Terrorismo e strategia imperialista

di Vauro Senesi

In regime di "democrazia" bisogna coinvolgere la gente per poter gestire una politica di aggressione imperialista. I governi occidentali che praticano questa politica di aggressione sanno bene che le guerre devono essere "giustificate" e non imposte e su questo si è sviluppata una sofisticata organizzazione del consenso che fa leva sui sentimenti dell’uomo della strada. Sicchè le guerre sono diventate "umanitarie" e mentre si distruggono paesi e popolazioni, si evidenzia il carattere di solidarietà che spinge l’aggressore. Anche l’olocausto viene strumentalizzato per giustificare il macellaio Sharon e l’avventura neocoloniale e imperialista di Israele.

Quando le giustificazioni umanitarie o storiche cominciano a mostrare la corda, arriva la scelta terrorista. Saddam Hussein e Milosevic non bastano più a giustificare altre guerre e allora si inventa un nemico senza confini e senza volto che permette di portare avanti un’aggressione planetaria e utilizzabile in tutti i momenti.

In altri termini il terrorismo giustifica la guerra ai terroristi. Quindi bisogna organizzare il terrorismo per mettere in piedi i progetti di aggressione.

Per noi italiani questa non è una novità. Lo stragismo degli anni settanta è stato un esempio lampante e documentato di che cosa siano capaci i servizi segreti e gli apparati di potere. In questo gli americani sono sempre coinvolti attraverso il grande vecchio, cioè la CIA.

Non sappiamo quanti compagni e compagne, dopo l’11 settembre, abbiano avuto la convinzione che ci trovavamo di fronte ad un avvenimento "inspiegabile". Purtroppo abbiamo assistito non solo alla solita messa in scena della mobilitazione contro "il terrorismo" da parte delle istituzioni, ma anche al solito balletto: nè con gli americani nè con il terrorismo.

Ma quale terrorismo? Perchè non si dà un nome e un cognome a questo terrorismo? Perchè, a sinistra, si permette a personaggi come Fassino, Rutelli, Veltroni di evocare il fantasma del terrorismo, come nelle favole dei bambini, senza far luce sui mandanti e gli organizzatori del terrorismo?

Possibile che i filmetti di Bin Laden vengano presi sul serio?

In questi comportamenti non c’è solo ingenuità, ma ben altro. Anche settori politici e istituzionali, compresa la sinistra, estranei alla gestione del terrorismo dei servizi, non possono parlare chiaro perchè ciò comporterebbe arrivare a conclusioni precise sul carattere criminale di certi interlocutori con cui si siede in parlamento, nei posti di potere e nei consessi internazionali.

Quindi bisogna far finta di nulla e stare al gioco. E finora questo è accaduto. Eppure, dopo la strage di piazza Fontana qualcuno aveva avuto il coraggio di indagare e finalmente la strage di Stato è diventata senso comune e il 12 dicembre il simbolo delle trame dei servizi e degli apparati di potere.

Ora c’è bisogno dello stesso slancio e della stessa decisione per impedire che l’arma del terrorismo venga usata dagli imperialisti per giustificare le aggressioni e ridurci al silenzio.

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