Putin: "La dissoluzione dell'Unione Sovietica è stata la pił grande catastrofe geopolitica del XX secolo"

Nell'annuale messaggio letto all'Assemblea federale russa riunita in seduta comune, il presidente Putin, ha fra l'altro dichiarato che "la dissoluzione dell'Unione Sovietica è stata la più grande catastrofe geo-politica del XX secolo" ed "un grande dramma per il popolo russo", considerando che i russi vivevano e vivono in molte repubbliche ex-sovietiche, ora con diritti limitati o senza diritti. Da queste importanti affermazioni Putin, però, doveva trarre le dovute conclusioni.

Dalle tragiche giornate a partire dall'agosto del 1991, abbiamo con forza sostenuto che il crollo dell'Urss come Stato avrebbe portato al declino ed alla dissoluzione della stessa Russia. Perchè l'impero russo, compresa la Russia, si stava già dissolvendo nel corso della prima guerra mondiale e solo il trionfo della rivoluzione bolscevica e l'affermazione dell'Armata Rossa sulle truppe controrivoluzionarie bianche appoggiate dall'imperialismo britannico, francese, turco, giapponese, avevano permesso, dalle ceneri dell'impero, la costituzione di uno Stato multinazionale (l'Urss, appunto) consolidatosi, nella costruzione di una nuova formazione sociale in direzione del socialismo e vittorioso nella guerra patriottica contro l'aggressione nazi-fascista.

Le oligarchie che si spartirono l'Urss con le complicità dell'imperialismo formando diversi stati che non tenevano conto del retaggio storico dei popoli slavi ed asiatici, non erano in grado di tenere unita nemmeno la Russia. Non ci riesce a tenerla unita nemmeno Putin con l'appoggio della borghesia di stato, l'esercito e la chiesa ortodossa, tanto è vero che al suo interno e nei territori limitrofi, oggi Stati indipendenti, succedono avvenimenti sconvolgenti e tragicomici nello stesso tempo.

Come si sa la Russia è stata costituita nel 986 a Kiev con l'unificazione di diversi principati. Le sue vicende storiche come Stato unitario hanno visto in più di un millennio la contrapposizione tra l'esigenza unificante pomossa da alcuni forti zar (come Ivan il terribile e Pietro il grande) e quella dissolvente ad opera dei boiardi e dei principi che, per salvaguardare il loro dominio, non accettavano il potere centrale; queste vicende hanno impedito la modernizzazione del paese rispetto agli altri Stati europei.

Oggi, proprio da Kiev (capitale dell'Ucraina), parte l'ultimo assalto alla Russia. L'Ucraina vede metà della sua popolazione di nazionalità russa e l'altra metà con prevalenza di ceppo slavo e con innesti dovuti alle guerre d'occupazione dei polacchi e dei tedeschi. Yushenko, eletto presidente con l'appoggio americano ed europeo e con voti conquistati solo nella parte occidentale del paese (quindi non un presidente di tutti gli ucraini!) è andato in visita di stato in America ed è tornato con una sensazionale iniziativa: la costituzione della GUAM, in contrapposizione alla CSI (nata come entità di regolazione dei rapporti fra gli Stati ex-sovietici), formata con Moldavia, Georgia, Azeirbaijan e forse Uzbekistan, cioè tutta la parte meridionale della ex-Urss.

Mi domando: rispetto al retaggio storico, che legami vi sono per questa nuova entità, a guida Ucraina, in contrapposizione alla Russia, considerando che questi territori erano principalmente inglobati nello Stato russo e solo parzialmente, a seconda delle diverse conquiste storiche, occupati da altre potenze? Risposta: Nessuno! La GUAM è un'entità che si vuole formare con l'appoggio americano per controllare le fonti energetiche del mar Caspio e successivamente per impiantarvi basi militari, come nell'Asia centrale ai confini dell'Afghanistan o per per essere vicini alle grandi ricchezze minerarie della Russia, fomentando il suo indebolimento. Se l'Ucraina, vuole nascondere i suoi rapporti storici con la Russia, per dire che fa parte dell'Europa, non può certo inventarsi i legami storici con Georgia e Azeirbaijan.

26 aprile 2005

G. A.


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