La deriva senza fine degli ex PCI

E' senza fine la deriva, forse meglio la rotta, degli ex Pci, comunque oggi collocati. Sandro Curzi, stanziato in Rc, nella risposta a un lettore ("Liberazione", 8 aprile 2005) si augura un papa "africano (che riesca ad essere per il vecchio, sofferente continente nero un fattore di 'emancipazione' analogo, per potenza, a quello rappresentata da Wojtyla per la 'liberazione' dell'Est europeo)".

Dunque, anzitutto si affida la sorte dei popoli ad un papa. Bell'esito, per un comunista. In seconda linea, e forse più importante, si parifica la necessità dello sviluppo e della liberazione dei popoli africani, vittime dell'imperialismo, alla controrivoluzione nell'Est europeo: i cui sistemi noi critichiamo per il galoppante revisionismo che li ha portati al funesto esito, ma che comunque hanno, sino all'avvento del nefasto Gorbaciov, rappresentato una barriera contro l'imperialismo e uno stato sociale per i lavoratori. La "liberazione" dell'Est europeo ha significato catastrofe per le classi popolari di quei paesi, arricchimenti mastodontici per strati ristretti, corruzione, prostituzione, emigrazione di poveracci nei nostri paesi. Ed ha rappresentato il via libera per l'imperialismo nel tentativo di assoggettare tutto il mondo anche con criminali guerre, stragi, offese ai popoli appena usciti dal colonialismo e che si vuole ricacciare nel colonialismo.

Curzi e tanti altri con lui dovrebbero meditare sull'affermazione di Stalin, secondo cui se fosse caduta l'Unione Sovietica un'immane ondata di reazione si sarebbe sviluppata contro i lavoratori di tutti i paesi e contro i popoli in lotta per l'indipendenza. Di questa ondata fa parte anche la manifestazione di massa, condivisa dai politici di ogni parte, nell'occasione della morte di Giovanni Paolo II.

Questa è la realta di oggi, c'è poco da sperare nei papi, c'è poco da distanziarsi dalla lotta dei popoli, come oggi in prima linea la Resistenza irakena. A proposito, si legge nel "Corriere della Sera" di oggi che Bertinotti ha detto di poter occasionalmente collaborare con chi sostiene la Resistenza irakena, ma di non poter mai identificarsi con tali posizioni. Ancora una volta, la prova provata che Stalin è il vero discrimine per i comunisti: chi lo rinnega o criminalizza, finisce su posizioni di fatto filoimperialiste.

Aldo Bernardini


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