il mondo l’attuale imperialismo sarebbero state inconcepibili in presenza di un’Unione Sovietica prima di Gorbaciov. E quanto è vera l’affermazione di Stalin (lo nomino come merita senza pregiudizi): “Se dovesse cadere l’Unione Sovietica, un’enorme ondata di restaurazione si abbatterebbe sul mondo, sui lavoratori di tutti i paesi, sui popoli coloniali”. Suonano penosi i lamenti sul cosiddetto revisionismo storico, gli attacchi alla nostra Resistenza e all’antifascismo, quando sono i comunisti o presunti tali ad attaccare sconsideratamente quello che è stato il principale baluardo contro il nazifascismo! Queste cose contano nella storia, hanno avuto dei duri prezzi, ma forse per l’ umanità complessiva e soprattutto per quella sfruttata e oppressa – che dovrebbe costituire il punto di riferimento dei comunisti – i prezzi pagati prima del socialismo reale e quelli che si pagano oggi sono ben maggiori. Certo questo non è riconoscibile nei salotti della nostra borghesia, ma dovrebbe essere noto a chi è stato vicino a un comunista vero quale Giancarlo Paietta.

Aldo Bernardini

10 gennaio 2007


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