La Russia fermerà la guerra?

Israel Shamir

Originale in inglese: www.israelshamir.net/English/Eng1.htm, 7 settembre 2006
Traduzione italiana per comedonchisciotte a cura di PONKA, 11 ottobre 2006


Israele e gli USA, i terribili gemelli siamesi congiunti dalle loro comunità ebraiche, sono sul sentiero di guerra. Il solito bene informato Uzi Mahanaimi ha scritto sul Sunday Times che i piani sono stati stilati, e i preparativi sono completi per riprendere la guerra a Siria e Iran, temporaneamente interrotta dai combattimenti degli Hezbollah tra le montagne del sud del Libano. Il presidente Bush spera di migliorare la sua popolarità offuscata dalla guerra, secondo Alex Cockburn. Una condanna dell’Iran da parte del consiglio di sicurezza è ciò che gli serve per sferrare l’attacco. Fino ad ora tali risoluzioni erano prodotte dopo un breve periodo di negoziazioni. Ora c’è una possibilità che la Russia usi il suo veto, e allora i piani degli USA saranno accantonati e l’assalto all’Iran annullato.

Prima del 1990, un tale veto sarebbe stato certo. Ai tempi della tanto malignata Unione Sovietica, i russi promuovevano molte cause di cui ancora godiamo i frutti: insieme ai loro alleati Cubani fermarono i carri armati dell’apartheid in Angola e arrivarono quasi alla liberazione di Mandela e alla creazione di un Sud Africa più egualitario. I Russi sostenevano i sindacati Europei e i partiti Comunisti, prevenendo l’assalto furibondo di privatizzazione, outsourcing e globalizzazione. Se stavate meglio prima del 1990, e probabilmente è così, era dovuto all’influenza russa. I Russi rifornivano i nemici dell’Impero con le loro armi valide e a buon mercato, e bloccavano i tentativi dell’Impero di legittimare le loro aggressioni con delle risoluzioni ONU. I loro aerei e i loro missili terra-aria aiutarono i Vietnamiti e i Coreani a vincere la guerra. La loro influenza e abilità erano limitate: i Russi non avrebbero mai potuto competere su un piano di parità con l’immenso potere dell’Occidente imbrigliato da Washington. Ma potevano mettere i bastoni tra le ruote della macchina bellica Americana, e così hanno fatto. L’Impero li odiava e desiderava la loro morte,e molti intellettuali occidentali sostenevano questo desiderio.

Il mio amico, poeta Russo e cane sciolto Edward Limonov, ha scritto una breve storia negli anni ottanta: cosa sarebbe accaduto se la Russia fosse scomparsa completamente dalla faccia della terra? Gli USA sarebbero intervenuti in tutto il mondo su larga scala, e il capitalismo e l’imperialismo avrebbero furiosamente riguadagnato il terreno perso fin dal 1917, così profetizzò; e così è accaduto: Panama, Nicaragua, Yugoslavia, Iraq, Afghanistan sono stati invasi. I ricchi sono diventati più ricchi, la classe media si è ritirata, le libertà disfatte con il pretesto della “Guerra al Terrore” .

La sinistra Occidentale ha contribuito molto a questo infelice sviluppo, per la Russia Sovietica è stata disfatta con doppia perfidia. Alla fine, le loro elite hanno tradito le loro masse e privatizzato la ricchezza creata dal popolo sovietico.

Ma prima di ciò, noi, la sinistra occidentale, avevamo introiettato il cliché dell’impero del male e ripetuto ogni slogan prodotto dal nemico. Abbiamo cantato ‘Let my people go’, e chiesto dei privilegi extra per gli Ebrei, il diritto ad emigrare. Non ci siamo preoccupati che i palestinesi non avessero il diritto di ritornare alle loro case, mentre gli ebrei russi volevano trasferirsi nei loro insediamenti nella Palestina occupata. Noi sostenevamo i dissidenti russi, sebbene essi odiassero tutto ciò che rappresentiamo e consideravamo Pinochet “uno di sinistra soft”. Noi abbiano accusato i russi dei loro vecchi Gulag, e siamo arrivati ad Abu Ghraib. Abbiamo condannato troppo i russi, e contribuito alla loro sensazione di isolamento, e al secondo, fatale tradimento delle loro elite.

