Quando la soggezione è peggiore del dominio

Bush, il fuorilegge terrorista

di Carmelo R. Viola
13 gennaio 2007


La follia di Bush imperversa in tutto il mondo come uno tsunami mirato e inesorabile ma la “perturbazione antropologica” più grave è l’alone di ipocrita acquiescenza che l’accredita anche quando, come nel caso del nostro paese e dell’Europa, qualche voce flebile, solitaria e timida, più o meno ufficiale, si alza, non tanto per contestare vigorosamente – come si dovrebbe – quanto per esprimere divergenze e distinzioni verbali in chiave di “tremebondo brusio”.

E’ opportuno puntualizzare che, diciamo così, nel “caso Bush” non sono in competizione delle opinioni, prodotte da pregiudiziali ideologiche o, peggio, da reazioni emotive, ma è in causa il diritto, inteso nella sua ampia accezione, in un tempo in cui della parola diritto si fa uso e abuso specie quando si pretende di attribuire ad uno Stato il “marchio della legittimità”.

Ebbene, per il signor Bush, pur eletto democraticamente ( si fa per dire), il diritto è la sua parola, la sua volontà, la sua decisione. Ed è come dire che per costui il diritto non esiste e che la sua figura e valenza politica sono quelle del sovrano assoluto o dell’autocrate.

Questa non fortuita circostanza ci mostra ancora una volta che la democrazia, usata come “gioco elettorale per legittimare il potere dell’eletto”, non crea lo Stato di diritto e che la pretesa “più grande democrazia del mondo” altro non è che un’autocrazia presidenziale elettiva. Poiché ad un presidente-autocrate ne succede un altro (è la storia degli USA!) l’autocrazia permane adeguandosi all’umore dei sempre nuovi rappresentanti, mentre la volontà del popolo si esaurisce nella scelta dell’autocrate di turno da parte di una minoranza di elettori. Mi viene spontaneo ricordare Truman, il macellaio atomico di Hiroshima e Nagasaki (di cui sopravvivono vittime sofferenti e che non è stato mai condannato) e il vivente Clinton, colui che ha usato la NATO (e quindi anche il nostro paese) per contribuire allo smembramento della Jugoslavia (cfr: il detto latino “dividi et impera”, così caro alla Chiesa dei papi) massacrando uomini e cose (e la natura) in Serbia ma anche nel “liberando” Kosovo con il pretesto di difendere degli aggrediti risultati poi aggressori!

Il comportamento di un tale Bush (in italiano “cespuglio”: dunque un vegetale antropozoico!), che ha dichiarato guerra senza limite di confine e di tempo, a tutta quella parte del mondo non disposta a piegarsi alle esigenze imperialistiche dell’autocrazia imperiale statunitense, è così enormemente abusivo del proprio potere da autorizzarci a pensare perfino ad un’anomalia mentale di competenza psichiatrica. Sta di fatto che costui, con il pretesto del terrorismo (di cui, guarda caso, gli USA sono i maestri storici, in America Latina e altrove), a seguito dell’attentato alle Due Torri dell’11 settembre 2001 – ancora di matrice e complicità incerte e che tale resterà fin a quando non sarà possibile accertarne i veri architetti politici responsabili della progettazione e della dinamica attuativa – continua ad aggredire uno Stato dopo l’altro con motivazioni immaginarie e gratuite, ignorando l’ONU, eventuali pavidi dissensi e, quel ch’è peggio, il diritto internazionale.

Il pretesto dominante è quello di un Al-kaida, quartiere generale del terrorismo, capeggiato da un tale Osama bin Laden, pretesto anche questo tutto da verificare tanto più che Al-kaida avrebbe il dono paranormale dell’ubiquità e il suo capo, sarebbe sempre sul punto di essere colpito a morte ma che è sempre vivo e minaccioso e capace di apparire in TV come l’araba Fenice nei momenti in cui più fa comodo agli “strateghi” (oh quanto cretini!) del Pentagono.

