PRODI NON SI ILLUDA!

I Comitati Iraq Libero sul presidio di Giovedì 15 dicembre davanti alla sede dell'Unione

Giovedì 15 dicembre abbiamo manifestato in Piazza SS. Apostoli, sotto la sede romana dell'Unione.

Di fronte alla negazione del visto al simbolo dei torturati di Abu Ghraib, davanti ai video sull'uso delle armi chimiche a Falluja e sulla sporca guerra degli italiani a Nassyria, dopo che sono venute a galla le azioni piratesche della CIA in Italia, ed infine alla luce della gravissima espulsione di Mohamed Daki dal nostro paese, abbiamo voluto chiedere a Prodi se per caso aveva qualcosa da dire.

NO, il capo dell'Unione, già allineatosi di fatto sulla posizione del ritiro "graduale e concordato" sostenuta dal governo Berlusconi (concordato con le "autorità irakene", cioè con il governo fantoccio installato dagli USA e quindi in definitiva concordato con questi), ha deciso di continuare sulla linea del silenzio, che in questo caso è un chiaro assenso alla libertà di azione imperiale degli USA non solo in Medio Oriente, ma anche nel nostro paese.

Per Prodi evidentemente le torture sono legittime e comunque non meritano neppure una parola delle tante che pure si sprecano nella politica italiana. Per Prodi è normale che l'Italia e la "sua" Europa abbiano negato il visto ad alti esponenti dell'opposizione irachena ed allo stesso Haj Ali, l'incappucciato di Abu Ghraib.

Prodi ed i dirigenti dell'Unione – forse troppo invischiati sul fronte delle inchieste sui recenti scandali finanziari - non solo non hanno niente da dire sui rapimenti della CIA, ma neanche sull'istituzione di fatto di una sorta di "diritto speciale" per i musulmani, come evidenziato dall'espulsione di Daki decretata dal ministro Pisanu, un ministro del resto applaudito tanto a destra quanto a sinistra.

Giovedì, di fronte alla richiesta di incontro di una delegazione dei manifestanti presenti al presidio in Piazza SS. Apostoli - richiesta basata anche sulla lettera inviata a Fini da 41 parlamentari dell'Unione - la segreteria di Prodi non ha trovato di meglio che barricarsi nella propria sede facendosi proteggere da un fitto cordone di polizia.

Tutto ciò non ci stupisce, ma è bene che tutti sappiano qual è la sensibilità democratica di chi si appresta a governare l'Italia.

Per questo diciamo chiaramente a Prodi di non illudersi. Non pensi di poter addormentare le coscienze con la collaudata ipocrisia democristiana.

L'Italia è stato il paese con il più forte movimento contro la guerra, ed anche se oggi questo movimento vive una fase di letargia, la maggioranza degli italiani continua ad essere contro l'occupazione dell'Iraq, contro le torture, contro il diritto imperiale americano.

Prodi non pensi perciò di svicolare dalle sue responsabilità: da quelle attuali come candidato premier a quelle future come probabile capo del governo.

Di queste responsabilità torneremo presto a chiedere conto, insieme a tutte le realtà che non intendono piegarsi alla logica della "guerra infinita" ed agli infiniti soprusi che essa comporta.

Comitati IRAQ LIBERO


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