Noi, persone buone e sincere, fummo traviate e ingannate dalla macchina dei media in uno scoppio di biasimo contro il nostro unico possibile alleato. La sinistra occidentale non sopravvisse al collasso: si avviò all’autodistruzione e ciò che rimase è rappresentato dai simili di Toni Blair. In tutto il mondo occidentale le elite celebrano il loro lusso e ricchezza illimitate, mentre le persone normali stanno sempre peggio. Non solo gli operai dell’industria: a meno che tu non sia un amministratore delegato vivi adesso peggio di prima, e le tue chance di migliorare il tuo destino sono peggiori di quanto non siano mai state.

Ma per fortuna la Russia non è scomparsa per sempre, sebbene ci sia stata vicina. Boris Yeltsin ha venduto le risorse ai suoi compari e a società Occidentali, ha bombardato il Parlamento e trasferito i media e il petrolio nelle mani dell’oligarchia ebraica. Yeltsin ha nsediato Vladimir Putin, un ex dirigente del KGB e aspirante Pinochet, con il compito di tenere le proprietà nelle mani di ladri e il paese nella stretta dell’occidente. Adesso sembra che i nemici della Russia abbiano sottovalutato quest’ uomo. Invece di fare il Pinochet per conto degli oligarchi, Putin ha rotto la morsa degli oligarchi; ha esiliato e imprigionato alcuni loschi tycoons, e restaurato una sembianza di legge e ordine nel paese. Ha fatto tornare i principali canali TV al popolo. Le mie ricche conoscenze ebraiche in Russia mi dicono che il denaro non regna più nel paese. Ci si può comprare dei comfort, ma non il potere.

I proventi del petrolio iniziano a fluire nel paese, non solo in scrigni privati in banche Svizzere. Ciò ha rivitalizzato l’economia. Le infrastrutture in rovina sotto Gorbachev e Yeltsin sono state ricostruite e migliorate; le abitazioni sono state costruite in quantità; l’esercito degradato ha ricevuto nuove attrezzature;le principali strade luccicano di nuovi negozi; autostrade nuove e sistemate per milioni di auto collegano villaggi e città. La guerra Cecena è passata; la repubblica è stata reintegrata in Russia, e i suoi abitanti godono dei diritti civili. I balletti russi catturano di nuovo gli occhi e i cuori. Dopo il collasso totale dell’industria cinematografica negli anni novanta, i russi stanno facendo di nuovo molti film, anche dei film di cassetta di successo (come The Night Guard ) e anche arte da festival. Lamentele ossessive e tormentate dai sensi di colpa, hanno dato la stura a nuova prosa e poesia. Migliaia di chiese sono state restaurate e le loro cupole a cipolla dorate di nuovo; tutte le chiese sono piene alla domenica. Storicamente un paese di cristiani ortodossi e islamici sunniti, la Russia ha preservato le sue tradizioni, e qui i cristiani e i mussulmani vivono in relativa armonia nonostante gli sforzi delle forze pro-americane per iniettare l’islamofobia nei cuori dei Russi. La TV di stato, tenuta lontana dagli oligarchi ebrei e liberata dalla tirannia del PC, mostra molto materiale d’archivio di venerabili patriarchi dalle barbe grigie ( i Pope Russi) e l’agile karateka presidente che irrobustisce la tradizione di fede e autorità della Russia.

Un romanzo-fiume di 1500 page del pittore russo Maxim Kantor , The Drawing Textbook , l’ultimo grido della letteratura russa, è stato accolto da molti lettori come un proclamazione di voltafaccia: il servilismo ideologico russo all’occidente schiavo del denaro è finito! Kantor non si limita a condannare i capitalisti rampanti: essi erano preceduti dagli intellettuali rampanti. Kantor difende cristo dagli assalti degli umanisti: la cristianità fu tradita dagli umanisti, nella sua visione Kantor non è appassionato del nuovo regime russo: gli spiace che la russia abbia rinunciato al socialismo, e considera 20 anni di sviluppo capitalistico come un flop: “la caserma del socialismo è stato sostituito dal capitalismo da caserma”. Con questo libro, un moderno Guerra e Pace, la reinvenzione della russia è ufficialmente in cammino, e questo grande paese con la sua meravigliosa gente può adesso cambiare il corso della storia.

