Intervista a Marco Rizzo
sulla Repubblica Popolare Democratica di Corea

intervista di Andrea Monti (Panorama on-line) a Marco Rizzo

Fonte: Comunisti sinistra popolare
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22 dicembre 2011


Perché quel messaggio sul sito?

Ho visto che ha creato grande caos, soprattutto in quella specie di sinistra attenta a queste cose e molto disattenta a ciò che capita in Italia. Dicono: quello è un Paese in cui non si vota, non c’è democrazia. Non pensano al fatto che Monti non è stato eletto dal popolo? Noi riteniamo giusto poter fare le condoglianze, senza per questo aderire necessariamente all’ideologia Juche. Siamo marxisti-leninisti, lavoriamo per costruire un vero partito comunista in Italia. Conosciamo il socialismo nelle varie parti del mondo: quella della Corea del Nord è una formula originale di comunismo. Vogliamo rompere questa sorta di cappa del pensiero unico del capitalismo globalizzato, che è targato Stati Uniti ma anche Unione europea. Se il nostro problema fosse prendere voti o pietire un’alleanza elettorale col partito capitalista più conseguente in questo Paese – il Pd – dovremmo fare altro. Ma questo non ci interessa assolutamente.

Quali meriti attribuite a Kim Jong-il?

Aver mantenuto l’indipendenza della Corea del Nord, che nel ‘50 è stata aggredita dagli americani e da altri 17 Stati. Parliamo di un Paese che subisce un embargo praticamente totale, più duro di quello di Cuba, e che ha resistito alle pressioni dell’imperialismo, pur confinando con una colonia nippo-statunitense: la Corea del Sud. A settembre alle Nazioni Unite una delegazione parlamentare italiana, composta da politici di centrodestra e centrosinistra, ha incontrato il viceministro degli Esteri della Corea del Nord. Nessuno ha detto niente. Perché se Rizzo manda un telegramma nasce un casino?

Ribalto e ripeto la domanda: perché il telegramma?

L’imperialismo lavora con due pesi e due misure. Ti dice che ci sono “Paesi del male” e che vuole esportare la democrazia. Dopo l’11 settembre è stato attaccato l’Iraq, invaso e nuovamente colonizzato dagli americani, che insieme agli alleati hanno ucciso 100mila civili. Poi si è saputo che le famose armi di distruzione di massa non esistevano. La maggioranza degli attentatori delle Torri Gemelle erano sauditi, non iracheni. Perché non si è attaccata l’Arabia? Forse perché è succube dell’imperialismo americano, mentre Saddam non lo era? E ancora: perché si è attaccata la Libia? Perché si è fatta una guerra voluta dal centrosinistra addirittura più che da Berlusconi? Cosa ci aveva fatto di male la Libia? Fino a pochi mesi fa il 34% del suo petrolio andava all’Italia, il 4-5% alla Francia. Ore le proporzioni sono invertite. Il telegramma di condoglianze serve anche per poter dire queste cose. Il mondo così non può funzionare: il capitalismo genera sfruttamento, guerra, distruzione dell’ambiente. Va trovata una modalità nuova e moderna per cambiare la società. La più moderna che esista è la rivoluzione sovietica: presuppone pianificazione dell’uso delle risorse (finite) della Terra. Se ci fosse solo il modello di consumo americano, servirebbero cinque pianeti.

Non la fa pensare il fatto che anche testate come “il manifesto” e “La Repubblica” usino parole come “dittatore” o “regime” a proposito della Corea del Nord?

Cita giornali che più o meno stanno dentro il coro del pensiero unico. Noi siamo un’altra cosa, siamo fuori. La definizione di “dittatore” è tutta interna alla pseudo-cultura legalista della democrazia borghese, che esiste solo quando vince. Quando Salvador Allende vinse in Cile ci fu un golpe. Ogni Stato ha la sua storia: la vicenda nord-coreana ha una cultura e dei rapporti sociali diversi da quelli che conosciamo. Noi lavoriamo per un’idea di socialismo adatta al nostro Paese.

Amnesty International denuncia la deportazione di decine di migliaia di oppositori.

