Accuse disoneste

Quanto più viene alla luce il ruolo chiave esercitato da Israele nella progettazione ed esecuzione della "guerra infinita" di Bush e la minaccia permanente rappresentata da questo stato colonialista e razzista, tanto più si fanno insistenti e quasi monotone le accuse di ANTISEMITISMO - con conseguenze spesso anche ormai di 'consegna al braccio secolare' - per chi cerca di documentare e capire quello che sta succedendo.

Al tentativo di messa all'ndice non poteva sfuggire il nostro sito, che infatti viene citato ad esempio di antisemitismo in un articolo di Emanuele Ottolenghi, di cui riportiamo in riquadro la traduzione italiana della parte che ci riguarda, insieme alle notizie sull'autore che accompagnano lo scritto. Ottolenghi prende di mira in particolare un articolo del nostro collaboratore Claudio Moffa, scritto nel novembre 2001. Moffa ci ha scritto la lettera che riportiamo sulla destra, in cui si mette in evidenza la disonestà della manipolazione che Ottolenghi fa del suo testo per giustificare l'accusa. Il lettore interessato può accedere naturalmente anche:

Da "Antisemitism and the Media in Italy", di Emanuele Ottolenghi, saggio pubblicato in inglese il 16 novembre 2005 in "Antisemitism and Xenophobia Today" (AXT – www.axt.org.uk Institute for Jewish Policy Research, London)

Anche l'estrema sinistra è molto attiva riguardo alla disputa israelo palestinese come appello alla lotta contro la globalizzazione, per la pace e una "giustizia globale". Qua e là emergono anche stereotipi antisemiti, in genere però, a diferenza dei siti web ela destra estrema e dei cattolici fondamentaisti, la retorica è antimperialista, anricolonialista e marxista. E' perciò più difficile trovare riferimenti agli ebrei come gruppo, anche se compaiono figure di ebrei, si parla spesso, anche se in modo obliquo, di capitale ebraico e le masse arabe vengono appoggiate contro Israele perchè considerate vittime del'imperialismo di cui Israele e il sionismo sono strumento principale in Medio Oriente.

Il sito internet di sinistra della Fondazione Nino Pasti (35) ha una sezione speciale sulla Palestina che offre collegamenti con varie organizzazioni negazioniste palestinesi, compresa Hamas e con scritti dell'ultimo Israel Shamir che spesso confinano con l'antisemitismo (36). Tra gli articoli disponibili ce n'è uno di Claudio Moffa che discute il "ruolo segreto" di Israele nell'appoggio all'estremismo islamico e suggerisce che ci sia "l'ombra" di Israele dietro gli eventi del'11 settembre. (37) Moffa sostiene che l'11 settembre è stato funzionale agli interessi di Israele e afferma che "esistono da una parte indizi, sia pure in quanto tali precari, di convergenze operative fra il Mossad e Bin Laden, e dall'altra prove provate del sostegno israeliano e sionista all'estremismo islamico: in Cecenia, appunto, in Bosnia e Kossovo" (38). Moffa presenta come prova l'argomento, basato su articoli non citati, che l'UCK, la forza di guerriglia albanese in Kosovo e Macedonia "è notoriamente finanziata da George Soros e in Bosnia, l'alleanza di Israele con i musulmani locali è di vecchia data". Un altra prova starebbe nella figura di Boris Berezovsky che l'autore qualifica di "il burrattinaio della guerriglia islamica" , che secondo Moffa è un "finanziere ebreo" che lavora per la famiglia Eltsin, preside la sinangoga di Mosca e ha cittadinanza israeliana. Argomenti che servono poi a "dimostrare" il sostegno finanziario israeliano per la guerriglia cecena. Quanto all'11 settembre, Moffa, visto che secondo la sua analisi Israele ne ha tratto vantaggio, cocnclude che la domanda giusta da porsi è "cui prodest". Egli presenta una serie di "pesanti indizi" che provano "al di là di ogni raginevole dubbio", che l'11 settembre fu pianificato da Israele tramite una vasta rete di contatti ebraici comprendenti il Mossad e un "finanziere ebreo" che dal crollo delle torri gemelli guadagnò una considerevole somma (39)

NOTE

(35) Disponibile presso www.pasti.org.
(36) www.israelshamir.net/articles_italian.html.
(37) Claudio Moffa, 'I tre aspetti "soggettivi" dell'unitarietá dei teatri di crisi afghano e palestinese. La cosiddetta nuova "Yalta", il sostegno sionista all'estremismo islamico e l'ombra di Israele negli attacchi dell'11 settembre,' disponibile presso www.pasti.org/moffa.htm.
(38) Ibid.
(39) Ibid.