È dubbio che la Russia si volgerà a sinistra nel breve periodo. Ma l’attivismo internazionale degli Americani avventurieri non è accettabile per alcun stato indipendente Russo. I russi non sono felici per le basi americane che accerchiano la Russia, con le spinte aggressive della NATO, o con limitazioni motivate politicamente delle società russe. I russi avvertono di essere stati imbrogliati 20 anni fa, quando l’occidente proclamò il desiderio di ottenere pace e armonia, e rispettare l’indipendenza delle nazioni. Credendo in questa balla, le truppe russe lasciarono l’est europeo, ma le truppe americane ancora soggiornano in Germania, Italia, Giappone; avanzano in Polonia e questa estate hanno provato ad entrare in Crimea, vicino alla base della flotta Russa. I russi hanno lasciato il Vietnam, ma gli americani ancora occupano Okinawa.

I leader russi si sentono insicuri: dal crollo dell’Unione Sovietica i leader degli stati sovrani indipendenti – Noriega, Saddam Hussein,Milosevic – sono stati ghermiti e imprigionati per aver rifiutato il volere di Washington. Neppure la Russia è in buona salute: la Russia come molte nazioni è obbligata a tenere i propri risparmi nel pozzo senza fondo dell’economia Americana, ma nessuno può ancora incassare questi investimenti. La Norvegia ha investito tutti i suoi guadagni del petrolio nella borsa statunitense; i fondi pensione Svedesi hanno preso la stessa strada. Se questo è il caso dei migliori amici degli USA, cosa succederà ai nemici? Iran, Iraq, Palestina hanno perso tutti i loro risparmi per decisione dell’amministrazione USA. Inoltre il sistema legale permette agli USA di intentare causa a stati stranieri per cifre illimitate. Così i familiari delle vittime del disastro di Lockerbie hanno ricevuto dalla Libia assediata un buon dieci milioni di dollari per passeggero, sebbene le corti americane autorizzano cifre diecimila volte inferiori per le vittime di bombardamenti americani - se poi ricevono davvero qualcosa.

La Russia si sente insicura perché gli USA hanno invaso nazioni sovrane più spesso e con maggior impunità di quanto non sia accaduto con Hitler. Questo sentimento è condiviso dalla meno rumorosa Cina. “La grande questione che divide le Nazioni Unite non è più Comunismo contro Capitalismo, come una volta; è la sovranità” proclama il New York Times. Il suo scribacchino, James Traub, elenca molti paesi che “abusano dei loro cittadini sotto la protezione della sovranità”. Cercherete invano il nome di Israele, sebbene gli ebrei hanno ucciso oltre un migliaio di persone in Libano, e oltre 200 civili lo scorso mese soltanto a Gaza.

L’argomento di divisione maggiore del nostro tempo è alquanto diverso: gli USA e Israele sono le sole nazioni sovrane, mentre gli altri hanno una versione “demo” limitata. Perché Israele la fa franca con le sue aggressioni (adesso con l’embargo aeronavale di uno stato sovrano membro delle Nazioni Unite come il Libano) mentre il pacifico Iran deve essere censurato? Perché Israele è stato capace di rifiutare tutte le risoluzioni delle Nazioni Unite e non si è visto applicare sanzioni mentre all’Iran manca poco per essere bombardato? I non ebrei hanno minor valore degli ebrei? Il caso dell’Iran fornisce una buona opportunità alla Russia e alla Cina di presentare un caso di sovranità e non-interferenza.

