Man mano che il progetto arancione si va delineando esso appare
sempre più una indefinita cortina fumogena dietro cui si celano i
soliti noti in cerca di una poltrona parlamentare.
Partiamo dall'operazione politica in sé, cioè dalle premesse che hanno
posto in essere il progetto. A questo proposito c'è da dire che negli
ultimi anni in una certa area di quella che viene definita società civile
si è manifestata l'esigenza di rompere col conformismo bersaniano e con
l'arroganza e la corruzione dei poteri costituiti su una serie di
questioni di carattere istituzionale e di gestione del potere. Questo è
avvenuto a livello elettorale in alcune grosse città, come
Palermo, Milano, Napoli e Cagliari; con la nascita del quotidiano il Fatto; con l'iniziativa di magistrati come Ingroia; a livello televisivo e così
via. E anche con la nascita del landinismo, cioè di un ruolo sindacale più
marcato della FIOM.
Credo che ciascuno di noi abbia apprezzato questi
fatti senza settarismo, ma anche senza attribuire ad essi il valore di una
rinascita organica di una opposizione strategica. Ora ci troviamo invece di
fronte al fatto che i protagonisti di queste vicende hanno deciso di
passare all'incasso e di presentarsi alle elezioni politiche uscendo dal
seminato. Sicchè, in maniera politicamente improvvisata, vogliono
svolgere un ruolo a cui non sono affatto preparati e così facendo mettono in cattiva luce la parte positiva del loro operato, favorendo
anche l'accusa di strumentalizzazione.
Tutto ciò avviene anche in un clima
di estrema confusione politica perchè, mentre si rivendica un ruolo di
autonomia dal centro sinistra, si sollecita l'apertura immediata di un dialogo, come se
un programma alternativo potesse essere compatibile con chi si prepara ad
andare al governo in nome dell'Europa del rigore.
Questa non
è, ovviamente, solo confusione politica, ma anche estrema debolezza del
progetto e per certi versi un imbroglio elettorale. Perchè il referente rimane
sempre la casa madre, cioè il PD. Non è un caso che i soliti furbi, da
Diliberto a Ferrero stanno brigando, non proprio dietro le quinte, per
tentare di rientrare in Parlamento di straforo, pronti al dialogo con Bersani, non essendo riusciti a costruire qualcosa di serio con
l'operazione Federazione della Sinistra. Quindi nella marmellata arancione si
sommano due debolezze, quella dei padri fondatori e quella dei furbetti
alternativi. L'operazione dunque non promette nulla di buono e per questo
mettiamo in guardia, se ce ne fosse bisogno, anche chi ritiene
ingenuamente che sia venuto il momento di una rinascita di una vera e seria
opposizione.
Erregi
23 dicembre 2012