Trump ordina la crociata contro la Cina.
Fratelli di Italia, Radicali e PD eseguono

  «Non siamo una provincia cinese (anche se magari Grillo la pensa così)» Questo il fiero commento con cui Salvini si è prontamente unito al coro assordante di verginelle offese che si è levato per le parole del portavoce dell'ambasciata cinese a Roma, accusato di inaccettabile interferenza nelle prerogative delle istituzioni italiane per aver stigmatizzato il rilievo dato a uno dei provocatori di Hong Kong al soldo di Washington in una video-conferenza tenuta il 28 novembre nei locali del Senato (iniziativa di Fratelli d'Italia e Radicali con partecipazione anche di esponenti di Forza Italia e PD). Sul senso di questo episodio riportiamo un commento pertinente di Mauro Gemma, ripreso anche da l'Antidiplomatico:

   "I fascisti di "Fratelli d'Italia" insieme ai loro sodali del Partito Radicale stanno guidando una ossessiva campagna che ha come obiettivo il deterioramento (e anche la cancellazione) delle relazioni con la Repubblica Popolare Cinese. E giustamente l'ambasciata della RPC ha reagito a questa provocazione che ormai ha assunto toni incredibili, di assoluta subalternità al clima della guerra ibrida scatenata dagli Stati Uniti.

   In questo contesto, che rischia di pregiudicare uno dei pochi aspetti positivi della politica estera italiana dopo la firma del memorandum con la Cina, arriva puntuale come un orologio svizzero anche il sostegno a Meloni e Bonino del Partito Democratico, che, come i fascisti certificati, non ha alcuna vergogna a sostenere un terrorista a libro paga del Dipartimento di Stato USA, quale è Joshua Wong .

   E i media tutti a ruota, con naturalmente a guidare la cagnara la rete finanziata da Urbano Cairo, con gli appelli insistenti e sopra le righe di Enrico Mentana che probabilmente vuole anche la rottura delle relazioni diplomatiche e l'emarginazione definitiva delle voci più ragionevoli che, all'interno del governo, sembrano essere consapevoli dell'importanza strategica per il nostro paese di relazioni costruttive e reciprocamente vantaggiose con la Cina. Voci che si intende isolare e ridurre al silenzio, anche contando su appoggi come quello dell'attuale Presidente della Camera e le sue indignazioni a senso unico.

   Io mi auguro che almeno dai comunisti (dovunque collocati) venga una risposta decisa a questa provocazione intollerabile per qualsiasi democratico e amico della pace."