LE ESERCITAZIONI RUSSO-CINESI
SEGNANO UNA SVOLTA NEI RAPPORTI MONDIALI

Sono iniziate il 18 agosto e proseguiranno fino al 25 le esercitazioni congiunte russo-cinesi che interessano la regione dall'oceano Pacifico al mar Giallo, nelle quali sono impegnate navi, sottomarini, bombardieri strategici, missili da crociera, carri armati e circa 10.000 uomini. E' la prima volta nella storia che i due paesi procedono ad operazioni di questo tipo.

Nemmeno negli anni '50 dopo la stipula del Trattato d'amicizia vi sono stati manovre militari congiunte. La politica krusceviana non piaceva a Mao, che subordinava la Cina alla strategia sovietica nei rapporti con gli USA, non piaceva a Mao. A sua volta, Mao riteneva possibile l'avanzamento del processo rivoluzionario mondiale ed iniziava una polemica ideologica contro il PCUS. Dalla polemica ideologica alla tensione anche nei rapporti statuali il passo è stato breve. Una parte riteneva la strategia dell'altra nociva per i propri interessi e con il rafforzamento politico-militare della Cina è iniziata una lunga partita a tre, con l'inserimento degli Stati Uniti dopo l'apertura della visita di Nixon in Cina nel 1972 e la dichiarazione di Shangai.

Negli anni '70 i rapporti sovietico-cinesi furono pessimi e l'intervento sovietico in Afghanistan rafforzò la divisione, mentre i rapporti tra Cina e Stati Uniti miglioravano a tutti i livelli, politico, economico e militare. L'impasse sovietico in Afghanistan, la crisi nell'Europa orientale iniziata con le agitazioni sindacali in Polonia nel 1980, la stagnazione economica in Urss mentre si sviluppava una corsa al riarmo con gli Usa sui missili Cruise e Pershing dislocati in Europa portarono alla decadenza il Pcus e l'Urss, là dove il gorbacevismo completava la revisione ideologica e politica iniziata con Kruscev e proseguita, seppur non in modo lineare ma contraddittorio, cioè con spinte e con brusche frenate nello stesso tempo, con Breznev, e poi con Cernienko, dopo la breve parentesi di Andropov, il quale aveva capito che molte cose non andavano, ma le cui soluzioni non erano così semplici nel marasma che si era creato.

Man mano che si avvicinava il crollo dell'Urss, i rapporti statuali con la Cina furono normalizzati e negli anni '90, a crollo avvenuto, Russia e Cina, di fronte al dilagare dell'egemonismo Usa pensarono bene che un nuovo Trattato di amicizia dopo l'esaurimento del primo era necessario per entrambe le parti, anche perché le economie dei due paesi erano complementari ed ogni parte riceveva un beneficio dalle relazioni con l'altra.

Con l'ascesa di Putin e la lenta emarginazione dello staff politico, economico e militare di Eltsin, tra Russia e Cina si rafforzano i rapporti politici, economici e militari fino a firmare un partenariato strategico che ha portato alle esercitazioni militari di questi giorni ed alla dichiarazione congiunta con gli altri paesi del Trattato di Shangai sul ritiro delle truppe americane dal Kirghisistan e dall'Uzbekistan, dislocate dopo l'11 settembre e l'attacco all'Afghanistan, ovviamente con il consenso dei rispettivi governi che hanno ricevuto un beneficio economico, ma anche un'ingerenza negli affari interni, tanto da portare ai disordini scoppiati diversi mesi addietro.

Qual è il significato di queste manovre congiunte?

Le due parti hanno detto che non si tratta di un nuovo blocco militare, ma tutto fa pensare che di fronte all'egemonismo mondiale degli USA che scatena le guerre infinite non c'è altra scelta che ogni forma di cooperazione, compresa quella militare, con chi rifiuta quell'egemonismo che sta portando la guerra ed il terrorismo in ogni angolo del mondo. Non a caso tra gli osservatori invitati alle manovre non ci sono gli Usa ed il Giappone, ma ci sono gli indiani, i pachistani e gli iraniani e sulla presenza di questi ultimi c'è da riflettere considerando che gli Usa, per bocca del loro presidente, hanno minacciato l'uso della forza per fermare l'attività delle centrali nucleari in Iran.

Una cosa ormai è certa: il xxi secolo comincia a non delinearsi più come il secolo americano, perché si stanno intessendo delle relazioni politiche, economiche e militari benefiche per tutti i partecipanti nella grande regione euro-asiatica. E non a caso di fronte ai due opposti, la pervicace volontà americana, da un lato, di esercitare l'egemonismo per dominare il mondo e queste nuove relazioni euro-asiatiche, dall'altro, vengono alo scoperto le contraddizioni dell'Unione Europea che le impediscono di esercitare quel ruolo di secondo polo negli affari mondiali che era stato pensato negli anni '90, perché l'influenza sinora avuta sull'arena internazionale si sta sgretolando; sia perché l'America - tramite l'Inghilterra ed altri governi o forze politiche di comodo pur all'apposizione (prima il governo Aznar in Spagna ed oggi Berlusconi in Italia con tutto il centro-destra ed anche la complicità di noti dirigenti del centro-sinistra) - lo ha impedito, mandando lentamente in frantumi ogni velleitario sogno europeo; sia perché l'Unione Europea non può pensare minimamente di relazionarsi con la Russia e l'Oriente in termini di revanscismo di tipo hitleriano (basti pensare all'allargamento della Nato ad est!) o di Nuove Crociate. A quei paesi europei che vogliono scrollarsi del tutto dall'egemonismo americano non resta che prendere atto della realtà e pensare al futuro in modo diverso. Il discorso riguarda in prima battuta la Francia e la Germania ormai vicina alle elezioni politiche di settembre ed in seconda battuta tutti gli altri governi o le forze di opposizione nei rispettivi paesi; quindi anche il centro-sinistra in Italia in prossimità delle elezioni politiche del 2006 dovrà dichiarare quale ruolo internazionale dovrà giocare l'Italia.

19 agosto 2005

G. A.


Ritorna alla prima pagina