Alcune delle migliori politiche Sovietiche sono state inglobate nel costume Cristiano della Russia, e la tradizione di aiutare l’oppresso e il debole, o resistere l’aggressione a uno di esso. La Russia post-Sovietica ha ereditato queste tradizioni. Ma in questo caso, il bisogno pratico coincide con la compassione. A meno che il presidente Putin veda con equanimità la possibilità di essere strappato a forza e portato in un tribunale fittizio Americano, potrebbe contemplare la possibilità di fermare quest’orgia di invasioni. L’ Iran rappresenterebbe un’invasione di troppo. L’Iran è un paese sovrano; non viola le leggi internazionali. La sua decisione di arricchire l’uranio è pienamente entro i suoi diritti secondo l’NPT. Se adorano Allah o Geova è soltanto un loro affare interno. E applicando il suo diritto di veto, la Russia segnalerebbe che l’interferenza in affari interni di stati sovrani non sarà tollerata e legittimata nelle Nazioni Unite. La Russia non sarebbe sola, anche la Cin, ugualmente scontenta dell’interferenza USA, la sosterrebbe con il proprio veto.

L’alternativa è altamente considerevole: anche se le risoluzioni ONU non riportano sanzioni, gli USA sono famosi per la loro interpretazione guascona dei testi dell’ONU. Qualsiasi condanna (anche la più soft) sarà utilizzata come carta bianca per spogliare l’Iran e farlo proprio; quindi la catena delle basi militari USA continuerà a girare intorno al fianco sud di Russia e Cina, attraverso Turchia, Georgia, Iraq, Iran, Afghanistan, Pakistan. Il “ribelle” Ahmadinejad sarà portato a Tel Aviv in catene, mentre gli USA prenderanno le risorse dell’Iran, e utilizzando il petrolio dell’Iran e dell’Iraq, mineranno la posizione della Russia nel mondo economico. Dopo tutto con questo o quel pretesto potranno confiscare i beni della Russia, spaventando Putin con la sorte toccata ad Ahmedinejad e riporteranno la Russia alla miserabile posizione dei giorni di Yeltsin. Così usare il loro diritto di veto nel consiglio di sicurezza sarebbe un passo molto prudente e saggio da parte di Russia e Cina, specialmente se ciò si accompagnasse al concedere all’Iran la piena partecipazione come membro nell’organizzazione di Cooperazione di Shanghai.

Il risultato di un veto Russo sarebbe maggiore di un semplice differimento dell’assalto degli USA all’Iran: lancerebbe un segnale forte che la fine della Pax Americana è vicina. La “vecchia” Europa può inserirsi in questo e riguadagnare la sua indipendenza, anche chiedendo di rimuovere le vestigia della seconda guerra mondiale, le basi militari statunitensi, dall’Europa. La “nuova” Europa può comprendere che è un passo falso contenere i partigiani pro-America e anti-Russia. Il Giappone potrebbe chiedere di terminare l’occupazione di Okinawa. La Legge delle Nazioni governerebbe di nuovo il mondo, al posto del volere del Pentagono.

E quindi arriverebbe il tempo dell’indipendenza di una nuova America, indipendenza dell’America dalla sua Lobby ebraica. Un tale impulso ebbe luogo nella Russia rivoluzionaria degli anni ‘20 del novecento, quando i comunisti russi discutevano se avessero dovuto fare la rivoluzione del mondo, come chiedeva Trotsky, oppure creare il socialismo nel proprio paese, come proposto da Stalin e Bukharin. Se il loro attivismo militante viene rifiutato, gli americani potrebbero abbandonare i neo-Trotskisti, sia Repubblicani che Democratici, desiderosi di espandere la loro “rivoluzione democratica mondiale” in favore degli isolazionisti che preferiscono costruire piuttosto che diffondere. I sostenitori della diffusione – da George W. Bush a Hilary Clinton – sono grandi amici di Israele. Il sostegno bi-partisan ad Israele tra le elite politiche USA significa anche la loro sottomissione alla Lobby ebraica. Il rifiuto della Lobby può diventare l’unico slogan di una nuova rivoluzione Americana, di un nuovo partito politico di indipendenza e non-interferenza sulla via per creare degli Stati Uniti che possono convivere con il mondo.

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