La Cina e il ruolo subimperiale del Giappone

Le manifestazioni di massa che si susseguono nelle grandi città cinesi e che aumentano ogni giorno di consistenza hanno un significato di ben più ampia portata rispetto al contesto in sé del ruolo avuto dal Giappone nella stragi commesse contro la popolazione cinese durante l'aggressione nel 1937. Esse, invece, mettono a nudo la nuova strategia imperiale che il governo giapponese delinea nell'Asia del Pacifico con la protezione degli Usa e come per rafforzare questa strategia vuole mettere mani alle risorse naturali, petrolio in testa (non a caso un contingente militare ed uno ben consistente civile é stato inviato in Iraq). Ed, infatti, il governo giapponese nel campo economico unilateralmente si appropria dello sfruttamento petrolifero nella piattaforma continentale sottomarina ai confini con la RPC e concede le concessioni di sfruttamento alle compagnie petrolifere ed in quello politico-militare insieme agli Stati Uniti firma una dichiarazione, dopo l'approvazione da parte dell'Assemblea Popolare Cinese della legge antisecessione (in primo luogo di Taiwan), che la questione di Taiwan e la navigazione negli stretti fa parte della sicurezza e degli interessi nippo-americani.

Come è noto gli Usa, che copiano molto dalla storia dell'Impero romano (e il paradosso è che mentre i gruppi dirigenti questa storia la conoscono bene, nelle scuole medie gli allievi di storia antica ne studiano poco o niente tant'è che un sondaggio di qualche anno addietro rivelava che non sapevano chi era Giulio Cesare!), sanno che non possono esercitare il loro dominio mondiale se non assegnando a livello regionale (per le terre distanti dall'America) delle funzioni di luogotenenza ad alcuni "stati amici" di un certo spessore, come l'Inghilterra in Europa, il Giappone e l'Australia (che ha rafforzato il contigente in Iraq con l'invio di nuove truppe a protezione dei civili e militari giapponesi) in Asia, Israele e Turchia in medio-oriente, e se non applicando il famoso principio divide et impera per dividere le nazioni (Corea, Sudan, Iraq) o per contrapporre tra di loro gli stati confinanti (l'ultima trovata in contrapposizione alla Russia ed alla CSI, ma di questo torneremo in altro articolo, è la creazione di una Comunità tra Ucraina, Moldova, Georgia, Azeirbaijan, Uzbekistan).

Ora la Cina sa che quei varchi che le hanno permessa di incrementare il suo sviluppo economico utilizzando il capitale transnazionale giapponese e americano (ma pagando un certo prezzo con una politica estera distaccata, indipendentemente dalle parole, nei confronti delle diverse crisi internazionali ed all'interno con la crescita di forti squilibri sociali) si stanno chiudendo perché, indipendentemente dal suo contenuto di socialismo, di capitalismo, o di nuova formazione sociale (come prodotto non pensato dello sviluppo storico e quindi ancora non definibile secondo l'analisi tradizionale marxista), di fatto con la sua sola forte presenza rappresenta un ostacolo all'egemonismo americano ed è un bastione di riferimento per un mondo multipolare e pertanto deve far sentire autorevolmente la sua voce, respingendo le interferenze nippo-americane.

G. A.

18 aprile 2005


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