TFR: Lo scippo con destrezza

Ossia: come convincere il malcapitato di poter far aumentare i soldi che ha nella tasca destra, portandoci quelli che ha nella tasca sinistra, e – appena li tira fuori – scipparglieli. (Vedi la scena iniziale de "La Stangata" o il Campo dei Miracoli del Gatto e la Volpe)

Di Fisher

Luogo Comune
4 gennaio 2007


1. Che cos’è il Trattamento di Fine Rapporto?

Sono soldi del lavoratore. È salario differito: è momentaneamente indisponibile, ma comunque, anche se non ne è l’attuale possessore, è il singolo lavoratore che ne è il proprietario.

Attualmente il datore di lavoro trattiene questa quota di salario e ne è responsabile. Serve per garantire una certa quota di autofinanziamento all’azienda, alleggerendola del peso dell’esposizione finanziaria. Essa viene incrementata annualmente dell’1,5% + 75% dell’incremento ISTAT. Quindi si può dire che oggi è appena al riparo dall’inflazione.

Se ne possono avere anticipazioni per importanti motivi, quali acquisto casa, eventi gravi.

Il datore di lavoro ne è responsabile e oggi l’INPS se ne fa garante per le aziende inadempienti, ...
... contrariamente a quanto accade per stipendi arretrati e versamenti contributivi. Quindi possiamo dire che almeno il capitale è al riparo da rischi finanziari o frodi.

2. Che cosa si prevede con la presente legge finanziaria?

Distinguiamo due categorie di aziende. Quelle che hanno meno di 50 addetti e quelle da 50 in su.

Per le prime non cambia nulla (si vedano alla fine i commenti sulle motivazioni di questa scelta).

Per le seconde ai lavoratori si aprono due possibilità:

  1. optare per un fondo di investimento aziendale (chiuso), qualora ci sia, oppure per un fondo di investimento pubblico (aperto)
  2. lasciare il suo TFR all’INPS.

3. Qual è la finalità dichiarata?

Far fruttare di più questi fondi, in modo da offrire al lavoratore – quando andrà in pensione – o una pensione più alta, o un TFR più consistente, o un misto delle due soluzioni.

4. Che cosa sono i fondi di investimento?

Per capire cos’è un fondo di investimento, come funziona e quando può rendere, è illuminante vedere un po’ la loro storia recente in questo paese.

Istruttiva la puntata di Report di RaiTre del 21 maggio 2006.

I fondi di investimento aperti sono dei prodotti finanziari in genere offerti da grosse compagnie bancarie o assicurative che gestiscono molte tipologie di fondi per svariati clienti.

I fondi di investimento chiusi sono fondi che alcune categorie di lavoratori (metalmeccanici, chimici) hanno già stipulato con grosse compagnie bancario-assicurative.

5. Che cosa promettono questi fondi?

Ovviamente questi fondi non possono promettere niente, perché – dicono – per raggiungere risultati o rendimenti elevati, bisogna che questi fondi vengano gestiti da persone competenti che li sappiano far fruttare sul mercato speculativo. Quindi non si sa quanto possono rendere, ma ce ne possiamo fare un’idea dal recente passato. Siccome questi fondi investono in Borsa e la Borsa negli ultimi anni è aumentata dal 7% fino al 10%, i risultati che ci si aspetta saranno di quest’ordine. Per esempio se prendiamo un tipico fondo, vediamo che dall’anno a all’anno b il rendimento è stato del x%. Quindi, se non si fa una speculazione a breve termine, ma si lasciano i soldi lì abbastanza a lungo, la elevata remunerazione sarà certa.

6. Dov’è la trappola?

  1. Qualunque tipo di grafico ti fanno vedere, sono loro che stabiliscono da dove partire; per es., se si parte dal 2002, la Borsa è aumentata molto di più dell’inflazione, grazie all’impulso dato all’economia mondiale dalla guerra post 11 settembre, ma se si parte dal 2000, i rendimenti sono sotto quelli che si sarebbero avuti secondo l’attuale remunerazione del TFR. Si dice: "ma a lungo andare la remunerazione è garantita".