Ho smesso da tempo di credere a queste cosiddette denunce. La capacità e la forza attuale dell’imperialismo sono preponderanti: non mi fido neanche di Amnesty. Cito due fatti. Un altro “dittatore”, il rumeno Ceausescu, fu accusato di aver fatto diecimila vittime. Qualche anno dopo si seppe che non c’era stato un solo morto. I cadaveri trovati nelle strade erano stati estratti da ospedali e cimiteri dalla polizia segreta, che preparava un golpe contro Ceausescu. Poi c’è il caso delle fosse comuni di Gheddafi. Si è scoperto che le immagini diffuse in tutto il mondo mostravano un cimitero di Tripoli fotografato qualche anno fa da due blogger, guarda caso americani. La macchina mediatica di menzogne dell’imperialismo gira a mille. Quella di chi si vuole informare veramente gira a un gradino molto più basso.

Kim Jong-il è accusato di attentati terroristici e di aver vissuto nel lusso mentre la popolazione moriva di fame.

Non lo so. Penso a quanto ho visto nelle mie esperienze. Ho conosciuto Fidel Castro, su cui si dicono cose simili: le assicuro che non ha rubinetti d’oro. Prima di ammalarsi gravemente, sperimentava lui stesso gli elettrodomestici prodotti per il suo popolo, in una stanza dietro il suo ufficio. Sempre a Cuba, con mia grande sorpresa, ho visto in giro ragazzotti che indossavano bandane con la bandiera americana, senza essere fermati da nessuno. Se in Italia qualcuno esibisse il simbolo delle Brigate Rosse, ovviamente sarebbe arrestato. Gli Stati Uniti hanno fatto 600 attentati al presidente cubano: molto peggio di quanto hanno fatto le BR.

Cosa pensa del programma nucleare nord-coreano?

Io sono per la denuclearizzazione del mondo. Quando c’era l’Urss, i russi sono sempre stati pronti a siglare un trattato “no first strike”. Se più potenze con bombe atomiche dicono che non le useranno per primi, la guerra può iniziare, ma con armi convenzionali. Gli Stati Uniti non hanno mai voluto firmare: temevano di più le armi convenzionali dei sovietici. Pensavano che se fosse scoppiata la guerra, l’unico mezzo per vincere sarebbe stata la bomba atomica. Perché deve averla solo chi ce l’ha già? Non sarebbe meglio che se ne privasse anche Israele?

Non avete nessuna critica da fare a Kim Jong-il?

In Italia i comunisti sono riusciti a sciogliere il maggiore partito comunista d’Occidente. Non hanno molto diritto di dire agli altri cosa fare. Non mi sento in grado di dare consigli a chi comunque ha fatto la rivoluzione e ha mantenuto l’indipendenza del Paese. Dico solo che la competizione tra capitalismo e socialismo non va temuta: le ragioni del secondo sono più forti di quelle del primo.

Per voi le accuse mosse al “caro leader” sono false?

Le riteniamo principalmente parte di questo gioco. Riesco a dire queste cose solo se vengo additato come un idiota, che fa le condoglianze a un Paese dipinto in maniera farsesca. Tutto ciò che non sta dentro al sistema globale del capitalismo è visto con grande fastidio, ma si tollerano regimi dispotici come l’Arabia Saudita, dove accade di tutto. Nelle ore dell’attacco alla Libia è stato invaso il Bahrein, stroncando sul nascere la piccola rivoluzione in corso. Nessuno ha detto niente.

Secondo lei i mezzi di comunicazione vi danno spazio solo perché avete fatto le condoglianze ai nord-coreani. Non è che le avete fatte proprio per questo?

Le abbiamo fatte perché le volevamo fare. Sapevamo che renderle pubbliche avrebbe aperto una discussione. Siamo gli unici a sinistra che criticano davvero l’Unione Europea e il governo Monti, ma si parla di noi solo quando si tenta di ridurre l’opposizione politica a una macchietta. In Italia c’è una sospensione della cosiddetta democrazia borghese: lo sostengo da tempo, ma i giornali parlano di Scilipoti – che dice cose simili – perché di per sé scredita le tesi che sostiene. Con questo modus informativo, per chi è “contro” è difficile farsi sentire.

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