Sull'autore

Emanuele Ottolenghi è laureato in Scienze Politiche alla Università Ebraica di Gerusalemme and è attualmente Leone Ginzburg Research Fellow in Israel Studies presso l'Oxford Centre for Hebrew and Jewish Studies e il Middle East Centre del St. Antony College di Oxford. Collabora regolarmentre col mensile ebraico di Roma Shalom e col Jerusalem Post. L'autore desidera ringraziare Stefano Gatti e Adriana Goldstaub del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano per la loro preziosa assistenza nel reperimento delle fonti sull'antisemitismo in Italia, il loro aiuto e consiglio e i loro commenti sulle prime redazioni di questo capitolo.

La risposta di Claudio Moffa

"In 16 righe Ottolenghi mente 6 volte"

Cari amici, cliccando il mio nome su google scopro che un collaboratore de il Foglio, Emanuele Ottolenghi, mi ha recentemente accusato di "antisemitismo", per un mio articolo (il sostegno sionista all'estremismo islamico) del lontano 2001 pubblicato, fra gli altri, anche sul vostro sito (www.pasti.org).

L'accusa in sé ormai non mi fa né caldo né freddo, visto che è costume degli ebrei razzisti dare dell'antisemita a tutti coloro – una catena ormai interminabile negli ultimi decenni, con nomi non solo di giornalisti o intellettuali, ma anche di attori, comici, etc - che non accettano il mito (razzista) del "popolo eletto" da Dio: uno stranissimo dio, che avrebbe detto al suo popolo, "geneticamente" determinato fin dai tempi di Abramo (ma questo non è razzismo?), di andare ad occupare terre altrui, in nome della Bibbia.

Neppure mi preoccupa tanto la solita puntuale coincidenza – che dura ormai da circa 26 anni (dico ventisei: ce ne sarebbe da diventare antisemita, ma non accetto di abbassarmi al razzismo altrui) – con certa mia nuova impegnativa scadenza professionale: c'è gente che, dopo aver sparso sui grandi mass media il veleno delle inesistenti armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, col risultato di seminare morte, distruzione e zizzania nella grande civiltà mesopotamica – antecedente quella della Bibbia di un millennio e oltre - vuole continuare a imbavagliare la libera informazione e la libera cultura.

Tuttavia l'articolo di Ottolenghi presenta una particolarità (mi viene in mente lo stile usato contro la lente di Marx) che non può non essere denunciata. Infatti il collaboratore de il Foglio nelle sue 16 righe e mezzo dedicate al mio articolo, mente almeno 6 volte:

a) parla di "prova" (evidence), anziché di "indizio" (sign, indication), termine quest'ultimo che io uso esplicitamente nel riferire puntualmente e documentatamente le esternazioni di fonti peraltro autorevoli o attendibili sui probabili rapporti fra Bin Laden e il Mossad: termine che ripeto due volte, la seconda per contrapporre appunto gli "indizi" ai "fatti accertati".

b) Quanto ai "fatti accertati", Ottolenghi parla di "unquoted articles" a cui io farei riferimento: basta leggere il mio articolo, e chiunque si renderà conto che io cito articoli datati del Corriere della sera e del Giorno, e relativi autori se il loro nome compare in originale. Ottolenghi mente spudoratamente.

c) Attribuisce scorrettamente il virgolettato tratto da quegli articoli, in particolare dal Corriere della sera, al sottoscritto: le più "scandalose" (?) citazioni riportate infatti (c.1 Berezovsky è-era il presidente della sinagoga di Mosca, c .2 è un finanziere ebreo, c.3 èera il burattinaio della guerriglia cecena) sono tratte dagli articoli citati: come da prove evidenti che qui presto allegherò, non tanto perché in quelle affermazioni ci sia qualcosa di grave, ma solo per mettere in evidenza la malafede dell'Ottolenghi nella costruzione del suo teorema;

d) Infine, la sesta ed ultima "inesattezza" riguarda la sintesi finale, sulle responsabilità di Israele negli attentati dell'11 settembre: a parte che oggi gli indizi nei confronti di Israele sono persino aumentati (vedi Maurizio Blondet, Osama Bin Mossad) nel mio testo non trovo il corrispettivo dei virgolettati "beyond reasonable doubt", o di "damning pieces of evidence": una cattiva traduzione, o un vero e proprio falso?

Questo detto, è chiara la malafede di Emanuele Ottolenghi. Meno chiaro è perché le sue menzogne siano state accolte sul sito dell' Institute for Jewish Policy Research di Londra. Quali gli obbiettivi veri di questo attacco "ritardato" (il mio articolo è del 2001: e peraltro rileggendolo, devo dire che avevo previsto quel che poi è accaduto, e cioè che il vero nemico di Israele – e dunque di Bush – era l'Iraq) e privo di fondamenta? Di nuovo, è questione di coincidenza con le mie scadenze professionali?

Claudio Moffa

Roma 17 dicembre 2005


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