  2. Anche questo è totalmente errato, perché a lungo andare mediamente l’economia finanziaria non può crescere più di quella reale (altrimenti che cosa ci stiamo dividendo?); è chiaro che nel breve termine ci possono essere oscillazioni molto forti dovute a bolle speculative, ma nel lunghissimo termine economia reale e finanziaria devono tendere a eguagliarsi


  3. E veniamo alle famose "bolle speculative" – è risaputo che a guadagnare in borsa sono solo coloro che hanno strumenti, legali o illegali, che consentono di anticipare gli andamenti borsistici, quindi dovremmo affidare il TFR a gente un po’ troppo sveglia capace di speculare e lasciare il cerino in mano agli altri? Affidereste la vostra liquidazione ad uno così? Ma come sono andate le cose in Italia?


  4. I fondi hanno spese elevatissime: per es., se si hanno spese pari anche solo al 3 per mille, in trent’anni un rendimento medio del 5% frutterà un capitale finale di ben il 9% in meno, ossia anziché una pensione integrativa di 1.000 €, di 910 €. Si dice però: "ci sono forti vantaggi fiscali perché questi prodotti sono parzialmente detassati"


  5. E' vero, ma allora, anziché fare tutto questo giro, lo Stato perché non detassa direttamente il TFR ai lavoratori, invece di far ingrassare i fondi? in ogni caso la faccenda è molto più grave:


  6. Se si esaminano i rendimenti dei fondi di investimento italiani e si confrontano con quello che otterrebbe una scimmietta ammaestrata a investire a caso (benchmark) si vede che TUTTI i fondi sono andati sotto, qualcuno si è avvicinato, ma non è stato più bravo della scimmietta


  7. In Italia, come negli USA (vedi Enron), ci sono stati scandali che sono rimasti e rimarranno impuniti, quali Parmalat, Bond argentini, per i quali, poco prima della bancarotta le banche si sono disfatte delle obbligazioni (che dovrebbero essere i prodotti più sicuri, almeno come capitale) scaricandoli nei fondi dei propri clienti che gestivano o convincendo ignari vecchietti a comprare prodotti formalmente altamente rischiosi, ma ormai completamente bolliti


  8. Nella citata puntata di Report si esaminavano due fondi di investimento della San Paolo, identici per profilo: uno risulta raddoppiato ed uno ha perso la METÀ DEL CAPITALE, perché – a fronte di investimenti altamente rischiosi – se l’operazione aveva successo si imputava sistematicamente all’uno, altrimenti all’altro; non mi risulta che Report sia stata querelata.

Il tutto deriva da un mostruoso CONFLITTO DI INTERESSE che hanno tutti questi fondi, perché non gestiscono un solo utente, ma una miriade; perché hanno un settore bancario altamente speculativo ed uno assicurativo e quindi il travaso di profitti e perdite tra questi due settori non è assolutamente controllabile.

Esistono in Italia piccole società di gestione del risparmio che non sono bancarie e che quindi questi conflitti li presentano in modo più limitato, ma i grandi fondi chiusi già citati (metalmeccanici, chimici e tra poco statali) non ci si rivolgono! Perché?

Inoltre, poiché questi fondi operano in tutto il mondo, il vantaggio dell’economia italiana quale sarebbe, di far sì che consistenti quote del risparmio prendano la via speculativa dell’estero?

Certo, una quota consistente andrebbe ad alimentare questa enorme fornace costituita dalla Borsa, che si alimenta solo con enormi iniezioni di capitali, ma alla mungitura del famoso "parco buoi" chi parteciperà?

"Quando ti siedi ad un tavolo di poker, chiediti sempre chi sia il pollo; se entro cinque minuti non lo hai ancora capito, il pollo sei tu!"

7. La seconda opzione

Abbiamo visto quindi che la prima scelta dei fondi, chiusi o aperti che siano, presentano dei rischi per i lavoratori che credo nessuno voglia correre, almeno per una parte così consistente come quella costituita dalla propria liquidazione.