Bush è responsabile di centinaia di migliaia di morti in Iraq, dove non c’erano armi di distruzione di massa e dove ha semplicemente portato una specie di “bellum omnium contra omnes”, una guerra civile fra etnie di diversa interpretazione coranica, che ultimamente ha resa più virulenta a causa dell’esecuzione (vera o simulata) di un capo di quello Stato già sovrano, affidata ad una corte dei nemici di questo e a boia che l’avrebbero insultato e sgozzato. La verità dei fatti rimane tutta da appurare. Resta evidente l’intenzione di convincere i “vinti” ad affidare i ricchi giacimenti petroliferi a predoni nordamericani in cambio del governo del paese.

A un “cespuglio antropomorfo” non importa che da più fonti, anche americane, si dica che armi chimiche (armi di distruzione di massa proibite) siano state usate in modo massiccio e indiscriminato nello spegnimento dell’eroica resistenza di Falluja, dove hanno bruciato civili, donne e bambini. Costui è un novello Nerone in libertà, responsabile anche di tremila e più morti statunitensi (lutti per innumeri famiglie ignare della effettiva causa del sacrificio dei loro caduti) e di un numero imprecisato, ma si dice alto, di militari suicidi per crisi di depressione.

La strage degli innocenti, prodotta dall’embargo, è stata accentuata dai terrori della guerra. Non ho elementi per giudicare Saddam ma sono certo che il numero dei morti attribuitigli sono molto inferiori di quelli certi di Bush. Se colpevole, gli USA non avevano alcun titolo giuridico per invadere e massacrare un paese per catturarlo. Se un tribunale al di sopra delle parti può giudicare un capo di Stato, solo una ONU effettivamente autonoma può fornirne gli strumenti specifici e per colpire tutti i paesi, USA compresi! Ma questo discorso non piace all’autocrate di Washington. Conosco i ogni caso un Saddam laico (basti pensare che il suo vice, Tarik Aziz, ora detenuto illegittimamente, era ed è cristiano!), di formazione socialista, che era riuscito a sedare (come il Tito della ex Iugoslavia) le conflittualità intestine dei popoli irakeni e a dotare il proprio paese di istruzione e sanità gratuite per tutti.

L’autocrate Bush procede con la “sensibilità” di un carro armato anche contro il 60-70 % di cittadini statunitensi che lo disapprovano a comprova di una “democrazia, caricatura tragica di sé stessa”. Delle manifestazioni anti-Bush non è consentito parlare, ma talvolta notizie sfuggono alle maglie della censura internazionale: è di oggi quella dell’arresto di vari dimostranti a Washington certo in forza di una legge ad hoc (mi pare “anti-terrorismo!?), che consente di raggirare perfino quei diritti civili così cari ad un Thomas Jefferson, il terzo Presidente di una nascente Unione nordamericana. E’ a nome di non si sa che democrazia che Bush rilancia l’offensiva massiccia in Iraq e che in Somalia spara nel mucchio da terrorista incallito e con totale disprezzo del diritto: stermina villaggi di poveri islamici con il pretesto che nascondano dei terroristi. Parola di gangster!

Davanti a cotanto scempio di uomini, beni natura e civiltà, il circostante mondo cosiddetto “civile” subisce permettendosi il pronunciamento in sordina di qualche eresia, che conferma il timore riverenziale del suddito, laddove un’Unione Europea, con una Francia, patria della Rivoluzione dei diritti umani e della trilogia “libertà fraternità-uguaglianza”, dovrebbe alzare la voce possente e “sputtanare” senza riserve un’autocrazia sanguinaria che, dietro la maschera della democrazia, risospinge la civiltà verso la giungla. Tale voce manca ed è per questo che è possibile giudicare la soggezione dell’inerte peggiore del dominio del tiranno.

Carmelo R. Viola, csbs@tiscali.it
Sito internet: biologiasociale.altervista.org/


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