Vediamo invece l’altra opzione.

In questo caso il TFR andrà all’INPS, ma non resterà lì, dove potrebbe essere gestito al meglio secondo criteri oculati da un unico operatore che non ha conflitti di interesse, ma verrà girato immediatamente al Tesoro, il quale che cosa ci farà? Buchi per terra!

Ebbene sì, il TFR servirà a rilanciare le grandi opere pubbliche che in Italia purtroppo languono.

E perché languono? Perché purtroppo il governo precedente ha inaugurato 100 e ha finanziato 1.

In realtà queste opere dovevano finanziarsi da sole, ricordate?

Come mai le grandi compagnie internazionali non si sono mai viste?

Il Ponte di Messina non doveva autofinanziarsi e non costare una lira ai contribuenti?

La verità è che queste sono balle colossali. Queste Grandi opere pubbliche non potranno mai autofinanziarsi perché sono perfettamente inutili e costosissime.

La Società del Canale della Manica è fallita già tre volte forse perché collega due cittadine di provincia come Londra e Parigi. Invece il grande collegamento previsto tra Lione e Torino (dove hanno già soppresso la linea passeggeri per mancanza di traffico) dovrà essere raddoppiato, dovrà essere QUADRUPLICATA la sua capacità di trasporto e i suoi tempi di percorrenza dovranno essere abbassati - pensate - di ben 15 minuti, indispensabili per far arrivare la mozzarella che viene da Lisbona fresca fresca a Kiev.

Le Ferrovie Italiane sono alla bancarotta e i due terzi della ricapitalizzazione se ne andranno nell’alta velocità.

Ma che cos’è l’alta velocità. Una cosa che in Italia costa il triplo della Francia, il doppio della Svizzera. Perché? Condizioni orografiche, costo del lavoro abnorme o costi della politica? Anzi, pardon, questi ladri parlano di "costi della democrazia"

Una cosa che porta innovazione tecnologica? In Italia abbiamo un gioiello tecnologico tutto italiano, il Pendolino, un treno che viaggia sulle linee preesistenti con la capacità di inclinarsi per aumentare la velocità in curva. No! Non bastano i duecentocinquanta chilometri orari, dobbiamo arrivare a trecento, trecentocinquanta e quindi opere colossali per fare nuove linee, dove viaggeranno treni a tecnologia tedesca (che ogni tanto sbattono malamente con stragi da disastro aereo) e che comportano per l’Italia: dissanguamento finanziario, dissesti idrogeologici, investimenti in settori a bassissima tecnologia, quali movimento terra, cemento e ferro.

C’è da stupirsi che nessuno vuole dargli i soldi per questi giochini?

Sono andati sul mercato a chiederli col project financing, ma gli è andata buca, perché ovviamente i tempi di ritorno di questi investimenti sono letteralmente infiniti

Se li chiedessero onestamente sul mercato finanziario, emettendo Titoli di Stato, la bolla verrebbe a galla. E allora? Dove sono i soldi? Da chi si possono prendere questi soldi?

A quei paperoni dei lavoratori, che sono tanto ricchi che tengono i soldi a far niente dentro le aziende dei loro padroni. E allora che si fa?

Il TFR! Che bella idea! Ciò che non prenderà il Gatto lo spazzolerà la Volpe!

Ma come faranno a dare i soldi ai lavoratori quando andranno in pensione?

Oggi prendi 100, ma a regime questi soldi prima o poi li devi ridare perché in situazione di equilibrio, tanti lavoratori escono e tanti entrano (anzi di questo passo a entrare nel mondo del lavoro stabile col TFR saranno sempre meno). E allora questa azione la dovranno prorogare ogni anno, dando a chi va in pensione quello che hanno preso a chi ancora lavora.

Ci faranno i ponti e le gallerie e poi quando andremo in pensione, potremo andare a dormirci sotto, però ognuno sotto il suo pezzo, di proprietà, con una bella targhetta: "Questo pezzo di ponte è di…"

Ma l’Europa ci fa passare una manovra così manifestamente irregolare?

Questa è la prova che l’Europa dice esattamente quello che da qui gli dicono di dire:

"Per favore abbassami il rating così si spaventano un po’ e si ammorbidiscono"

8. Che fine a fatto la terza scelta?

L’inoptato! Che bella parola! Chissà che cosa significa!?! "Optare, scegliere".

Nel programma dell’Ulivo che c’era scritto?

Se lo ricorda al governo un poverino, che viene sempre preso in giro: Ferrero.

Dapprima aveva chiesto di "spalmare" una manovra così pesante in più anni; del resto se a Berlusconi era andata bene, se a Francia e Germania nessuno dice niente, se persino Prodi una volta disse che questi parametri mica sono degli stupidi paletti, ma vanno interpretati, potremo anche noi prendercela un po’ più comoda e non essere i primi della classe. Ma che "spalmare", mica siamo la Nutella noi (capito il giochino con Ferrero?).

Ma poi il dolce e gustoso Ferrero l’ha fatta grossa ha votato contro lo scippo del TFR. Apriti cielo!

I primi a correre sono stati i pompieri più solerti: la coppia Bertinotti-Giordano: "Niente paura, non è successo niente!". Anche il bianco Bianchi ha votato a favore.

Un po’ più spinosa la faccenda del MOSE di Venezia. Qui i ministri che hanno votato contro sono in tre: Mussi (ma non aveva minacciato o promesso di dimettersi?), il verde Pecoraro e il solito dolce Ferrero. Il bianco Bianchi solo astenuto.

Ma, ripeto, nel programma dell’Ulivo che c’era scritto?

La terza opzione!

"Ma no, scherzavamo", ha dichiarato la Volpe Treu, Presidente della Commissione Finanze; sì sempre lo stesso Treu che ci ha fatto lo scherzo di iniziare anni fa il balletto del precario.

"La terza opzione era solo opzionale". E qual era la terza opzione che solo Ferrero ricorda?

Quella di lasciare l’inoptato all’INPS, che ne facesse buon uso e ce lo conservasse almeno intatto per i tempi bui.

Orrore! Tutti quei soldi (9 miliardi di euro l’anno!) lasciati a non far niente!

Per chi non opterà, il TFR verrà inviato d’ufficio al fondo d’investimento che ha avuto i maggiori consensi nella categoria (o nell’azienda).

9. Le compensazioni alle grandi aziende

Voi vi chiederete: "…ma scusa c’è qualcosa che non va. Vabbuò che i lavoratori sono dei riccastri e quindi se gli togli 9 miliardi di euro l’anno quelli manco se ne accorgono, ma quei soldi non erano a disposizione delle aziende, i poveri e derelitti padroni che hanno almeno 50 dipendenti, come faranno, poverini?"

Niente paura, ci pensa anche qui Super Padoa. Ci sono opportune compensazioni, ossia soldi a palate, a strapalate: taglio del cuneo fiscale per tutti (altro che per quelli che innovano, "sul cuneo non faremo interventi a pioggia" avevano dichiarato, ma forse volevano dire che in quel momento a Cuneo non pioveva) e per chi dovesse avere difficoltà a reperire crediti bancari, fideiussioni garantite dallo Stato! Mai vista una cosa così! È una cuccagna!

10. Le piccole aziende

Ovviamente tutto questo bendidio non poteva essere distribuito troppo in basso, anche perché andare a dare fideiussioni anche alle piccolissime aziende significava veramente andare in tilt.

11 La pubblicità è l’anima del commercio

Ma come pensate mai che dei lavoratori sani di mente possano accettare tutto ciò? Uomini e donne di poca fede, ci hanno già pensato!

Dal maxiemendamento:

401. Ai fini della realizzazione di campagne informative a cura della Presidenza del Consiglio dei ministri, d'intesa con il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, intese a promuovere adesioni consapevoli alle forme pensionistiche complementari nonché per fare fronte agli oneri derivanti dall'attuazione delle connesse procedure di espressione delle volontà dei lavoratori di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, è autorizzata, per l'anno 2007, la spesa di 17 milioni di euro ...

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